«Se tutto va bene torneremo a gareggiare nel tardo autunno»

Sognava gli Europei e, forse, anche i Giochi olimpici. Per i quali inseguiva ancora i limiti. Noè Ponti, nominato per due anni di fila sportivo ticinese tra le speranze, non demorde. Guarda con filosofia al futuro. Fa tesoro delle più o meno recenti esperienze agonistiche di alto livello. E ci parla anche dei due mesi in cui non ha potuto nuotare.
Torniamo indietro di qualche mese. Come hai vissuto la prima fase della pausa competitiva, quando è scoppiata la pandemia da coronavirus?
«A fine febbraio stavamo svolgendo a Lanzarote un campo di allenamento con il team di Swiss Swimming. Sentivamo le notizie sempre più allarmanti, che però non riguardavano ancora la Svizzera. Questione di poco tempo. Sappiamo quello che è successo nello spazio di poche settimane. Chiusura delle scuole, delle strutture sportive e, naturalmente, delle piscine. Diciamo che ho smesso di nuotare poco dopo metà marzo. L’acqua, almeno in vasca, non l’ho vista per oltre due mesi».
Questo non significa però che non hai potuto proseguire gli allenamenti a secco.
«In effetti, come molti colleghi di altre discipline, ho cercato di svolgere una preparazione a secco con un paio di sedute al giorno. Il primo acquisto è stato una cyclette. Poi mi sono procurato i pesi ed altro materiale per tenermi in forma. La piscina, soprattutto nei primi giorni di sport casalingo, mi è mancata parecchio. Ma ci si abitua a tutto. Quando, poche settimane fa, c’è stata una ripresa dell’attività acquatica mi è quasi sembrato di volare dalla gioia. Mi sentivo come un pesce volante».

Questo per te doveva essere l’anno delle conferme. Anzi, quello di un ulteriore passo avanti nel mondo dell’alta competizione.
«Il primo grande obiettivo erano gli Europei, in calendario a Budapest dall’11 al 17 maggio. L’inevitabile cancellazione dell’evento ha reso vano tutto il lavoro effettuato nei mesi precedenti. Tieni conto che in aprile avrebbero anche dovuto aver luogo i Nazionali, che servivano per le qualificazioni ai Giochi olimpici. Per quest’anno niente. Tutto rimandato al 2021. Con molte incognite legate al proseguimento dell’attività agonistica. La Federazione internazionale deve ancora programmare, o meglio riprogrammare, le varie competizioni. Anche i Mondiali in vasca corta di Abu Dhabi non si potranno svolgere. Se tutto va bene, noi del nuoto torneremo a gareggiare nel tardo autunno».
In pratica non competi dal gennaio scorso. E ti sei fermato dopo aver ottenuto enormi soddisfazioni sul piano competitivo.
«Nel dicembre 2019 ero tornato felice dagli Europei di Glasgow. Gli stimoli erano stati notevoli. Quattro gare individuali di ottimo livello con tempi di assoluto pregio, senza contare la staffetta mista 4x50 m. Il processo di crescita agonistica lo avevo avvertito soprattutto realizzando il primato svizzero sui 100 m delfino in vasca corta (50’’82). Non male però anche i 200 delfino in 1’54’’01, i 200 stile libero in 1’45’’45 e i 200 misti in 1’55’’41».
Poco dopo la bella avventura in Scozia, avevi centrato la qualificazione per gli Europei in vasca lunga a Riccione.
«Sì, tutto sembrava andar bene. Per quanto riguarda i tempi, alludo ai 100 m delfino in 52’’60 e ai 200 m delfino in 1’58’’96».
Tra vasca corta e lunga i tempi sono un po’ diversi.
«In realtà sono due mondi diversi. Francamente non posso dire se preferisco uno o l’altro. Entrambi hanno un loro fascino, anche se di fatto è la vasca lunga ad avere un maggiore peso specifico».
Qual è stato l’ultimo meeting al quale hai partecipato?
«Quello di Ginevra nel gennaio scorso. Si è però trattato di gare interlocutorie, che non mi hanno dato nuove conferme. D’altra parte avevamo programmato di arrivare al top della forma per i mesi di aprile e maggio. Parlo al plurale perché penso sempre al lavoro che svolgo sotto la guida di Massimo Meloni e Andrea Mercuri, i due allenatori romani responsabili del centro sportivo di Tenero. Senza naturalmente dimenticare quanto fa per me il preparatore atletico, Simone Storni».
Hai 19 anni. Il nuoto è la tua grande passione, ma sappiamo che anche lo studio ha per te un ruolo importante.
«Intanto studio al liceo sportivo. Per chiudere il mio curricolo mi manca circa un anno. Le prospettive, almeno per il momento, sono due: sono in contatto con alcune università americane, ma non è detto che alla fine resti comunque in Svizzera. A tempo opportuno dovrò prendere una decisione. Non voglio mettermi fretta. L’indirizzo che vorrei scegliere è comunque quello dell’Economia».
Phelps è l’idolo, Federer il modello
«Non bisogna porsi dei limiti. Più sogni e più andrai lontano». Il motto è di Michael Phelps. Ma Noè Ponti lo ha fatto proprio. L’americano, considerato il più grande nuotatore di tutti i tempi, è il personaggio sportivo verso il quale il giovane locarnese guarda con maggiore interesse. «Se Phelps è il mio idolo, ci sono altri sportivi che seguo con vivo interesse, a incominciare da Roger Federer. Il basilese esercita su di me un fascino particolare. Da una parte perché è un fenomeno del tennis, dall’altra perché è un modello ineguagliabile di etica sportiva. Quella che purtroppo non hanno molti altri campioni di stazza».