Doping: Jannik Sinner prosciolto del tutto
Prosciolto da ogni accusa di doping, totalmente. Parliamo di Jannik Sinner, fresco vincitore degli US Open. La conferma è arrivata dalla segreteria del Tribunale arbitrale internazionale dello sport di Losanna, il TAS, su richiesta del Corriere della Sera. L'Agenzia internazionale antidoping, la WADA, non ha infatti presentato ricorso contro la sentenza dell'ITIA, l'International Tennis Integrity Agency, che lo scorso 19 agosto aveva accolto la tesi del tennista circa la doppia positività al Clostebol, uno steroide anabolizzante, prosciogliendo l'italiano da ogni responsabilità.
Scaduti i termini di appello, ventuno giorni per l'esattezza, è lecito affermare che la WADA ha seguito una sua consuetudine. Quella, cioè, di non opporsi alle sentenze delle agenzie antidoping indipendenti, come quelle di atletica, ciclismo e tennis. E questo perché, evidentemente, le ritiene motivate dal punto di vista giuridico. «Questo titolo per me vuol dire tantissimo, l'ultimo periodo davvero non è stato facile, il mio team mi ha sostenuto ogni giorno, mi è stato vicino» aveva detto, domenica, lo stesso Sinner dopo la vittoria su Taylor Fritz a New York. Riferendosi alla vicenda doping che ha quasi monopolizzato i discorsi attorno al numero uno del ranking ATP. E ancora, alla Gazzetta: «Ho passato momenti duri, non solo prima del torneo ma nei mesi precedenti. Mi sono stretto alle persone che mi vogliono bene. Quando entravo in campo non era come prima, chi mi conosce si accorgeva che qualcosa non andava. Per tanto tempo ho vissuto notti agitate, spesso non ho dormito e quando è venuta fuori la vicenda è stato più semplice capire come mai fossi stato spesso male. Durante gli US Open, però, ho ricominciato a essere me stesso. E questo è più importante del risultato. Anche io sono nervoso a volte e in quei casi mi piacerebbe essere più calmo. Però mi sono sempre attaccato al lavoro. I problemi non sono spariti dalla mia mente, ma ci penso meno».