Calcio

«Pensammo che fosse una follia, invece Dani Olmo ora è in semifinale»

L’ex Lugano Adrian Guerrero ricorda i tempi alla Cantera del Barça e presenta la Spagna: «Hanno trovato il giusto mix tra il Tiki-Taka e un gioco più diretto»
©KEYSTONE/DPA/Federico Gambarini
08.07.2024 22:00

Ma dove può arrivare questa Spagna? Sono in molti a chiederselo. Le Furie Rosse sono state la squadra più convincente fin qui, sia dal punto di vista del gioco che da quello dei risultati. L’unica che ha vinto tutte e cinque le partite disputate. E che lo ha fatto facendo divertire gli spettatori sugli spalti e davanti al televisore. Ricordando, vagamente, anche il buon vecchio «Tiki-Taka» e le formazioni di Luis Aragonés e Vincente del Bosque che vinsero due edizioni degli Europei consecutivamente – l’unica nazionale a riuscirci – ed un Mondiale in mezzo. «Per me hanno la qualità necessaria per alzare la coppa», risponde Adrian Guerrero alla nostra domanda. L’ex terzino sinistro di Lugano e Zurigo – attualmente svincolato e in cerca di una nuova avventura – ha per molti anni bramato la maglia della Roja «come ogni bambino in Spagna». Cresciuto nella cantera del Barcellona, ha avuto la possibilità di giocare con alcuni dei protagonisti di questo Europeo. Da noi contattato, ci ha aiutato a capire come arrivano Morata e compagni alla semifinale con la Francia.

«Ha avuto ragione lui»

«Un calciatore spagnolo che sto apprezzando particolarmente? Ce ne sono tantissimi», racconta Guerrero. «Non posso non menzionare Nico Williams o Lamine Yamal, due giovani che hanno dimostrato di poter fare la differenza già a questi livelli. Però ti dico Dani Olmo». Il catalano è subentrato spesso dalla panchina, riuscendo comunque a fare la differenza. Come nei quarti di finale con la Germania, quando ha preso il posto dell’infortunato Pedri ed ha siglato un gol e un assist, guadagnandosi il premio del miglior giocatore dell’incontro. «Ho conosciuto Dani nelle giovanili blaugrana, e ti posso dire che sia una persona squisita. Qualche volta in questi anni ci siamo sentiti, ma non lo vedo di persona da quando decise di partire per la Croazia, a sedici anni. Sì, si trasferì alla Dinamo Zagabria. All’epoca, devo confessare, nello spogliatoio pensammo fosse una vera e propria follia. Gli altri ragazzi normalmente lasciavano la Spagna per andare nell’Arsenal o a Manchester. Alla fine, però, ha avuto ragione lui». In Catalogna, Adrian Guerrero ha conosciuto anche un’altra rivelazione dell’Euro, ovvero Marc Cucurella. «Anche in questo caso, posso parlarti solo bene di lui. Ricordo che già quando avevamo quattordici anni, notai l’intensità che metteva in allenamento e pensai che avesse già l’intelligenza tipica dei grandi calciatori. Certo, non so se avrei detto che sarebbe arrivato a giocare una semifinale europea da protagonista. Ma di sicuro sapevo che sarebbe arrivato nel calcio che conta. Si merita il successo che sta riscuotendo».

Quella mano controversa

E proprio Cucurella è stato al centro di uno degli episodi più controversi dei quarti di finale. Al 107’ della sfida con la Germania, il pallone ha colpito la mano del terzino in area di rigore, scatenando le proteste dei tedeschi per un possibile tiro dal dischetto. Massima punizione non concessa tuttavia dall’arbitro Taylor. «Questo genere di situazioni sono spesso controverse e creano discussioni – rileva il 26.enne ex bianconero -. In passato abbiamo già assistito a situazioni dubbie o addirittura incoerenti. In questo caso, ho letto che l’azione potrebbe essere stata viziata da un fuorigioco. Se non fosse stato così, probabilmente sì, io avrei fischiato il calcio di rigore». Dell’incontro, ha fatto anche discutere l’irruenza dei tedeschi e di Toni Kroos, che ha costretto all’infermeria Pedri dopo otto minuti e terminato anzitempo il suo Europeo. «Ma non penso proprio che fosse intenzione del centrocampista fargli male. Anzi, prima ha colpito il pallone. Purtroppo fa parte del calcio. Ciononostante penso che l’ormai ex Real Madrid meritasse un cartellino giallo, e forse anche l’espulsione nel corso della partita. Ma queste sono faccende arbitrali. La mia opinione è che comunque l’aggressività portata in campo sia restata nella logica di un quarto di finale, e non eccessivamente sopra le righe».

Ancora due ostacoli

Si sa che nel calcio, spesso viene ricordata solo la squadra che vince. A questa Spagna mancano allora ancora due ostacoli prima di scrivere il proprio nome indelebile nella storia. «Per quello che stanno offrendo sul campo, se lo meriterebbero», ci dice ancora Guerrero. «Hanno trovato il giusto mix tra il classico Tiki-Taka spagnolo, e un gioco più diretto che ti porta al tiro con meno passaggi». Da battere, c’è però la Francia vice-campione del mondo. «I Bleus per ora non hanno convinto. Basti pensare che nessun francese ha ancora segnato su azione. Ma sappiamo che si tratta di una squadra fortissima, che non sta giocando un bel calcio ma che dispone di fuoriclasse capaci di risolvere la partita da un momento all’altro. Inoltre, in fase difensiva concedono davvero poco». Alla selezione di Luis de la Fuente mancheranno Carvajal e Le Normand. «E questo può essere un fattore. Sappiamo che la Francia potrebbe mettere in difficoltà la nostra retroguardia attraverso i contropiedi, soprattutto con i velocisti Kylian Mbappé e Ousmane Dembélé. D’altronde, hanno già vinto un Mondiale, nel 2018, giocando in questo modo».

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