Shaqiri: «Se segno con il Kosovo non esulto»
È già successo, nel marzo dello scorso anno. Quella, però, era una partita diversa. Un’amichevole, innanzitutto. E, per di più, disputata al Letzigrund di Zurigo. Kosovo-Svizzera di sabato, invece, potrebbe già valere una fetta importante della qualificazione a Euro 2024. Sia per una, sia per l’altra squadra. Oltre all’aspetto sportivo, la prima sfida ufficiale fra le due selezioni abbraccia però altre dinamiche. Intime e quindi emozionali. Pristina, dove i rossocrociati atterreranno questo pomeriggio, avrà un volto particolare per Xherdan Shaqiri, Granit Xhaka e Uran Bislimi. Un po’ casa, un po’ - ripensando al passato - luogo dal quale fuggire. A loro, giocatori elvetici di origine albanese, la Svizzera e la sua massima rappresentativa calcistica hanno regalato una pagina bianca sulla quale scrivere una storia diversa. Una storia di successo, anche. Ecco perché rimescolare il tutto produrrà qualcosa di particolare.
Tanti cugini, tanti biglietti
«Sarà un match speciale, è indubbio» ammette Shaqiri, nato a Zhegër - a sud-est di Pristina - nell’ottobre del 1991. «Anche se ho lasciato il Kosovo quando avevo solo un anno, le mie radici sono lì, così come buona parte della mia famiglia. E dal momento che ciascuno dei miei genitori ha nove tra fratelli e sorelle, i cugini abbondano. Non a caso, ho dovuto fare il massimo per permettere alla maggior parte di loro di ottenere un biglietto d’entrata allo stadio. Alcuni mi vedranno giocare dal vivo per la prima volta». L’accoglienza dei cari di XS sarà ovviamente calorosa. «Nonostante le ottime relazioni tra i due Paesi, i fischi al nostro indirizzo non sono da escludere» avverte il fantasista dei Chicago Fire. «Dovremo essere bravi a conviverci. L’esperienza per farlo, in ogni caso, non ci manca». Non solo: la Svizzera dovrà anche vincere, confermando lo status di grande favorita del gruppo I. «È un ruolo che non temiamo di ricoprire» afferma convinto Shaqiri, sottolineando però come il Kosovo «valga molto di più di quanto suggeriscano i soli 3 punti racimolati sin qui».
Questione di rispetto
Per avere la meglio, la squadra di Murat Yakin si affiderà anche alla classe e alle giocate di Shaqiri, 114 gettoni in Nazionale. «Come sempre farò di tutto per segnare od offrire un passaggio decisivo. Ma in caso di rete, questo è certo, non mi lascerò andare a esultanze gioia. E ciò nel rispetto di un Paese che è anche il mio».