Coppa Davis

Dalle lacrime alle parole d'addio: Rafa Nadal grande fino all'ultimo colpo

Il maiorchino lotta, si emoziona ed emoziona, ma perde il primo match dei quarti fra Spagna e Paesi Bassi, tappa finale della sua immensa carriera
©Juan Medina
Red. Sport
19.11.2024 23:59

È iniziata con la commozione di Rafa, visibilmente emozionato sulle note dell’inno spagnolo. È finita con il pubblico di Malaga in piedi. E una sensazione dolceamara che ha invaso tutti gli amanti del tennis, a cui è stata sottratta un’altra leggenda. Proscenio per uno spettacolo di cui non si sarebbe mai voluto conoscere il finale è stato il quarto di finale di Coppa Davis tra Spagna e Paesi Bassi. E il suo primo atto. Nadal ci ha provato, più con la testa, con gli ideali, che con il corpo e la racchetta. Lento nei riflessi e nei movimenti. Falloso. In una parola: umano. All’umorale Botic van de Zandschulp è bastato aggrapparsi al servizio e a diversi punti importanti nei momenti più delicati della sfida. E così il match della vita di uno si è per certi versi trasformato nel match della vita dell’altro. 6-4 6-4 per l’olandese e comunque tanta gratitudine. Sentite Nadal: «È stato un momento speciale, forse la mia ultima partita in singolare da professionista. Mi sono passati tanti momenti per la testa, tutti speciali. Una serie di emozioni che si sono mescolate. Ho cercato di fare il massimo e rimanere positivo in ogni momento della partita». Altri fattori, dicevamo, hanno preso il sopravvento. E il maiorchino non ha faticato a riconoscerlo. «Dopo gli allenamenti ero in fiducia. Ma mettermi in campo era ovviamente un rischio. Ferrer ha pensato a che cosa fosse meglio per la squadra e non per me». Già. Nadal però non si è fermato alle prime impressioni. Alla luce della prestazione fornita contro van de Zandschulp, si è preso la mano per dirigersi verso una porta d’uscita capeggiata dalla scritta «eternità». «Se io fossi al posto di Ferrer, come capitano, non mi schiererei in una eventuale semifinale. Visto il mio livello non mi sceglierei, ma questo non significa che non abbia voglia di giocare». Grande, grandissimo fino all’ultimo. E ciò indipendentemente dall’esito definitivo del duello tra Spagna e Paesi Bassi, con Alcaraz capace di pareggiare i conti e il doppio a fungere da sentenza. Per la cronaca, Wesley Koolhof e Botic Van De Zandschulp hanno battuto 7-6 7-6 la coppia formata da Carlos Alcaraz e Marcell Granollers. «Sono un privilegiato per aver ricevuto l'affetto di tutto il mondo ma specialmente degli spagnoli – ha poi detto Rafa davanti a un palazzetto commosso –. Devo congratularmi con i ragazzi olandesi e salutare i miei compagni di squadra. Non è andata come speravo, ma ho dato tutto quello che avevo. Questo è il mio ultimo giorno da tennista professionista. Ora toccherà a voi ragazzi proseguire il lavoro. Non è mai facile smettere, amo ancora il tennis da morire ma non riesco più a essere competitivo. Il corpo non me lo permette più. Abbraccio la mia famiglia e tutti gli amici. Durante il ventennio da professionista ho cercato di cambiare staff il meno possibile e ho sempre avuto vicino la gente cui volevo bene. Non pensavo di poter avere una carriera così vincente. La mia famiglia mi ha insegnato l'educazione e aiutato a tenere sempre i piedi per terra. Certo che si ricorderanno di me per i tornei vinti, ma ci tengo di più a essere ricordato come una brava persona».

«Ho adorato i tuoi rituali»

A preparare il terreno, con la consueta eleganza e parole toccanti, era stato un altro Dio del tennis: Roger Federer. L’oramai ex rivale, e soprattutto grande amico, ha voluto rendere omaggio alla carriera dello spagnolo con una lettera pubblicata sui social a poche ore dal quarto di finale di Rafa. «Mentre ti prepari a congedarti dal tennis, ho alcune cose da condividere prima di commuovermi. Cominciamo con l’ovvio: mi hai battuto molte volte. Più di quanto io sia riuscito a farlo. Mi hai messo alla prova come nessun altro. Sulla terra battuta, mi è sembrato di entrare nel tuo giardino di casa, mi hai fatto lavorare più duramente di quanto avessi mai pensato di poter fare solo per mantenere la mia posizione. Mi hai fatto ripensare il mio gioco, spingendomi persino a cambiare le dimensioni della racchetta, nella speranza di ottenere un vantaggio». Nel suo post, Roger ha dosato ammirazione, gratitudine e ironia. Soffermandosi anche sui celebri tic di Rafa. «Non sono una persona molto superstiziosa, ma tu hai portato questa componente a un livello superiore. Tutti quei rituali. Sistemare le bottiglie d’acqua come soldatini in formazione, sistemarsi i capelli, aggiustarsi la biancheria intima...Tutto con la massima intensità. E se posso confidarti un segreto, amavo tutto questo. Perché era così unico, era così tuo».

«Il tuo vecchio amico»

Nadal è stato il giocatore che più di altri ha saputo far dubitare e poi soffrire Federer. «Dopo gli Australian Open del 2004 - ha ricordato il campione svizzero -, ho raggiunto per la prima volta il numero 1 del ranking. Pensavo di essere in cima al mondo. E lo ero, fino a due mesi dopo, quando sei entrato in campo a Miami con la tua canottiera rossa, mettendo in mostra quei bicipiti, e mi hai battuto in modo convincente. Tutto il clamore che avevo sentito su di te, su questo incredibile giovane giocatore di Maiorca - un talento generazionale, che probabilmente un giorno avrebbe vinto un Major - non era solo un’illazione. Eravamo entrambi all’inizio del nostro viaggio, che abbiamo finito per condividere. Vent’anni dopo, Rafa, devo dirlo: che percorso incredibile hai fatto. Con tanto di 14 Roland Garros... storico! Hai reso orgogliosa la Spagna, hai reso orgoglioso tutto il mondo del tennis». Il tutto trasformando una delle rivalità più grandi della storia in una splendida amicizia. Roger non dimenticherà mai il suo di addio. «E poi c’è stata Londra, la Laver Cup del 2022. La mia ultima partita. Ha significato tutto per me il fatto che tu fossi lì al mio fianco, non come rivale, ma come compagno di doppio. Condividere il campo con te, quella sera, e condividere quelle lacrime, rimarrà per sempre uno dei momenti più speciali della mia carriera». Federer si è congratulato pure con la famiglia e il team dello spagnolo. E ha infine assicurato: «Rafa, voglio che tu sappia che il tuo vecchio amico fa sempre il tifo per te e lo farà allo stesso modo per qualsiasi cosa tu farai da qui in avanti».

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