L'episodio

Quando in campo si sfidano pure tv e servizi streaming

In NFL il match di playoff tra Miami e Kansas City, trasmesso esclusivamente sulla piattaforma on demand Peacock, ha stabilito un record che fa discutere - Il pubblico, «forzato» ad adeguarsi, ha riacceso il dibattito tra tradizione e innovazione
L’incontro tra Chiefs e Dolphins, disputato nel Missouri all’Arrowhead Stadium con il termometro fermo a -20 °C, è stato il quarto più freddo nella storia della NFL. © AP/Riedel
Nicola Martinetti
15.01.2024 23:45

La wild card game tra i Miami Dolphins e i Kansas City Chiefs, campioni in carica della NFL, verrà ricordata a lungo. E non soltanto perché all’Arrowhead Stadium, nel Missouri, le due squadre si sono affrontate mentre il termometro segnava la proibitiva temperatura di -4 gradi Fahrenheit (-20 gradi Celsius), che sugli spalti ha fatto esplodere le svariate lattine di birra dei presenti. No, al netto del gelo e dell’ennesima presenza di un’infreddolita Taylor Swift, fidanzata del tight end dei Chiefs Travis Kelce, la scena è stata rubata da un altro elemento di discussione: il record stabilito da Peacock, il servizio di streaming in possesso dell’esclusiva per la trasmissione dell’incontro valido per i playoff. Ma riavvolgiamo il nastro.

Il primo test lo scorso dicembre

Già nel corso della regular season Peacock, di proprietà della NBCUniversal, aveva dato vita a un evento inedito, assicurandosi - e in seguito diffondendo - in esclusiva la sfida dello scorso mese di dicembre tra i Buffalo Bills e i Los Angeles Chargers. Per la prima volta da quando esiste la NFL, detto altrimenti, un match è stato trasmesso solo e unicamente su una piattaforma on demand, a scapito dei tradizionali canali tv. L’esperimento, allestito a suon di milioni per l’acquisizione dei diritti, è stato poi riproposto lo scorso fine settimana in occasione dei playoff. Quando - per l’appunto - Miami e Kansas City si sono affrontate nel primo round, in una partita che ha visto i detentori del trofeo Vince Lombardi imporsi per 26 a 7.

Tutti felici? Non proprio

Al termine del confronto, Peacock ha reso noto che il quarto incontro più gelido nella storia della NFL è pure risultato essere l’evento in streaming più seguito nella storia degli Stati Uniti, con una media di 23 milioni di visualizzazioni. Il servizio di NBCUniversal, nel suo comunicato ufficiale, non ha esitato a definirla «una pietra miliare nella storia dello sport e dei media», evidenziando come durante la sua trasmissione, la partita abbia monopolizzato il 30% del traffico internet del Paese a stelle e striscie.

Un successo senza limiti, dunque. O forse no. Già, perché al netto dei dati statistici e delle apparenze, il riscontro dell’opinione pubblica ha altresì evidenzato un certo malcontento, espresso a gran voce da parte degli appassionati. In molti non hanno esitato a definirla la goccia che ha fatto traboccare il vaso, nel contesto di un panorama mediatico che attorno alla lega statunitense aveva già recentemente subito degli importanti scossoni, con il costante avvento di nuovi attori. Il risultato di questo processo è stata una crescente diversificazione nella distribuzione del prodotto, che ha imposto - e continua a imporre - al consumatore delle scelte riguardo a dove e come fruire degli incontri della NFL. Scelte che, va da sé, lo spettatore medio eviterebbe volentieri di effettuare. E che in ultima istanza finiscono col mettere a confronto la tradizione delle storiche trasmissioni tv, e l’innovazione delle più recenti piattaforme on demand.

Un successo relativo

Oggi, ad ogni buon conto, il dibattito rimane invero circoscritto, poiché di fatto la costellazione mediatica resta ampiamente sbilanciata in favore della tradizione. Lo stesso giorno di Chiefs-Dolphins, per dire, la sfida tra i Cleveland Browns e gli Houston Texans, trasmessa in diretta tv da NBC, ha fatto registrare una media di 29 milioni di spettatori. Sei in più del record di Peacock, e senza proporre le gesta dei campioni in carica. Entrambe le partite non sarebbero comunque rientrate nella top 10 del 2023, capeggiata dal Super Bowl LVII - diffuso dal network Fox - con oltre 112 milioni di visualizzazioni. Il presente, insomma, racconta di un sistema che resta legato al passato, ma che nel contempo strizza l’occhio a nuove alternative. Che forse, in futuro, diverranno la normalità. E non solo per quanto concerne il football americano.

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