Nuoto

Noè Ponti, un'altra delusione: «Non ho spiegazioni, ma mi resta una chance»

Dopo la mancata qualificazione alla finale nei 50 m delfino, il ticinese esce in semifinale anche nei 200 - Giovedì l'ultima occasione nei 100
© KEYSTONE / PATRICK B. KRAEMER
Red. Sport
25.07.2023 15:00

Sguardo perso a bordo vasca e tanta amarezza. Fin qui non sono stati i Mondiali di Noè Ponti. Partito per il Giappone con l’obiettivo, molto ambizioso, di raggiungere tre finali su tre gare individuali, a Fukuoka il ticinese ha mancato le prime due occasioni. Dopo essere stato eliminato domenica nella semifinale dei 50 m delfino (non esattamente la sua distanza preferita), oggi pomeriggio Noè è andato incontro allo stesso destino nei 200 m. Una specialità che ai Mondiali dello scorso anno lo aveva visto flirtare con il podio e chiudere al quarto posto. Insomma, una grande delusione. Al 22.enne del Gambarogno resta ancora una possibilità: giovedì andranno infatti in scena le batterie e le semifinali dei 100 m delfino, la cui finale è in programma venerdì. Due anni fa a Tokyo, questa gara gli regalò il bronzo olimpico. La speranza è che Ponti sappia reagire a questa falsa partenza.

Qualcosa non funziona

Nella semifinale dei 200 m, Noè ha nuotato in 1’55’’44, sinonimo di undicesimo posto. Un tempo molto lontano dal suo record svizzero di 1’54’’20. E pensare che per andare in finale gli sarebbe bastato chiudere in 1’54’’96. «Non so dire che cosa non abbia funzionato», ha affermato il ticinese. «Forse qualcosa nella mia preparazione? In ogni caso, prima di questa gara mi sentivo molto calmo e tranquillo». La sua partenza, al contrario di quanto mostrato nelle batterie, è stata da sogno: in testa dopo le prime due virate e ancora buon terzo dopo i 150 metri, il ticinese ha però ceduto di schianto nell’ultima vasca. «Sono partito forte, più veloce che mai», ha sottolineato Ponti ai microfoni della RSI. «Ho dato tutto, ma negli ultimi 50 metri non avevo più benzina. Peccato, ma devo comunque andare avanti e pensare alla prossima occasione. Devo rimuovere tutto. A livello mentale, sento di aver avuto l’attitudine giusta. Sono stato aggressivo. Forse troppo, visto il risultato, ma per me era molto importante sbloccarmi sotto questo aspetto. Sono dispiaciuto, però è tutta esperienza. Si impara sbagliando. E ora cercherò di fare meglio».

L’allenatore di Ponti, Massimo Meloni, ha cercato di spiegare alla RSI la controprestazione del suo pupillo: «Oggi l’ho portato io fuori strada, spronandolo a partire forte. Non siamo riusciti ad ottenere quello che volevamo e devo ancora capire cosa non funziona in questo momento. Qualcosa non mi torna, dovremo analizzare bene la situazione. Noè mi dice di non sentirsi veramente bene, ma gli allenamenti indicano il contrario. Forse avverte un po’ di pressione. Qui le aspettative sono alte e stiamo vedendo fallire anche grossi campioni, quindi può capitare. Noi abbiamo mancato due finali, ma a volte perdere fa bene. Ti riporta con i piedi per terra. Ci rimangono i 100 m delfino e la staffetta 4x200 stile libero, che cercheremo di onorare al massimo».

Crolla anche Popovici

Come anticipato da Meloni, Noè Ponti non è l’unico nuotatore di spicco ad aver vissuto una giornata complicata a Fukuoka. Detentore del titolo sui 200 m stile libero, il diciottenne fenomeno romeno David Popovici sembrava lanciatissimo verso un’altra medaglia d’oro. In testa fino ai 150 m, si è però bloccato, uscendo addirittura dal podio per 48 centesimi. Ai Mondiali di Budapest del 2022 aveva firmato la doppietta 100/200 m, poi ripetuta agli Europei di Roma, dove nei 200 aveva preceduto lo zurighese Antonio Djakovic. Il 20.enne britannico Matthew Richards ha approfittato del passo falso di Popovici per conquistare il suo primo titolo mondiale individuale in 1’44’’30, precedendo di appena 2 centesimi il connazionale Tom Dean. La 26.enne americana Katie Ledecky ha dal canto suo dominato i 1.500 m stile libero, conquistando il suo ventesimo titolo mondiale, il quindicesimo in una gara individuale. A questo straordinario bottino si aggiungono sette ori olimpici. Una regina.

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