Freestyle

«I Mondiali come tappa per la crescita sportiva»

Giacomo Matiz, allenatore dei freestyler ticinesi, parla della maturazione dei giovani rossoblù che affrontano un'intera stagione di Coppa del mondo e che sono reduci dalle gare iridate in Georgia
Il freestyler ticinese Martino Conedera, ha partecipato ai Mondiali di Bakuriani con i compagni di team, Paolo Pascarella ed Enea Buzzi. © Ti-Press/Samuel Golay
Raffaele Soldati
28.02.2023 06:00

Paolo Pascarella, Enea Buzzi e Martino Conedera tornano oggi da Bakuriani, capitale degli sport invernali della Georgia. È lì, nella catena montuosa del Trialeti (Piccolo Caucaso), che hanno partecipato alla loro prima esperienza in un Mondiale di freestyle nella specialità delle gobbe. «Al di là dei risultati, l’esperienza è stata bellissima», dice il loro allenatore, Giacomo Matiz. L’ex nazionale azzurro, che dal 2015 collabora con TiSki e che dal 2020 ha assunto il compito di responsabile del team elvetico dei Moguls raccogliendo a tutti gli effetti l’eredità di Andrea Rinaldi, che ricopre la carica di «Freestyle World Cup Race Director» in seno alla FIS, stila un bilancio positivo per i suoi atleti. «È già dalla scorsa stagione che Paolo, Enea e Martino frequentano le gare di Coppa del Mondo - prosegue Matiz - . Se un anno fa si erano limitati alle competizioni in Europa, quest’anno hanno affrontato in pratica tutto il calendario del Tour, fin dalle prime gare del mese di dicembre, compresa la trasferta in Nordamerica. Penso che questa esperienza abbia permesso loro di crescere, sia sul piano agonistico, sia su quello personale».

Guardare oltre i risultati

L’allenatore ritiene sbagliato guardare unicamente ai risultati, che in genere vanno dal 30.esimo al 40.esimo posto. «Lo ribadisco - sottolinea ancora Matiz - .Quello che conta per i ragazzi, ma anche per me che li accompagno nelle loro avventure sportive ai più alti livelli e per il preparatore acrobatico Juan Domeniconi, è l’aspetto prettamente sportivo. Da questo punto di vista, lo ripeto, sono più che soddisfatto. Considero questi Mondiali in Georgia, caratterizzati dall’ennesimo successo del canadese Mikaël Kingsbury mentre in campo femminile ha invece primeggiato la francese Perrine Laffont, una tappa di transizione in vista di altri appuntamenti di spessore, a incominciare dai prossimi Mondiali, che si terranno a St. Moritz, in Engadina, nel 2025. L’anno successivo, nel 2026, ci sarà invece l’edizione dei Giochi olimpici di Milano-Cortina. La partecipazione ad un evento di questa portata sarebbe naturalmente benvenuta. Noi, lo confesso, stiamo lavorando in prospettiva proprio per questo traguardo».

Un lavoro in prospettiva

Secondo l’allenatore del team rossocrociato, il percorso di crescita è lungo e impegnativo. Ma le premesse per raggiungere quanto auspicato ci sono, anche se, come tiene ad indicare «adesso non si può dare niente per scontato».

Ma dopo questa avventura a Bakuriani, come proseguirà il calendario di Pascarella, Buzzi e Conedera? «Intanto - risponde Matiz - torniamo a casa e per circa una settimana e potremo tutti ricaricare le batterie. Il prossimo appuntamento sono le gare di Coppa Europa in programma a St. Moritz l’8 e 9 marzo. Con i tre giovani ticinesi ci dovrebbe essere anche il veterano Marco Tadè, che si è ripreso dall’infortunio subìto all’inizio di questa stagione e che ha già manifestato il desiderio di tornare a disputare qualche competizione in questa seconda parte della stagione».

Spirito di collaborazione

L’allenatore del team elvetico è convinto che la presenza di Tadè sia un ottimo incentivo per consentire ai più giovani di crescere ulteriormente. «Parlavo di esperienza - conclude il tecnico- ma anche dello spirito di collaborazione che nel gruppo dei freestyler rossoblù non è mai venuta meno. Questo spirito è un valore aggiunto che constato a più livelli. D’altra parte ne avevo beneficiato io stesso quando ero atleta sotto la guida di Andrea Rinaldi. E quest’ultimo, ancora oggi, nonostante i suoi notevoli impegni nella FIS, ha sempre un occhio di riguardo nei nostri confronti. A volte per un consiglio, altre per dare continuità ad un lavoro che parte dal basso, con i giovanissimi, anche grazie a Deborah Scanzio.