Il personaggio

Giorgio Rocca si racconta: la vita oltre i trofei

L’ex sciatore italiano, ma di mamma svizzera, apre il libro dei ricordi e soprattutto racconta il suo lato lontano dai riflettori, fatto di coccole in famiglia e tanti impegni
Giorgio Rocca con Gaia. © GR
Michelle Uffer
09.02.2021 21:18

Non credo di peccare di negligenza se non mi soffermo troppo sulle presentazioni, la persona in questione non ne ha davvero bisogno. Sono passati dieci anni dal suo addio alle competizioni, ma l’ex campione di sci è tutt’altro che caduto nel dimenticatoio. Imprenditore di successo, padre di quattro figli ed una vita a tutta velocità.

Forse però, un particolare a qualcuno sfugge. Abituati a vederlo sfrecciare sugli sci difendendo i colori della vicina Italia, è possibile che siano passate inosservate le sue origini (per metà) rossocrociate. Nato a Coira da madre svizzera, Giorgio Rocca trascorre i primi due anni della sua vita nei Grigioni con il suono della lingua romancia nelle orecchie e le basi di un grande senso di organizzazione, tipicamente svizzero, consolidatosi poi negli anni. Il più grande lascito della sua parte italiana, invece, sono senza dubbio il suo essere espansivo e l’amore per la buona tavola.

Infanzia ed adolescenza passano con gli sci ai piedi, sognando di diventare un grande campione. Un sogno che lo accomunava a molti altri sciatori in erba e che, per lui, ha accorciato le distanze con la realtà a 17 anni: «In quel momento ho davvero capito che potevo farcela, che diventare un campione non era più soltanto un sogno». Da li in avanti, è storia che tutti noi conosciamo. Ed ora, una decade dopo aver abbandonato il circo bianco, Giorgio può essere fiero di essersi costruito un mondo che gli calza a pennello dando vita alle sue tre accademie di sci (St. Moritz, Livigno e Crans Montana).

Partiamo da una tua famosa citazione, per cui la curva perfetta non esiste ma va trovata dentro ad ognuno di noi: quale è dunque la tua personale curva perfetta?

«Quando in un preciso momento riesco a trovarmi in equilibro con la mente e con il corpo. È proprio questa la mia curva perfetta, ed ogni volta mi porta a provare un’emozione indescrivibile a parole. Nella vita, se riesci a concentrarti davvero, puoi far combaciare la parte pratica a quella mentale ed arrivare così a conquistare la tua idea di curva perfetta. Sono momenti carichi di magia».

Ex sciatore professionista, imprenditore di successo e testimonial conteso da molti brand che farebbero a gara per collaborare con te: come scegli i tuoi partner?

«Devono rappresentarmi ed essere in linea con la mia persona. Innanzitutto scelgo la qualità e l’eleganza, sia per me stesso sia per le mie accademie di sci. Armani rappresenta l’eleganza assoluta, Hublot il tempo (fondamentale sia nella mia vita passata sia in quella presente), Maserati la velocità, ed Haribo mi riconcilia con il bambino che c’è in tutti noi. Insomma, in questi e negli altri miei partner, cerco qualcosa di me».

Nei tre mesi estivi posso rilassarmi anche io
Giorgio Rocca spiega le traiettorie da seguire ad un suo allievo. © GR
Giorgio Rocca spiega le traiettorie da seguire ad un suo allievo. © GR

Seguendolo sui social network, si scopre una vita vissuta a tutta velocità, dove la noia non ha nemmeno lontanamente il coraggio di affacciarsi. 80mila chilometri annui sono la distanza che Giorgio percorre in automobile per destreggiarsi tra tutte le sue attività, senza mai accusare il colpo, spinto da una grinta ed una forza che farebbero invidia a molti. Nei mesi in cui si può sciare, non c’è praticamente tregua, la sveglia suona spesso all’alba e gli appuntamenti devono incastrarsi come in un tetris. La testa, quando la fatica inizia a farsi sentire, corre però veloce a fine a maggio perché «nei tre mesi estivi posso rilassarmi anche io» racconta. «Dunque, nei momenti di maggior tensione, penso a quando la stagione sarà finita e potrò rilassarmi un po’». E, sempre dai social media, si scopre un Giorgio molto attivo che ama pubblicare foto e video sia professionali sia privati.

