Nel «Next Gen» che rilancia Milano, Stricker difende l’onore elvetico

Si dice che il tennis italiano goda di ottima salute. A certificarlo ci sono i tre azzurri - Lorenzo Musetti, Francesco Passaro e Matteo Arnaldi- qualificati per le Next Gen ATP Finals iniziate oggi all’Allianz Cloud di Milano. Sull’onda della popolarità acquisita da tennisti del calibro di Jannik Sinner e Matteo Berrettini, si sogna sempre più in grande. Lo stesso Angelo Binaghi, presidente della FITP, vorrebbe poter organizzare un nuovo evento di alto profilo internazionale proprio nel capoluogo lombardo. Si parla infatti della finale di Coppa Davis, che affiancherebbe il torneo di Roma, che ha già ricevuto l’onore di essere diventato un Masters 1000 (per uomini e donne) e ATP Finals di Torino. «È già la quinta edizione della Next Gen a Milano. Il torneo dei giovani piace», hanno fatto notare i promotori. Un chiaro segnale. E anche un ottimo biglietto da visita per sottolineare la bontà dell’organizzazione «made in Italy».
Riflettori su Musetti
I riflettori di Milano puntano tutti su Lorenzo Musetti (ATP 23). E non poteva essere diversamente. Dopo la defezione del danese Holger Rune (finalista agli Swiss Indoors di Basilea e poi vincitore nel Masters 1000 di Parigi-Bercy dopo aver battuto in finale Novak Djokovic), il 20.enne di Ferrara è diventato testa di serie del torneo. Un ruolo importante, ma per certi versi anche un po’ ingombrante, essendo lui il padrone di casa.
A Parigi Musetti si era arreso proprio al serbo, ex n. 1, nei quarti di finale. Per l’azzurro, due titoli in bacheca nel 2022, un debutto vincente in questo Next Gen contro il tennista di Taiwan Chun-Hsin Tseng (4-2 3-2 4-2). Binaghi ha intanto già confermato la volontà di continuare ad ospitare le Next Gen in Italia. «Abbiamo già mandato una lettera all’ATP», ha detto il dirigente azzurro. «Abbiamo ambizioni illimitate. C’è da pensare in grande per questa città. Vogliamo portare qui un evento mondiale di livello assoluto. Ci propongono tutte le migliori manifestazioni di tennis, anche nel femminile, perché abbiamo guadagnato un certo status. Per fare questo ci servirà però l’aiuto del Governo». Un messaggio raccolto anche da Abodi, alla sua prima conferenza da ministro dello Sport: «Il Governo deve sostenere, come e dove possibile, l’organizzazione dei grandi eventi sportivi». Un concetto poi ribadito dal sindaco Sala: «Garantiamo la piena disponibilità. Siamo pronti per crescere ulteriormente con il nostro pragmatismo ambrosiano. Ci sentiamo pronti per un altro salto».
La crescita del bernese
Il tennis a Milano ci riporta indietro di parecchi anni. Il 4 febbraio 2001 è una data significativa. Quel giorno Roger Federer aveva infatti conquistato il suo primo titolo in un torneo ATP. Ma questa è un’altra storia. A difendere l’onore della Svizzera nel Next Gen in questi giorni è Dominic Stricker (ATP 111), che noi ricordiamo vincitore a Lugano due anni fa nella 1. edizione del Challenger Indoor al Padiglione Conza, dopo che nel 2020 si era distinto a Parigi, firmando il Roland Garros Juniores. La sua crescita sul piano sportivo è incontestabile. Un giovane con il suo talento può però offrire di più. Dopo il Challenger luganese Dominic ne ha vinti altri due, uno a Cleveland e un altro a Zugo. Questa sera l’elvetico è sceso in campo ed è riuscito a battere il britannico Jack Draper 3-0 dopo tre tie-break (4-3 7/5 4-3 7/5 4-3 7/5) . Da segnalare le vittorie di Musetti (contro Tseng), del ceco Lehecka (contro Passaro) e dello statunitense Nakashima (contro Arnaldi).