Teco Celio: “Sono un hockeista mancato per amore del cinema”

L'attore ticinese si confessa nella serie de "Il Club dei 30" e racconta di quando giocava in linea con Beat Kaufmann e Ueli Hofmann negli Juniores del Berna
Red. Online
25.10.2018 06:00

LUGANO - Simpatia allo stato puro. Che ti contagia, ti mette di buon umore. Teco Celio avrebbe anche il diritto di tirarsela un po', invece no: lo incontro per la prima volta in vita mia e sembra che abbiamo già vissuto tanti momenti insieme. Goliardico, irriverente, amante della vita e soprattutto dei piaceri legati al buon cibo e al buon vino: questo è l'attore originario della Leventina, figlio del defunto Consigliere federale Nello, che abita a Crans Montana ma medita di tornare presto in Ticino.

"Perché ormai da un po' di anni il centro dei miei interessi si è spostato in Italia: lavoro molto a Roma con registi e produttori italiani. Anzi, è strano: sono ormai ad un passo dalla pensione e non ho mai lavorato così tanto in vita mia. Per me trasferirmi in Ticino sarebbe più comodo a causa dei miei spostamenti e per mia moglie, che spesso lavora a Parigi, prendere l'aereo da Milano non sarebbe un problema. Adesso da Crans Montana all'aeroporto di Ginevra il tragitto è lunghissimo".

Se tornasse in Ticino, Teco Celio ne approfitterebbe anche per far ritorno alla Valascia a vedere il suo Ambrì. "Devo dirlo: sono un ultrà dei leventinesi, ma purtroppo non riesco mai ad andare in pista. Quando sono in giro per il mondo però, la prima cosa che guardo è il risultato dei biancoblù".

La passione per l'hockey viene da lontano, da quando - non lo direste mai guardandolo adesso - il giovane Teco giocava negli Juniores élites del Berna. "Ero anche bravo e avrei potuto fare carriera. Giocavo in linea con Beat Kaufmann e Ueli Hofmann, credo che avrei potuto seguire le loro orme, ma a 18 anni ho preferito passare dalla pista di ghiaccio a quella della discoteca:avevo in mente solo di dedicarmi al cinema".

Già, quel cinema e quel sogno di fare l'attore che il piccolo Teco inseguiva sin da quando aveva 5 anni di età. "Quando ne parlavo in famiglia, ridevano o cambiavano discorso. Per convincere mio padre a lasciarmi frequentare l'Accademia di teatro a Parigi ho dovuto prima imparare un mestiere e sono diventato giornalista. Ma ero pessimo, perché non avevo interesse e curiosità per i fatti di cronaca, a me importava soltanto il cinema".

Alla fine Teco ce l'ha fatta: da anni è conosciutissimo in Francia, ora lavora anche in Italia, dove ha recitato per registi quali Krzyztof Kieslowski, Francesco Rosi, Giuseppe Bertolucci, Silvio Soldini, Nanni Moretti, Carlo Vanzina e altri ancora. 

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