Sci alpino

Lara incorona Wendy: «Il 95% della medaglia è merito suo»

Gut-Behrami sottolinea la straordinaria prova in slalom di Holdener, decisiva ai fini dell'argento nella combinata a squadre ai Mondiali di Saalbach
© KEYSTONE/JEAN-CHRISTOPHE BOTT
Red. Sport
11.02.2025 15:43

Si sblocca il contatore del team rossocrociato al femminile. E si sblocca pure Lara Gut-Behrami, capace di mettersi al collo la medaglia d’argento insieme a Wendy Holdener nella «nuova» e prima combinata a squadre della storia iridata. Ai Mondiali di sci di Saalbach, insomma, la Svizzera ha vissuto un’altra giornata di festa. Merito del «dream team» schierato da Swiss-Ski nella prova che univa una manche di discesa e una di slalom. Dopo le delusioni nel superG e nella libera di sabato, dicevamo, Gut-Behrami ha ritrovato il sorriso e un posto sul podio. E per lei, in carriera, si tratta del nona volta. A vestire Lara d’argento, invero, è stata Holdener, protagonista di una straordinaria manche tra le porte strette. La specialista elvetica ha recuperato addirittura undici posizioni, piegandosi solo alla forza degli USA e delle amiche di sempre Breezy Johnson e Mikaela Shffrin.

Ma quale pressione

Gut-Behrami ha preferito seguire la prestazione della compagna lontana dalle telecamere. «Vederle puntate su famigliari e squadre non mi è mai piaciuto» ha spiegato ai microfoni della RSI. «Wendy, ad ogni modo, è stata eccezionale e una volta al traguardo l’ho infine raggiunta, felicissima per ciò era stata in grado di fare». E cioè il miglior tempo di manche e una rimonta pazzesca. «Wendy è una garanzia in slalom» ha indicato Lara: «Parliamo di una delle atlete più costanti della disciplina. E se c’è una sciatrice che non ha problemi con la pressione, beh, è proprio lei. Insomma, dentro di me era sicura potesse farcela».

Anche Holdener ha affrontato sicura dei propri mezzi. «A conti fatti, non mi ha infastidito ritrovarmi nella condizione di dover recuperare così tante posizioni. Entrambe, semplicemente, sapevamo di dover dare il massimo». Già. Anche se Gut-Behrami, con grande onestà, ha riconosciuto che «il 95% della medaglia è merito di Wendy». La ticinese, prima di pranzo, non era infatti riuscita a trovare una volta per tutte le migliori sensazioni e le giuste linee sulla pista Ulli Maier. Più veloce della 33.enne di Comano, per esempio, era risultata Corinne Suter, protagonista del 9. tempo parziale a 1’’04 dalla leader Lauren Macuga. Camille Rast, sua compagna e in testa alla classifica di specialità in Coppa del Mondo, non è però stata perfetta in slalom, accusando 76 centesimi dall’oro e 23 dal bronzo, andato alle austriache Venier e Truppe. Le altre due coppie svizzere - Nufer-Christen e Blanc-Meillard - hanno da parte loro terminato fuori dalla top 10.

Von Allmen-Meillard, che duo

Domani tocca invece agli uomini. E le chance di salire sul podio, se vogliamo, sono ancora più importanti. Vero, non ci sarà Marco Odermatt, che ha preferito concentrarsi sul gigante di venerdì, ma le quattro coppie plasmate da Swiss-Ski promettono bene. Il«dream team» rossocrociato è composto da Franjo von Allmen, medaglia d’oro in discesa, e lo slalomista di punta Loïc Meillard. Occhio però anche alle ambizioni e alla qualità del duo Alexis Monney-Tanguy Nef. Completano la squadrona elvetica, l’unione tutta vallesana di Justin Murisier-Daniel Yule e la coppia Stefan Rogentin-Marc Rochat.

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