Tennis

Il Samsung Open Lugano premia Polona Hercog

Terzo successo in carriera per la slovena che sconfigge in finale la giovane polacca Iga Swiatek
La slovena Polona Hercog bacia il trofeo vinto al Samsung Open Lugano. (Foto Zocchetti)
Raffaele Soldati
14.04.2019 19:57

LUGANO - Il sole del mattino sembrava annunciare una magnifica conclusione del Samsung Open Lugano. Ma quando, alle 11.30, ci siamo seduti in tribuna per la presentazione delle finaliste, ci siamo chiesti se questo ultimo atto avrebbe di fatto potuto concludersi regolarmente la domenica. Una sospensione del match (dopo appena 5 giochi) si era resa necessaria, perché la pioggia si era unita all’aria gelida di questo perfido mese di aprile. Poi, dopo poco meno di un’ora, gli organizzatori hanno richiamato in campo Polona Hercog (WTA 89) e Iga Swiatek (WTA 115) per completare la loro sfida. Da una parte la 28.enne slovena, dall’altra una 17.enne polacca, due ragazze che più diverse non potevano essere. Ad imporsi è stata la prima (6-3 3-6 6-3) che ha probabilmente fatto valere la sua maggiore esperienza. Non è stata una partita entusiasmante, almeno sul piano tecnico, ma le condizioni atmosferiche non hanno certo aiutato le protagoniste, che hanno comunque cercato di offrire agli spettatori uno spettacolo degno del costo del biglietto. Pochi, in verità, i coraggiosi che hanno deciso di assistere al confronto dall’inizio alla fine.

Se qualcuno sperava di poter ammirare gli appariscenti tatuaggi di Polona (un teschio, una rosa e quant’altro) ha dovuto mettersi il cuore in pace: la giornata non consentiva alcun genere di spogliarello. La ragazza, figlia di una fiorista e di un gestore di bar e spostata con il suo allenatore (Zeljko Krajan), ha tuttalpiù concesso ai presenti di ammirarla quando, dopo aver perso la seconda frazione, si è distesa su tre asciugamani per farsi massaggiare una coscia infortunata. Niente di grave, per sua fortuna. Rimessa in sesto dalla fisioterapista, Polona è infatti riuscita a fare la differenza nel terzo set concedendo all’ambiziosa avversaria solo tre giochi.

Per la Hercog (da pronunciare Herzog) il terzo successo sul circuito, dopo quelli conquistati a Bastad (Svezia) nel 2011 e nel 2012. La Hercog succede alla belga Elise Mertens, che aveva firmato il torneo lo scorso anno battendo la bielorussa Aryna Sabalenko. 7-5 6-2. «Sono felice di essere venuta a Lugano e soprattutto di essere riuscita ad arrivare in fondo. Poter alzare questo trofeo è una bella gratificazione. Alla mia avversaria, Iga, dico solo che è giovanissima e che che ha davanti a sé una carriera promettente».

Parole gentili quelle di Polona, dette non soltanto per confortare la giovanissima avversaria polacca, alla sua prima finale sul circuito, ma già illustratasi con 7 vittorie in tornei ITF e, soprattutto, con il successo tra le juniores nella scorsa edizione di Wimbledon, quando aveva sconfitto nell’ultimo atto la nostra Leonie Küng.

Per quanto riguarda le elvetiche, quella di quest’anno non è stata un’edizione particolarmente felice. Erano in sei nel tabellone principale e la migliore è stata Stefanie Vögele, semifinalista nel 2018, stavolta uscita di scena già nei quarti. La delusione maggiore l’ha procurata Belinda Bencic, che ha invece salutato il singolare già dopo il primo turno. Per la sangallese una piccola soddisfazione in più nel doppio, unitamente alla slovacca Viktoria Kuzmova. Le due si sono però fermate in semifinale. Lo stesso destino, nella parte bassa del tabellone, destinato a Timea Bacsinszky e a Ylena In-Albon.

«Sul piano dei risultati, è vero, le elvetiche, non hanno brillato. Però si sono presentate numerose. Questo è certamente un fatto da sottolineare. Nello stilare il bilancio di questa seconda edizione del Samsung Open, posso dire che ci sono motivi di soddisfazione. Sappiamo però che possiamo e dobbiamo migliorare. Intanto, rispetto al 2018, caratterizzato da tanti giorni di pioggia, c’è stato un incremento dei biglietti venduti». Non moltissimi, in verità. Ma quanto basta per farci guardare al prossima edizione con un certo ottimismo. Chissà, forse, nel 2020, ci sarà anche una settimana intera di sole.