Berna

Spaccatura fra Cantoni e club sulla lotta al tifo violento

C’è disaccordo sul progetto per combattere l’hooliganismo nel calcio – La Swiss Football League respinge il modello a cascata che le autorità vogliono introdurre dalla prossima stagione – Campana: «No a punizioni collettive»
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Giovanni Galli
14.03.2024 22:13

Aggressioni agli agenti di sicurezza, atti vandalici, attacchi alla polizia anche lontano dagli stadi. La politica  vuole un giro di vite contro la violenza in occasione delle partite di calcio. Ma  per i club le misure proposte dalle autorità sono fuori posto. Il disaccordo è venuto alla luce quest'oggi a Berna, dove i rappresentanti delle 22 società calcistiche e i responsabili cantonali della sicurezza si sono ritrovati, e lasciati, su sponde opposte. L’intesa manifestata un anno fa per l’avvio di un progetto comune si è trasformata in spaccatura.

I Cantoni, a partire dalla prossima stagione, intendono introdurre nuove misure in Super League e Challenge League, designate con l’espressione di modello a cascata (che non contempla i biglietti nominativi).  L’obiettivo comune di tutti gli attori coinvolti è che questi provvedimenti non debbano mai essere implementati, ha indicato in una conferenza stampa il gruppo di lavoro delle autorità preposte al rilascio delle autorizzazioni per le partite della Super League. Tuttavia, nel caso in cui il dialogo e le altre misure preventive non permettessero di prevenire disordini, le autorità devono poter contare su una serie di strumenti che consentano loro di reagire in modo proporzionato. Il modello messo a punto dai Cantoni mira a fornire una base comune in tutto il Paese per punire che causa disordini. Prevede un catalogo di sanzioni a seconda della gravità degli eccessi compiuti e mira soprattutto a reprimere la recidiva.

Quattro livelli

Il modello opera su quattro livelli. I primi due non comportano alcuna restrizione, se non obblighi di dialogo e maggiore videosorveglianza (quando si rischia di creare un pericolo per le persone mediante l’accensione di petardi e mezzi pirotecnici). Gli altri due livelli prevedono la chiusura  di un settore dello stadio e la partita a porte chiuse. Il presupposto è che ci sia un intervento violento di gruppi di tifosi  (gli atti individuali non contano) che provocano ferimenti o che commettono nuovamente atti vietati. Un quinto livello, che prevedeva la sconfitta per forfait, è stato ritirato su richiesta della SFL.

Il gruppo di lavoro, istituito dalla Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP), ritiene che queste misure siano soprattutto «preventive» prima che «punitive», ha detto ai media Karin Kayser-Frutschi (Centro), copresidente della Conferenza. «L’opinione pubblica e anche i tifosi di calcio pacifici non capirebbero se le autorità reagissero a gravi disordini solo intensificando il dialogo», ha dichiarato la direttrice del Dipartimento nidvaldese della giustizia e della sicurezza. Secondo la Conferenza, queste misure permetteranno di armonizzare le sanzioni in tutto il Paese.

«Giallo per gli hooligan»

«Se un giocatore fa ripetutamente falli, l’arbitro deve mostrare il cartellino giallo. Oggi il cartellino giallo è per gli hooligan», ha aggiunto il consigliere di Stato vallesano Frédéric Favre (PLR), presidente del gruppo di lavoro e direttore del Dipartimento cantonale della sicurezza e dello sport.

La SFL e i club, tuttavia, si oppongono all’unanimità al modello. Lo considerano inefficace, unilaterale e sproporzionato. A loro avviso, le sanzioni non colpiranno i responsabili, ma piuttosto molte persone non coinvolte. Oltretutto, il livello di violenza negli stadi è in calo. «Non ci sono mai stati così pochi casi di gravi scontri violenti come nella scorsa stagione», ha dichiarato Claudius Schäfer, presidente della SFL. 

«Il modello a cascata non risolve i problemi, anche perché negli stadi di gente violenta non se ne vede molta. I problemi sono soprattutto fuori», rincara da noi contattato Michele Campana, CFO del FC Lugano e membro di comitato della SFL. «Questo schema di misure punitive e repressive rischia solo di coalizzare di più i tifosi. Le misure punitive collettive non portano da nessuna parte. I club si aspettano misure preventive per tutti e repressive solo per i singoli. certo, le autorità restano libere di introdurle. Vedremo, intanto, come risponderà la giustizia». Nelle scorse settimane,infatti, ritenendo il provvedimento ingiustificato, il FC Zurigo ha ricorso in tribunale contro la chiusura della curva sud del Letzigrund a seguito di un attacco di tifosi contro agenti comunali alla stazione di Altstetten.

Si attui il Concordato

Secondo Campana, i club hanno tutto l’interesse ad allontanare la violenza dagli stadi. Misure per contrastare questo fenomeno sono già contemplate dal Concordato anti-hooligan, che prevede ad esempio divieti di perimetro o l’obbligo di presentarsi in polizia durante le partite. «Ma queste disposizioni, che sono l’unico modo per andare a colpire i veri colpevoli, non vengono applicate abbastanza». Da parte sua, la Conferenza dei direttori ha spiegato che è stata condotta una consultazione con il pubblico e con i fan non organizzati, e che questi ultimi si sono dimostrati favorevoli.

Niente biglietti nominativi

I biglietti nominativi non sono inclusi nelle nuove misure, ma le autorità hanno annunciato di avviare un lavoro giuridico affinché si sia pronti nel caso in cui dovessero essere introdotti. «La Conferenza aveva chiesto all’unanimità l’introduzione dei biglietti nominativi. Dopo averne discusso, abbiamo deciso di fare un passo indietro su questo tema», ha ricordato Favre. «Ma se dovessimo un giorno utilizzarlo, dobbiamo assicurarci di disporre delle basi legali». Secondo Campana il biglietto personalizzato non è una soluzione, in quanto costoso, difficile da attuare e penalizzante per il 99% dei tifosi, con benefici alquanto dubbi visto che i problemi avvengono soprattutto al di fuori degli stadi.

A Berna, rappresentati dei Cantoni e della SFL hanno manifestato soddisfazione comune per l’avvio di trattative di partenariato tra FFS e federazione calcistica per il trasporto dei tifosi. I club hanno anche accettato la proposta della SFL di introdurre piattaforme di dialogo per intensificare lo scambio con tutti i partner coinvolti nell’organizzazione delle partite di calcio.