Calcio

Pafundi è al capolinea di un’opaca avventura in Svizzera

Il prestito al Losanna del giovane fantasista italiano sta per scadere senza che quest’ultimo si sia espresso sui livelli attesi - Matteo Vanetta lo ha seguito da vicino: «È un calciatore fuori categoria, ma le sue giocate non sono sempre state capite dai compagni»
© KEYSTONE/SALVATORE DI NOLFI
Giacomo Notari
14.11.2024 06:00

Tirana, 16 novembre 2022. Il triplice fischio di una poco rilevante amichevole tra Albania e Italia è dietro l’angolo. A quattro giorni dall’inizio del Mondiale in Qatar, non sarà di certo la vittoria in una partita così a cancellare l’amarezza degli Azzurri per un’altra mancata qualificazione alla rassegna più importante. Dalle nuvole, però, trapela un raggio di sole. Sì, proprio in quella sera di due anni fa viene scritto un pezzetto di storia. Simone Pafundi esordisce all’età di 16 anni e 247 giorni, diventando il più giovane calciatore italiano a vestire la maglia azzurra negli ultimi cento anni. «Ho coronato un sogno», commenta a fine partita il fantasista cresciuto tra le file dell’Udinese, sperando che quell’indimenticabile serata potesse dare un’ulteriore svolta alla propria carriera. L’opportunità offertagli dall’ex commissario tecnico Roberto Mancini non ha però avuto l’effetto sperato per il friulano, che da allora ha faticato a trovare spazio tra i professionisti, finendo in prestato al Losanna ad inizio 2024. Il passaggio in terra vodese di Pafundi, sparito dai radar da mesi, è però stato al di sotto delle attese. Cosa è successo?

Troppo poco decisivo

Riavvolgiamo il nastro della storia che lega il fuoriclasse italiano al nostro calcio. Il nome di Simone Pafundi è stato accostato per la prima volta al Losanna nello scorso gennaio, durante il mercato invernale. «Ancora prima che mettesse piede in campo, si capiva che stava arrivando un giocatore speciale», ricorda Florian Vaney, giornalista per la testata vodese 24 Heures. «Non capita spesso che un giocatore con una clausola da circa 15 milioni arrivi nel nostro campionato. Per il Losanna, è stato anche un modo di dimostrare che la società faceva sul serio».

Sebbene fosse subito chiaro che il club detenuto dalla Ineos non avrebbe potuto riscattare il talento dall’Udinese, era lecito pretendere qualche scintilla in più sul campo da parte di un giocatore che qualche mese prima era stato scelto dal Guardian tra i sessanta migliori calciatori Under 18 al mondo. Di prestazioni maiuscole e di giocate decisive con la maglia vodese se ne sono viste troppo poche, e nonostante l’assenza per infortunio del gioiellino di casa Alvyn Sanches – che ha permesso all’italiano di beneficiare di un minutaggio importante –, quest’ultimo ha chiuso la stagione con un solo gol e due assist. «Il Losanna aveva bisogno di punti per salvarsi, e serviva un giocatore in quella zona del campo», ricorda il giornalista di 24 Heures. «Una volta che Sanches è tornato, però, era piuttosto scontato che il Losanna avrebbe puntato su un giocatore di sua proprietà, per valorizzarlo, piuttosto che su un giocatore in prestito. Inoltre, Pafundi è stato anche sfortunato, perché ad inizio stagione è rientrato dall’Europeo Under 19 acciaccato».

Questi due aspetti spiegano l’impiego praticamente inesistente (17 minuti disputati in campionato) del fantasista italiano in questa stagione. Il dibattito su chi far giocare tra Alvyn Sanches e Simone Pafundi avrebbe però preso piede qualora il fantasista italiano avesse espresso con più regolarità le sue qualità.

La Serie A, davvero?

Il punto è proprio questo. Il talento di un giocatore simile non viene rimesso in discussione, e a dimostrarlo sono anche le recenti chiamate con gli Azzurrini, nonostante la mancanza di competizione con il proprio club. In un contesto del genere fa però un po’ specie sentir dichiarare da Simone Pafundi, in un’intervista rilasciata l’11 ottobre scorso al portale Cronache di Spogliatoio, di essere pronto a tornare in Serie A, dopo un anno durante il quale non è stato capace di esprimersi come auspicato in un campionato di livello chiaramente inferiore a quello italiano. «Ci sono giocatori fatti per certi tipi di calcio più che altri», sottolinea a tal proposito Matteo Vanetta, che fino alla fine della stagione scorsa ha seguito Simone Pafundi da vicino in quanto direttore tecnico del settore giovanile del Losanna. «È un giocatore tecnicamente fuori categoria ed è un peccato che il campionato svizzero stia già per salutarlo. Magari le attese attorno ad un ragazzo non ancora diciottenne al suo arrivo erano troppo alte. Si è anche ritrovato in un contesto dove i suoi compagni non erano per forza in grado di intuire sempre le sue giocate. Secondo me, è comunque migliorato a livello di condizione fisica e di capacità nel proteggere la palla. Non escludo dunque il fatto che, contro delle difese forse un po’ più basse come in Serie A, possa essere in grado di dire la sua e di fare la differenza. Dovrà però dimostrare di essere capace di rendersi decisivo al livello professionistico». A Udine, o altrove. Di sicuro rimarrà il rammarico di non aver potuto ammirare con continuità il talento di un giocatore di simile prospettiva nel campionato svizzero.

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