Sci alpino

Marco Odermatt e gli altri: il magic moment dei discesisti svizzeri

A Wengen la squadra rossocrociata ha firmato la quarta doppietta in altrettante discese di Coppa del Mondo in stagione – Il vincitore: «In questo momento funziona tutto, il clima è ottimo»
Marco Odermatt, al centro, e il secondo classificato di Wengen Franjo von Allmen, a sinistra. © KEYSTONE/PETER KLAUNZER
Red. Online
18.01.2025 16:00

Niels Hintermann a Kvitfjell, Justin Murisier a Beaver Creek, Marco Odermatt in Val Gardena e Alexis Monney a Bormio. Le quattro discese di Coppa del Mondo disputate prima della classica di Wengen, beh, avevano sorriso ai colori e agli atleti rossocrociati. «Odi», con un capolavoro da fenomeno qual è, ha assicurato alla Svizzera la quinta vittoria consecutiva. Lanciandosi a tutta velocità lungo il Lauberhorn e chiudendo davanti a tutti, nonostante un errore nel finale. Non solo, escludendo Kvitfjell e rimanendo a questa stagione, in tutte e quattro le discese sin qui disputate la squadra svizzera ha firmato la doppietta. Piazzando, cioè, uno suo esponente anche al secondo posto. Franjo von Allmen, rimanendo al Lauberhorn. Sensazionale, già.

«In questo momento funziona tutto, il clima in squadra è ottimo, penso anche al rapporto con lo staff e gli allenatori» ha riconosciuto, a margine della gara, proprio Odermatt. Il quale ha parlato altresì di fortuna. O, meglio, del fatto che lo stato di forma generale è buono, se non ottimo. «E a noi, in fondo, non resta che divertirci». A proposito di fortuna, Odermatt è sceso con il pettorale numero 13: «Prima del sorteggio dei pettorali – ha spiegato al riguardo il fenomeno elvetico – pensavo che mai e poi mai avrei voluto questo numero qui a Wengen. Ma, alla fine, devi saper sfruttare qualsiasi numero, a maggior ragione se in realtà è un buon numero. Pochi secondi prima di partire ho sentito il pubblico esultare, al che ho capito che Franjo era in testa e, parallelamente, che era possibile ottenere qualcosa anche con il mio pettorale». Il fatto che sia arrivata l’ennesima doppietta, un buon viatico in vista di Kitzbühel, «rende la festa odierna ancora più bella» ha concluso Odermatt. «Non penso di dover spiegare a Franjo come si fa a festeggiare».

Von Allmen, dal canto suo, si è goduto un momento in particolare. «Quello in cui ho tagliato il traguardo e ho visto tutte quelle bandiere svizzere» ha raccontato il 23.enne dell’Oberland bernese. «Quando sei al cancelletto, ma anche quando scendi lungo la pista, non vedi né senti i fan. Li ignori, di fatto. Dopo aver vinto il superG, ieri, non è stato facile ritrovare in fretta la giusta concentrazione. Sapevo, però, di non dover dimostrare nulla a nessuno».