L’esplosione di Caviezel: «Ho fatto bene a combattere»

Quattro gare, tre podi. La tournée nordamericana ha permesso a Mauro Caviezel di rivolgere su di lui gran parte delle attenzioni che erano inizialmente rivolte a Beat Feuz. Il grigionese è il primo ad esserne sorpreso e preferisce mantenere un profilo basso. La pazienza è la sua grande qualità. Lo sciatore di Tomils commenta il suo momento magico con semplicità e filosofia. Caratteristiche che, d’altra parte, ha sempre avuto. Disputò la sua prima gara di Coppa del mondo a 20 anni e conquistò il suo primo podio a 29, nella scorsa stagione. Si dice che gli specialisti della velocità hanno bisogno di più tempo per emergere. Mauro ha dovuto aspettare un’eternità, ma ne è valsa la pena. Al podio conquistato un anno fa nel superG ad Aspen, se n’è aggiunto un altro nella stessa specialità in questa stagione a Lake Louise. E poi è arrivato il fantastico fine settimana di Beaver Creek con due secondi posti, quello nella discesa vinta dallo stesso Feuz e quello nel successivo superG firmato dall’austriaco Franz. Risultati che gli consentiranno di partire con il pettorale rosso nel prossimo superG che si terrà in Val Gardena. «Non mi sono mai messo fretta. Più volte in carriera ho dovuto lottare con me stesso. Posso dire che le difficoltà mi hanno temprato. E adesso sto vivendo un momento incredibile. Nella mia testa c’è sempre stata la speranza di ottenere grandi risultati, anche quando stentavo ad affermarmi. Adesso apprezzo doppiamente questo inizio di stagione». Il debutto in Coppa del mondo di Mauro risale a dieci anni fa. Partecipò allo slalom di Kranjska Gora nel 2008 con il numero 66. In quell’occasione non arrivò in fondo. Per trovare un posto tra i primi venti dovette aspettare a lungo: nel 2014 concluse in 12. posizione la combinata di Wengen. E pochi giorni dopo, sempre in combinata, si classificò 5. a Kitzbühel. L’esplosione nelle discipline veloci è però ancora più tardiva. Risale alla stagione 2016-2017: 10., 15. E 9. A Kvitfjell (Norvegia) e poi, come detto, quel primo podio in superG sulle nevi di Aspen nel 2017. E non va dimenticata la medaglia di bronzo conquistata ai Mondiali di St. Moritz. Intanto Caviezel si è soprattutto distinto per la costanza e la regolarità ai più alti livelli. Sono infatti seguiti due 6. posti nella scorsa stagione a Kvitfjell e ancora il 7. posto, ancora in superG nelle finali di Are.
Caviezel, dicevamo, ha stretto i denti più di una volta in carriera. Soprattutto nel 2011, quando si rifiutò di seguire le indicazioni di un medico di Swiss-Ski, che gli aveva suggerito di lasciare le competizioni dopo un serio infortunio al ginocchio e alla spalla. Per un breve periodo, il grigionese aveva dovuto muoversi con la sedia a rotelle. Un ricordo amaro, ma importante perché anche quell’esperienza ha contribuito a forgiargli il carattere. «Uno sciatore – dice – sa perfettamente che la sua vita non è rose e fiori. Bisogna prendere in conto anche la possibilità di dover affrontare seri infortuni e di dover trascorrere periodi in ospedale».
Grazie all’aiuto del fisioterapista Rolf Fischer e, soprattutto, grazie a Silvano Beltrametti (ndr: l’elvetico rimasto tetraplegico dopo una terribile caduta a Val d’Isère nel 2001), Mauro, ha saputo riprendersi sul piano psicologico, prima ancora che fisico. Un altro legame con lo sfortunato Beltrametti è il preparatore fisico di Caviezel, Tom Jäger. Quest’ultimo è infatti un amico d’infanzia dello sfortunato grigionese che ha dato il nome alla pista di Lenzerheide.
Quando chiedono a Mauro delle riflessioni sulla sua carriera e se ha pensato spesso a che tipo di atleta sarebbe diventato senza gli infortuni ai quali è andato incontro, lui risponde in modo schietto: «Con i se e i ma non risolvi nulla. Devi prendere le cose come capitano. Non vedo cosa serva rimuginare sul passato e su quanto avrebbe potuto succedere. So soltanto che ho fatto bene a tenere duro e a continuare a sciare e a credere nelle mie possibilità».
Intanto, dopo la tournée americana, gli uomini sono tornati in Europa e si apprestano ad affrontare due gare a Val d’Isère: il programma prevede domani un gigante (10.00/13.00) e domenica uno slalom (9.30/13.00). Gli occhi sono puntati su un altro grigionese, che è stato protagonista a Beaver Creek. Alludiamo a Thomas Tümler, la grande sorpresa della gara tra le porte larghe, dove ha conquistato il suo primo podio in Coppa del mondo partendo con il numero 48 e ricuperando la bellezza di 18 posti dopo essersi classificato 21. nella prima manche. Per lo sciatore di Samnaun, che ha ceduto il passo solo al tedesco Luitz e al fuoriclasse austriaco Hirscher, un exploit d’altri tempi. Riuscirà Thomas a ripetersi? E riusciranno gli altri elvetici (Loïc Meillard , Gino Caviezel ed Elia Zurbriggen) a confermare il buon rendimento mostrato negli Stati Uniti. I responsabili di Swiss-Ski ci sperano. Uno degli obiettivi stagionali è proprio quello di ritrovare i gigantisti tra i protagonisti.