Tennis

Quelle sconfitte «impossibili», dai «Big 3» a Carlos Alcaraz

Agli US Open ha fatto rumore l'eliminazione del 21.enne spagnolo, uno dei favoriti per il titolo, battuto al secondo turno dall’olandese Botic van de Zandschulp (ATP 74) – Ma in passato anche i grandi Federer, Nadal e Djokovic sono scivolati inaspettatamente negli Slam
© AP/Matt Rourke
Fernando Lavezzo
31.08.2024 06:00

Vincitore di due Slam stagionali su tre (Roland Garros e Wimbledon), argento ai Giochi di Parigi e attuale numero 3 al mondo, Carlos Alcaraz ha salutato gli US Open al secondo turno, eliminato in tre set dal 28.enne olandese Botic van de Zandschulp, 74. giocatore del ranking. Un avversario che tre mesi fa, dopo aver perso al primo turno del Roland Garros contro Fabio Fognini, considerò persino l’idea di ritirarsi. Passata la frustrazione, Botic è ripartito dai Challenger. E ieri, sul cemento di New York, ha creato una delle più grandi sorprese degli ultimi anni.

Carlos Alcaraz, già vincitore di quattro Slam a 21 anni, non è il primo e non sarà l’ultimo campione a subire una sconfitta imprevedibile nei primi turni di uno Slam che lo vedeva tra i grandi favoriti. Prima o poi, ci sono passati un po’ tutti. Compresi i «Big 3»: Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic.

Roger e l’incubo Stakhovsky

Nel 2001 il 19.enne Roger Federer si rivelò in tutto il suo splendore eliminando Pete Sampras negli ottavi di Wimbledon. Nel luglio del 2002 – pur non avendo ancora vinto uno Slam – era dunque tra i più attesi sull’erba londinese. Ecco perché la sua eliminazione al primo turno contro il croato Mario Ancic (ATP 154), da numero 9 al mondo, fece rumore. Così come quella incassata al primo turno del Roland Garros del 2003, da numero 5, contro il peruviano Luis Horna (ATP 88). Inciampi giovanili. A restare nella storia è stata semmai la sconfitta subita dal basilese nel secondo turno di Wimbledon del 2013, da numero 3 al mondo e da campione in carica, contro lo sconosciuto ucraino Sergiy Stakhovsky (ATP 116). Inattesi anche il K.O. al terzo turno degli Australian Open del 2015 contro l’italiano Andrea Seppi (ATP 46) e quello agli ottavi degli US Open del 2018 contro l’australiano John Millmann (ATP 55).

Rafa, non solo Söderling

Rafael Nadal fece irruzione sulla scena nel 2005, dominando la stagione sulla terra rossa e vincendo il suo primo Roland Garros due giorni dopo il suo 19. compleanno. Nello stesso anno non trovò invece il feeling né con Wimbledon, dove si presentò da numero 3, ma uscì al secondo turno contro il lussemburghese Gilles Müller (ATP 69), né con gli US Open, dove salutò ai sedicesimi contro James Blake (ATP 49). Questione di inesperienza e adattamento alle superfici. La prima vera sorpresa in negativo, Rafa la regalò al Roland Garros del 2009, uscendo agli ottavi contro lo svedese Robin Söderling (ATP 25), poi battuto da Federer in finale. Tra il 2012 e il 2015, il maiorchino infilò quattro Wimbledon da incubo uscendo nel secondo turno contro il ceco Lukas Rosol (ATP 100), nel primo contro il belga Steve Darcis (ATP 135), negli ottavi contro l’esordiente australiano Nick Kyrgios (ATP 144) e di nuovo al secondo turno contro il tedesco di origini giamaicane DustinBrown (ATP 102).

Nole, ti ricordi di Istomin?

Novak Djokovic iniziò a flirtare seriamente con gli Slam nel 2007, raggiungendo due semifinali (Roland Garros e Wimbledon) e una finale (US Open). Nel 2008, dopo aver trionfato agli US Open e perso la semifinale a Parigi, salutò Wimbledon già al secondo turno, da numero 3, perdendo contro Marat Safin, ormai crollato al numero 75 e vicino al ritiro. Tra gli scivoloni più clamorosi del serbo si ricordano soprattutto quello al terzo turno di Wimbledon 2016, da numero uno, contro lo statunitense Sam Querry (ATP 41) e quello del 2017, da numero 2, nel secondo turno degli Australian Open contro l’uzbeko Denis Istomin (ATP 117). Nel gennaio del 2018, dopo quasi sei mesi di stop, fece notizia la sconfitta agli ottavi di Melbourne contro il sudcoreano Chung Hyeon (ATP 58).