Doping: che succederà, ora, a Jannik Sinner?
La decisione dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA) di inoltrare ricorso contro l’assoluzione di Jannik Sinner per la doppia positività al Clostebol, in queste ore, ha scatenato una marea di commenti. In Italia, ma non solo. Per il numero uno al mondo del ranking ATP, scrive fra gli altri la Gazzetta dello Sport, ora si apre una nuova, per certi versi inattesa, partita. I cui tempi potrebbero essere lunghi, molto lunghi.
Per ora può giocare
Innanzitutto, Sinner non deve fermarsi. Non ora, perlomeno. Il ricorso presentato dalla WADA presso il Tribunale dello sport di Losanna (TAS), infatti, non ha il «potere» di sospendere la decisione in primo grado della ITIA, l’International Tennis Integrity Agency. Detto in altri termini: l’italiano potrà continuare a disputare tornei. In attesa che il TAS fissi l’udienza e, infine, arrivi al nuovo verdetto. Di norma, scrive sempre la Gazzetta dello Sport, i tempi per l’inizio delle udienze a Losanna sono difficilmente inferiori ai tre mesi.
Perché il ricorso?
La WADA, con questo ricorso, contesta la tesi presentata dal tennista: quella, cioè, della contaminazione involontaria. Sinner, in pratica, sarebbe entrato in contatto con il Clostebol, uno steroide anabolizzante, a causa del suo fisioterapista. Il quale si era medicato un dito con una pomata contenente la sostanza proibita e, in seguito, aveva massaggiato il giocatore senza guanti.
Ed è proprio qui che si è inserita la WADA. L’Agenzia mondiale antidoping ritiene che Sinner non abbia preso le necessarie precauzioni e, in ultima istanza, a suo tempo fosse consapevole del rischio di contaminazione. Non avendo fatto di tutto per evitare questo rischio, il tennista azzurro potrebbe essere punito. La WADA, al riguardo, ha chiesto uno stop «da uno a due anni», senza la cancellazione dei risultati e dei premi in denaro sin qui conquistati a eccezione di quelli già tolti in prima istanza.
Ma i fatti quali sono?
La WADA, detto della sua posizione, dovrà dimostrare la colpevolezza di Sinner. Nel campione del 10 marzo 2024, prelevato durante il torneo di Indian Wells, erano stati rivelati metaboliti per 86pg/mL, una quantità infinitesimale. Nel campione del 18 marzo 2024, ne erano stati rivelati ancora meno, 76pg/mL. Tre medici esperti e indipendenti rispetto all’ITIA, chiamati a pronunciarsi sulla vicenda, avevano stabilito la non colpevolezza del tennista italiano. Si tratta di Jean-François Naud, Xavier de la Torre e David Cowan. Il primo è il direttore del laboratorio WADA di Montréal, in Canada; il secondo è il vicedirettore scientifico del laboratorio WADA di Roma; il terzo è professore emerito presso il Dipartimento di scienze ambientali, analitiche e forensi del King’s College di Londra, già alla testa del laboratorio WADA del Regno Unito.
I precedenti
Dunque, possiamo già sbilanciarci? Sinner, vista una prima assoluzione, può confidare che anche Losanna deciderà in suo favore? Dipende. L’italiano può farsi forza e confidare in un iter simile a quello del calciatore dell’Atalanta José Luis Palomino, positivo al Clostebol e assolto dal Tribunale Nazionale Antidoping italiano per aver provato che la contaminazione era derivata dall’aver somministrato un farmaco al cane. La Procura Antidoping aveva fatto ricorso al TAS, che tuttavia respinse (duramente) l’appello.