Si sciolgono neve e record: rimonta storica per Yule

«Storico». Nello sport, soprattutto, nello sport, l’aggettivo è abusato. Quanto fatto da Daniel Yule a Chamonix, tuttavia, non richiama altri accostamenti. Per due ragioni. La prima: vincendo uno slalom dopo aver chiuso la prima manche con il 30. tempo, lo specialista svizzero è riuscito in un’impresa unica. La più grande, appunto, mai realizzata nello sci alpino. La seconda ragione? Beh, se il vallesano è riuscito a recuperare ventinove posizioni, rosicchiando oltre due secondi a Clément Noël - in testa al termine della prova iniziale - è dovuto proprio alle condizioni contingenti. Al momento storico, appunto, che nel riscaldamento climatico vede una delle principali variabili e sfide. Anche per il Circo bianco.
«Gli sci s’incollavano»
Sul pendio francese, per dire, la gara si è conclusa con 15 gradi all’arrivo. Arrivo posto a 985 metri d’altezza. E così, prima che si sciogliesse il precedente primato - guarda caso firmato sempre a Chamonix, sempre da uno svizzero: Sandro Simonet - a deteriorarsi progressivamente e rapidamente è stata la superficie nevosa. Noël, beniamino di casa e già vincitore due volte sulla Verte des Houches, non ha potuto fare altro che accogliere il terzo posto finale con realismo. «È così, è lo sci. Rimonte del genere sono già accadute. Possono accadere e accadranno ancora, a maggior ragione in queste condizioni». Voilà. Lo slalomista francese ha quindi chiarito il concetto: «Nella parte bassa della pista, per esempio, gli sci s’incollavano. E guadagnare velocità, avanzando, non era di fatto possibile».
Una gara su cinque perturbata
La qualità della neve, insomma, era scadente. E proprio per questo motivo si era necessario annullare le due discese previste nel weekend sempre a Chamonix. Le condizioni meteorologiche continuano dunque a perturbare la Coppa del Mondo. Dall’inizio della stagione, ben 14 gare su 64 (il 21,9%) hanno dovuto essere rinviate o cancellate a causa del clima. Pure la discesa e il superG femminili, inizialmente programmati a Garmisch-Partenkirchen sabato e oggi, sono saltati a fronte della quantità insufficiente della neve.


Qualificato per 6 centesimi
Che l’exploit nello slalom di Chamonix sia riuscito a uno degli atleti più sensibili sul tema è in tal senso curioso. Emblematico, anche. Ma ciò - e lo sottolineiamo - nulla toglie alla portata del risultato. Clamoroso. Yule, in effetti, era riuscito a strappare l’accesso alla seconda manche per la miseria di 6 centesimi. «È incredibile, sì, perché potevo già ritenermi fortunato di aver chiuso con il 30. tempo» ha ammesso a fine gara, alludendo a un grave errore commesso nel finale. «Nella seconda manche - ha tenuto però ad aggiungere - ho sciato in modo notevole». Vero, verissimo. «Sentivo che una rimonta era possibile, ma ovviamente non di questa dimensione. M’immaginavo una top 10». E invece, suggerivamo, Yule è riuscito a fare meglio di Simonet, che nel 2021 era passato dal 30. al 3. posto conclusivo. «L’attesa è stata davvero lunga, e però bellissima» ha affermato il vallesano, ammettendo di aver preparato anzitempo i bagagli per rientrare in hotel. In valigia, per contro, Yule ha dovuto fare spazio al settimo successo in carriera in CdM.
Doppietta come nel 1978
La festa, in casa rossocrociata, è stata doppia. Già, perché alle spalle di Yule si è piazzato Loïc Meillard, quinto nella prima manche e fra i pochi atleti a non sfigurare nel primo pomeriggio. Se per la Svizzera si è trattato della seconda doppietta in una slalom maschile dopo quella della coppia Martial Donnet-Peter Lüscher nel 1978 a Madonna di Campiglio, per Meillard ecco un altro bel segnale di ripresa, a fronte del 3. posto nel superG di settimana scorsa a Garmisch. Altri, come Manuel Feller, Henrik Kristoffersen, Linus Strasser o ancora Timon Haugan sono invece crollati. Lontani anche gli altri elvetici Ramon Zenhäusern (trionfatore un anno fa, oggi 17.), Marc Rochat (18.), Luca Aerni (22.) e Tanguy Nef (24.). Massimo Solari