Un lavoro o un divertimento?

«Chi mi segue lo fa perché è interessato a ciò che faccio, ed io cerco di trasmettere delle emozioni che immagino possano far piacere ai miei follower. Non c’è esibizionismo, ma piuttosto la voglia di condividere alcuni sprazzi della mia vita intrattenendo in maniera positiva chi ha piacere di seguirmi».

Hai un’immagine molto chiara di questi nuovi mezzi di comunicazione che, a tuo avviso, sono molto democratici.

«Non importa se sei un campione del mondo, un cantante famoso o un politico importante, la realtà è che siamo tutti essere umani».

E veicolare i messaggi giusti, anche tramite questi mezzi, è fondamentale perché «i grandi successi arrivano dal cuore, arrivano dalla passione e non certo dai soldi. Con quelli nello sport non si vince, si vince con la fatica e la dedizione». Un insegnamento che Giorgio cerca di far arrivare anche ai suoi quattro figli, tre maschi ed una femminuccia (che è la più piccolina e con la quale ammette di essere un po’ più accondiscendente e coccolone). Gli hobby di Giorgio, neanche a dirlo, sono i suoi figli. Soprattutto con i tre maschi pratica ogni tipo di sport, senza forzarli, ma cercando di trasmettere loro il suo entusiasmo.

E le sue orme? Al momento il più piccolo dei tre fratelli sta prendendo la direzione intrapresa anni fa dal padre, e Giorgio sembra essere molto sereno a riguardo. Ma su una cosa si sbilancia: Francesco che ha 12 anni, gareggerà per i colori rossocrociati: «Non ci sono paragoni, la Svizzera gli offre un futuro più sicuro e a livello di opportunità non c’è confronto».

E poi c’è lei, Gaia, la donna che da dieci anni è al suo fianco ed è la madre della loro piccola Greta. «L’ho conosciuta in una serata luganese dopo un anno dalla separazione con la mia prima moglie» dice.

Come l’hai conquistata?

«Gaia mi è subito piaciuta, e quando una donna mi piace non le do tregua: tra chiamate ed appuntamenti sono un vero martello. E poi c’è anche un aneddoto carino che mi ha fatto innamorare di lei ancora di più: stavamo assieme da tre mesi circa, e ad un evento molti ragazzini iniziarono a chiedermi un autografo. Lei ne rimase stupita, fino a quel momento non aveva ancora ben capito chi fossi». Un amore sano, il loro. E la grande differenza Gaia l’ha fatta sin da subito amando tutta la famiglia: i tre figli maschi, che Giorgio ha avuto dal precedente matrimonio, hanno trovato in lei un prezioso riferimento, una donna che li adora come se fossero i suoi, ma senza volersi in nessun modo sostituire al ruolo della loro madre.

La pandemia? Ho imparato ad abbracciare maggiormente la famiglia
Giorgio Rocca con Gaia nell’ambiente più naturale per il campione: la neve. © GR
Giorgio Rocca con Gaia nell’ambiente più naturale per il campione: la neve. © GR

Parliamo ora della situazione sanitaria mondiale, riesci a tenere alto l’ottimismo o vivi dei momenti di sconforto anche tu?

«Cerco sempre di sdrammatizzare, trovando le soluzioni migliori per rimanere sano e non essere drammatico. Abbiamo imparato ad abbracciare maggiormente la famiglia, ad apprezzare i momenti di relax tra le mura domestiche, il buon cibo preparato in casa ed il piacere delle piccole cose. Professionalmente sono sincero nel dire che per fortuna abbiamo potuto aprire le accademie svizzere, perché a Livigno non è stato possibile e se avessimo dovuto chiudere tutto anche qui, sarebbe stato davvero un colpo basso anche per me».

Sei un grande ottimista, positivamente testardo e un grande trascinatore, quale è il tuo personale messaggio di conforto che vuoi lasciare in questo momento così delicato?

«Non mollate mai, siate tenaci, e cercate di trovare il modo per sorridere almeno una volta al giorno».

Giorgio Rocca, un campione rimasto fedele ai suoi principi, amante dello sport a tutto tondo e totalmente dedito alla famiglia. Scusate se poco.

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