Filippo Volandri a Bellinzona: "Quel giorno che sconfissi Roger"

Sabato l'italiano, ex 25 al mondo, partecipa con altri giocatori di alto livello al Trofeo PSsport nella Capitale
Red. Online
23.09.2016 15:00

BELLINZONA - Il grande tennis torna di nuovo in Ticino. Sabato 24 settembre (vedi Suggeriti) si svolgerà infatti a Bellinzona un evento di alto contenuto tecnico e spettacolare organizzato da PSsport in collaborazione con il tennis club della Capitale. Tra i giocatori presenti anche Filippo Volandri, l'italiano in passato già numero 25 delle classifiche mondiali. L'abbiamo incontrato per una chiacchierata a trecentosessanta gradi sul mondo del tennis.

Filippo Volandri torna in Ticino dopo le partecipazioni al Challenger di Lugano. Con quali sensazioni e ricordi?Purtroppo non ho mai non ho mai avuto grandi successi al Challenger di Lugano, ma mi sono rimasti ottimi ricordi e comunque buone sensazioni.

Impossibile, per noi svizzeri, non rievocare il suo successo ai danni di Roger Federer agli internazionali d'Italia nel 2010. Che emozioni ha vissuto in quei giorni?£Sicuramente battere Roger in casa agli Internazionali d'Italia è stata la mia vittoria in carriera più bella. Solo a pensare a quel giorno mi emoziono ancora.

E cosa ci può dire di Stan Wawrinka, oramai diventato il giustiziere di Novak Djokovic in due finali consecutive dei grandi Slam?Stan non ha paura di nessuno. È un giocatore che non teme mai il suo avversario e non sente la pressione neanche se dall'altra parte del campo c'è Novak Djokovic. L'ha dimostrato.

Professionista da ormai 19 anni, come giudica Volandri l'evolversi del tennis maschile? È vero che, rispetto a una decina di anni fa, ora il livello si è alzato parecchio e che, più della tecnica, sono le qualità fisiche a fare la differenza?Il livello medio del tennis si è sicuramente alzato notevolmente. C'è da dire che nel tennis moderno la potenza sta rivestendo un ruolo molto importante, gli scambi sono diventati più corti e i giocatori pensano meno sotto il profilo tattico. Il servizio è diventato un colpo molto importante per un tennista.

Abbiamo parlato del suo momento più bello in carriera: e quello più brutto?Il momento più difficile è stato quando mi sono infortunato al ginocchio e ho rischiato di dover fare il trapianto di cartilagine, ma sono riuscito a superarlo e a ritornare alla 50. posizione ATP.

A 35 anni quali sono gli obiettivi, le ambizioni e gli stimoli che la spingono a restare ancora nel "giro"?Sicuramente la passione per questo sport è il motore che mi spinge a continuare a giocare. Il tennis è sempre stata una ragione di vita per me e fino a quando il mio fisico regge ho intenzione di continuare a giocare.

Sabato a Bellinzona i giocatori sono di altissimo livello, ci sarà da divertirsi. Cosa vuole dire agli appassionati di tennis ticinesi?Di venire numerosi perché saranno partite vere con giocatori di grande livello e ci sarà da divertirsi molto. Ognuno di noi ci tiene a vincere la seconda edizione del Trofeo PSsport (ndr: ricordiamo che la prima edizione era stata vinta da Albert Montanes contro Edoardo Eremin).