Tennis

Jannik Sinner ha vinto gli US Open

L'italiano numero 1 al mondo ha battuto in soli tre set l'americano Taylor Fritz nella finale di Flushing Meadows: «Dedico questo titolo a mia zia, non so quanto ancora rimarrà fra noi»
© Kirsty Wigglesworth
Red. Online
08.09.2024 22:34

Due finali. Due vittorie. Jannik Sinner e gli Slam, al momento, vivono in perfetta armonia. Dopo aver firmato gli Australian Open all'inizio dell'anno, l'italiano si è imposto anche a New York, agli US Open, superando all'ultimo atto un Taylor Fritz certo generoso e, a tratti, anche preciso e potente. Un Fritz capace, soprattutto, di mettere in difficoltà l'avversario. Alla fine, però, la classe di Sinner ha fatto la differenza. In un Arthur Ashe totalmente (o quasi) votato alla causa dell'americano per questioni sciovinistiche, il numero 1 del ranking ATP ha chiuso la pratica in soli tre set. Mettendo le mani, come detto, sul suo secondo Slam in carriera. 6-3 6-4 7-5. il risultato. A conferma di un dominio pressoché totale. E di una tenuta mentale invidiabile, considerando il tifo pro-Fritz e, parallelamente, la qualità e la tenacia mostrate dall'avversario.

Dicevamo delle difficoltà vissute da Sinner: Fritz, nella terza frazione, ha trovato il break portandosi sul 4-3. Confermando, in seguito, il servizio. L'italiano, tuttavia, ha presto rimesso il set su binari a lui più congeniali. Trovando, a sua volta, il controbreak che gli è valso il 5-5. E finendo per trionfare, con sicurezza e grazia dopo 2 ore e 15 minuti. New York, insomma, dovrà attendere ancora un po' prima di vedere un americano vincere di nuovo gli US Open: l'ultimo, nel 2009, è stato Andy Roddick.  

Sinner, vincitore di cinque finali nel 2024, ha saputo fare perno sull'enorme esperienza accumulata sin qui. E, come detto, su una tenuta mentale davvero invidiabile. Elevando, di riflesso, il suo livello di gioco nel cosiddetto money time. I momenti che contano, volendo parafrasare. Migliore negli scambi e più completo sul piano tecnico rispetto all'avversario, l'italiano ha concesso – alla fine – un solo passaggio a vuoto. Quando, appunto, ha regalato il 4-3 a Fritz. 

Grazie a questo trionfo, e considerando i due Slam vinti da Carlos Alcaraz in stagione, è corretto affermare che l'era dei Big Three – Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic – è definitivamente tramontata. Per Sinner, complice la vicenda legata alla sua positività al Clostebol, emersa pubblicamente poco prima del torneo, il successo a Flushing Meadows sa molto di rivincita e ritorno alla normalità dopo tante, tantissime parole e, come ha ammesso a caldo durante la cerimonia di premiazione, settimane difficili. L'abbraccio con il suo staff, Simone Vagnozzi e Darren Cahill su tutti, in questo senso è stato significativo. Per tacere del timido bacio alla fidanzata, la tennista Anna Kalinskaya. 

«Questo titolo per me vuol dire tantissimo, l'ultimo periodo davvero non è stato facile, il mio team mi ha sostenuto ogni giorno, mi è stato vicino» le prime, primissime parole di un Sinner visibilmente emozionato. Anche perché a premiarlo è stato l'immenso André Agassi. «Io amo il tennis, mi sono allenato tanto per questi palcoscenici, ma oltre il campo c'è una vita e voglio dedicare questo titolo a mia zia, perché non sta bene e non so per quanto ancora rimarrà nella mia vita. Ed è bellissimo dividere con lei questo momento, è stata una persona importante per me. Auguro a tutti la salute, anche se è un augurio che non si può fare sempre». E ancora: «Avevo detto di non avere alte aspettative per gli US Open? Non è andata male, dai, qui me la sono cavata abbastanza bene, sono andato avanti giorno dopo giorno, mi sono allenato bene e ho capito quanto sia importante la parte mentale. Sono felice e orgoglioso di poter dividere questo momento con la mia famiglia. Ringrazio il pubblico per essere stato così corretto, è stato un grande onore. Il mio 2024? È stato un anno incredibile, in cui ho ottenuto tante vittorie importanti, a cominciare dall'Australia. Aver giocato così bene lì mi ha dato fiducia, ma il lavoro non si interrompe mai, come si è visto oggi: bisogna provarci sempre, lavorare e ora io continuerò il mio percorso. Ho giocato quasi sempre bene avvertendo buone sensazioni ma penso di poter ancora migliorare e non vedo l'ora di continuare a farlo».

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