Zenhäusern è impaziente: «Ho voglia di ripartire»

Ramon Zenhäusern, che aveva concluso con un successo in slalom la scorsa stagione di Coppa del mondo a Soldeu (Andorra), non vede l’ora di ricominciare. «Mi sento bene fisicamente. La mia schiena è più o meno sotto controllo. La testa mi dice che posso ancora essere tra i protagonisti nella specialità», ha detto il vallesano nell’ambito del recente Media Day di Swiss Ski a Dübendorf. Ramon, argento olimpico tra le porte strette nel 2018 a Pyeongchang - nel 2022 a Pechino chiuse al 12. posto - è sulla breccia da diversi anni. «Nelle ultime sei stagioni, tra alti e bassi, ho mostrato una certa continuità. Non posso certo lamentarmi», ha sottolineato il gigante di Bürchen. La forza di questo atleta di oltre 2 metri, che in gioventù era anche un discreto tennista, sta nell’agilità delle gambe e nella serietà con cui affronta ogni gara. «L’impegno ce lo metto sempre. Ma in slalom basta davvero pochissimo per non arrivare in fondo. È chiaro che speculare non è possibile. Nessuno lo fa. Io stesso mi lancio sempre all’attacco. A volte con successo, altre meno. E so che lo stesso accade per i miei avversari più profilati, tra i quali c’è naturalmente il compagno di squadra Daniel Yule».
Sei vittorie in CdM
Sei sono finora state le vittorie in Coppa del mondo di Zenhäusern, le prime due nei City-Event di Stoccolma (2018 e 2019). Qualcuno, con un po’ di malizia, aveva anche inizialmente definito Ramon lo specialista degli appuntamenti cittadini. Lui, che è uno sciatore intelligente - ha conseguito una laurea in economia presso la FernUni Schweiz- e che è particolarmente spiritoso, ha avuto pazienza. Ha anzi mostrato tutto il suo potenziale anche su piste classiche del circuito. Così sono arrivati i successi a Kranjska Gora (2019), in Alta Badia (2020) e, nella scorsa stagione, a Chamonix e Soldeu. Non si vincono più gare per caso. E, soprattutto, non si finisce al terzo posto nel ranking della specialità se i risultati latitano. Davanti a Ramon (467 punti), nel marzo scorso erano finiti solo due fuoriclasse come i norvegesi Lucas Braathen (546) e Henrik Kristoffersen (546).
Ma cosa si aspetta il vallesano da questa stagione? «Sulla base della preparazione - sottolinea Ramon - sono fiducioso. Il lavoro svolto in estate, anche durante lo stage in Sudamerica, mi ha dato delle conferme. Certo, si tratta solo di sensazioni, che dovranno esser verificate quando inizieremo a fare sul serio. La stagione per i gigantisti inizia alla fine di ottobre. Poi dovrebbe essere il turno dei velocisti con le discese di Zermatt-Cervinia. Noi dello slalom dobbiamo attendere fino al 18 novembre. Sarà un debutto inedito con l’introduzione della nuova gara di Gurgl, in Austria. Lì potremo avere le prime vere indicazioni. Ci sarà insomma, finalmente, un confronto diretto con i migliori specialisti di Coppa del mondo. Sarà ad ogni modo importante avere pazienza. Nella scorsa stagione il mio inizio non è stato brillante. Ci avevo messo un po’ ad ingranare. In gennaio, sono arrivato secondo a Schladming. In febbraio mi sono imposto a Chamonix. Ai Mondiali di Courchevel mi sono dovuto accontentare del 9. posto ma un mese dopo c’è stata la conclusione in bellezza a Soldeu».
Avversari profilati
Quali sono gli avversari che Zenhäusern teme di più? «Non si tratta tanto di temere i colleghi - risponde - . Per tutti ho una grande stima. E posso anche dire che in generale io sono uno che va d’accordo con tutti. In slalom, anche se di fatto vanno a podio spesso gli stessi, la concorrenza è piuttosto grande. Braathen e Kristoffersen, certo, sono la punta dell’iceberg. Non faccio altri nomi perché la lista sarebbe troppo lunga. Dico però che tutti dovranno nuovamente fare i conti anche con Daniel Yule e con me. Forse anche con altri sciatori del team elvetico, alcuni già collaudati, altri che stanno crescendo».