L'evento

Parigi 2024 e il ritorno alla normalità dopo le edizioni «pandemiche»

Tokyo 2020 e Pechino 2022 avevano intristito gli atleti (e gli spettatori alla televisione) mentre nella capitale francese, a cominciare dalla cerimonia d'apertura, sarà tutta un'altra cosa
Il presidente francese Emmanuel Macron abbraccia la sede del beach volley, con vista sull'iconica Tour Eiffel. © Christophe Petit Tesson
Red. Online
26.07.2024 11:00

Tre estati fa, a Tokyo, Tara Davis-Woodhall si era guadagnata titoli e riflettori. La saltatrice in lungo, all'improvviso, aveva iniziato a battere le mani all'interno dello stadio olimpico di Tokyo. Per darsi la carica. L'applauso, considerando le restrizioni causa pandemia, era caduto praticamente nel vuoto. L'episodio è stato ripescato dal New York Times in vista di Parigi 2024. Le prime Olimpiadi «normali» dopo le edizioni senza pubblico del 2021, in estate, e del 2022, in inverno, con l'ammissione unicamente del pubblico residente. «Sono contenta di vivere, davvero, un'Olimpiade» ha ricordato, in queste ore, proprio Davis-Woodhall. Un sentimento comune a molti atleti. Alla ricerca, tutti, di un'edizione, finalmente, vera. 

Tanto a Tokyo, tre anni or sono, quanto a Pechino, infatti, era mancato, per cause di forza maggiore, il contorno. È mancato il calore della gente, in tribuna e per le strade. Sono mancati gli abbracci. Ora, beh, è tempo di recuperare quanto perduto. Lo sanno bene il Comitato olimpico internazionale e le nazioni partecipanti. «Abbiamo, di nuovo, il permesso per divertirci» ha spiegato sempre al New York Times Sarah Hirshland, amministratrice delegata del Comitato olimpico e paralimpico statunitense. In attesa della cerimonia di apertura, lungo la Senna, le prime gare in programma in questi giorni hanno subito fatto capire che cos'è (e che cosa sarà) Parigi rispetto a Tokyo e Pechino. Spalti gremiti, energia, bandiere. Gioia di esserci, insomma. Una gioia che, agli atleti, è arrivata in pieno. 

Nelle ultime due edizioni, evidentemente, tutto questo sfarzo non c'era. In Giappone, le Olimpiadi sono scivolate via in silenzio, fra sedi vuote (e svuotate) e celebrazioni sommesse. A Pechino, addirittura, il protagonista assoluto era stato il filo spinato. Più di un atleta aveva parlato di «prigione sportiva». Agli atleti, non a caso, era mancato anche il cameratismo tipico del villaggio olimpico. «La mensa di Tokyo era enorme» ha raccontato Luis Grijalva, corridore guatemalteco in gara anche a Parigi. «Sedersi lì, con il vuoto attorno, dava l'impressione di mangiare in un magazzino». L'assenza di pubblico aveva compromesso diverse performance, a detta dei protagonisti. Proprio perché mancava quel calore di cui parlavamo. E perché gli atleti non hanno potuto «mischiarsi» fra loro, indugiare nell'amicizia e nel confronto fra sport differenti, esplorare e godersi la città ospitante. 

A proposito di pubblico: gli organizzatori, finora, hanno annunciato di aver venduto 8,6 milioni di biglietti. Detto in altri termini: il precedente record, gli 8,3 milioni di tagliandi per Atlanta 1996, è stato polverizzato. Non solo, a Giochi conclusi – la cerimonia di chiusura è in programma l'11 agosto – si prevede che i biglietti venduti saranno molti di più. La ricerca, quasi spasmodica, del pubblico da parte degli organizzatori d'altro canto si nota tanto nella scelta dei luoghi delle gare – in pieno contesto cittadino – quanto, appunto, in quella della cerimonia di apertura. Tradotto: dopo le versioni pandemiche delle Olimpiadi, con Parigi 2024 verrà premuto «il tasto reset» per dirla con Terrence Burns, consulente di marketing olimpico di lunga data. Con l'immagine dei Giochi messa a dura prova da scandali, doping e tensioni geopolitiche, l'edizione francese potrebbe ridare lustro all'intero movimento. Anche in termini di ascolti televisivi.

In un certo senso, Parigi 2024 potrebbe riportare indietro le lancette a Londra 2012. «Gli ultimi Giochi estivi di successo» per dirla con Burns, secondo cui Rio de Janeiro è stato un flop (quantomeno a livello di audience). Una cosa, concludendo, è sicura. Stavolta, quando Davis-Woodhall batterà le mani sulla pista viola dello Stade de France, verosimilmente riceverà una risposta. Calorosa.

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