Tennis Tavolo

«Provo molta ammirazione per Spinicchia e il suo team»

Giorgio Lundmark elogia la STT Lugano che quest’anno ha vinto il suo primo titolo nazionale - Negli anni Sessanta era un pongista del club cittadino, ora sogna il bis per la società presieduta da Luca Colombo
Simone Spinicchia, già nazionale azzurro, è l’allenatore-giocatore della STT Lugano. ©Ti-Press/Samuel Golay
Raffaele Soldati
13.12.2023 06:00

Gli scacchi e il tennis tavolo sono le sue grandi passioni. I primi li pratica tutt’oggi anche con ambizioni agonistiche. Per lo sport che un tempo chiamavano «ping pong» ora si considera invece un semplice suiveur. Giorgio Lundmark, zio di Beatrice Lundmark, già campionessa svizzera di salto in alto, ci racconta la sua storia. «Sono nato a Stoccolma da un padre svedese ed una madre ungherese. Sono però cresciuto in Ticino e naturalizzato svizzero. Il mio DNA non mente: insieme ad uno spirito un po’ magiaro e un po’ scandinavo, ora mi sento anche molto luganese. Proprio in questa città ho trascorso la mia gioventù. Negli anni Sessanta me la cavavo piuttosto bene nel Tennis Tavolo. Soprattutto a livello giovanile. I miei compagni di allora erano Giorgio Conti e Amedeo Gabella, che pure sono stati alla presidenza della STT Lugano, società nata nel 1950 con il nome di Ping Pong Club Lugano».

Parte da lontano Giorgio Lundmark. Ma lo fa anche per parlare del movimento pongistico che frequenta tuttora in Via al Chioso. E subito ci fa notare che la STT Lugano, presieduta da Luca Colombo, meriterebbe più di poche righe sui giornali. «Lugano è il punto di riferimento della Svizzera italiana in questo sport - sottolinea il nostro interlocutore -. Nel 2023, per la prima volta nella sua storia, ha conquistato il titolo svizzero». Un percorso sportivo, come ha d’altra parte detto più volte lo stesso Colombo, iniziato una dozzina di anni fa con la seconda promozione in LNA. Rispetto ai tempi di Lundmark, anche il tennis tavolo è cambiato. «Fondamentale per quanto riguarda il salto di qualità - prosegue lo zio dell’ex altista luganese Beatrice Lundmark - è stata la scelta di ingaggiare quale allenatore-giocatore Simone Spinicchia - già top 5 in Italia - e poi l’ex nazionale ungherese Csaba Molnar, trasferitosi in Ticino per ragioni professionali. Attorno a questi due giocatori di alto livello internazionale, a cui si è poi aggiunto l’over 50 russo Dimitri Bobrov, si è dunque creato un bel gruppo di giovani molto bravi. Ecco così spiegato il titolo conquistato. E, chissà, io ritengo che ci siano buone speranze che si possa centrare anche il bis».

Il primo sigillo della STT Lugano

Lundmark torna però sul primo sigillo della STT Lugano conquistato il 24 giugno scorso dopo un’epica sfida contro i campioni in carica del Lancy. «Dopo una stagione senza sconfitte è arrivato il capolavoro: un successo ai punti, perché dopo dieci incontri i due team erano in perfetta parità». E, poco più di un mese dopo, il 27 luglio, atleti e dirigenti sono stati ricevuti e applauditi a Palazzo Civico. Un altro momento da incorniciare per gli appassionati del nostro sport».

Lundmark torna indietro negli anni in cui lui stesso praticava il ping pong e non può fare a meno di ricordare un fenomeno svedese del passato. «In Scandinavia Jan-Ove Waldner è stato l’equivalente di Roger Federer. Batteva i cinesi, che erano i più forti al mondo. Non a caso, come Roger nel tennis, lo chiamavano il Mozart del Tennis Tavolo. In Europa la Svezia era un punto di riferimento, quello che adesso, forse, è la Germania».

Iniziative scacchistiche

Detto del Tennis Tavolo, Giorgio Lundmark ci tiene a spendere anche qualche elogio per le numerose iniziative scacchistiche che offre con regolarità il Ticino. «All’inizio del terzo millennio sono stato nel comitato centrale di Swiss Chess e da anni sono socio del Circolo scacchistico Mendrisio, unico team ticinese che dal 1996 fa parte delle dieci migliori squadre nazionali. Anche nel 2023 il nostro club, presieduto da P.P. Pedrini e capitanato da Sergio Cavadini, è riuscito a mantenere la squadra in serie A». Di questo va molto fiero il nostro interlocutore che, oltre a dividersi tra le sue grandi passioni, è pure un cultore della musica classica. «Soprattutto quella dei maestri ungheresi - precisa sorridendo - ma quando la musica è di alta qualità va gustata senza riferimenti geografici».

Il cortometraggio

L’ultima annotazione riguarda un cortometraggio di cui lo stesso Georg Ragnar Lundmark - questa è l’indicazione sul suo biglietto da visita - è il produttore. «Si intitola Chess and Art e parla dei grandi personaggi degli scacchi, di dirigenti di club e di grandi maestri. Dura una quindicina di minuti ed è stato girato a Budapest e in Italia».