Tennis

L’ultima sfida di Federer: battere il primato di Rosewall

L’australiano è il più anziano vincitore di un Grande Slam: all’Australian Open del 1972 aveva 37 anni - Il basilese, trionfatore a Wimbledon nel 2017 a quasi 36 anni, pianifica la stagione in vista del torneo londinese
Riuscirà il basilese a festeggiare un altro Slam? ©EPA/Andy Rain
Flavio Viglezio
27.04.2021 06:00

C’è tanta voglia di Roger Federer, nel mondo del tennis. Lo abbiamo lasciato a Doha, dove era rientrato ad inizio marzo battendo il britannico Daniel Evans e perdendo poi nei quarti contro il georgiano Basilashvili. Un assaggio, una sorta di test, prima di decidere di tornare ad allenarsi. Pochi giorni fa, via social media, il basilese ha annunciato la sua partecipazione all’Open di Ginevra (dal 16 al 22 maggio) e al Roland Garros (24 maggio - 13 giugno). Federer è ancora iscritto all’Open di Madrid (30 aprile - 9 maggio), ma a questo punto è più che probabile un suo forfait per il torneo spagnolo.

Poco importa: il suo grande obiettivo – non l’ha mai nascosto – è quello di arrivare a Wimbledon nelle migliori condizioni possibili. Per cercare l’ennesimo exploit della sua carriera: è convinto di poter ancora dire la sua contro i migliori, sull’erbetta londinese. La finale del Grande Slam di Church Road è in programma l’11 luglio: Federer compirà 40 anni 28 giorni più tardi.

Il primato di Ken

Lo ha detto anche Boris Becker: «Federer può ancora vincere un grande torneo, soprattutto a Wimbledon». Se lo dice lui... In caso di successo diventerebbe il giocatore più anziano capace di aggiudicarsi un Grande Slam nell’era Open. Ed allora per il basilese è già iniziata una sfida a distanza con Ken Rosewall, l’australiano nato nel 1934, numero 1 della classifica mondiale nel 1970 e vincitore di 4 Australian Open, 2 Roland Garros e 2 US Open. Non è mai riuscito a vincere Wimbledon, ma è lui il più «vecchio» vincitore di un torneo del Grande Slam. Nel 1972, a 37 anni, 1 mese e 24 giorni, vinse il suo ultimo Open di Australia superando in finale – sull’erba, a quei tempi – il connazionale Malcolm Anderson in tre set. Il secondo giocatore più anziano ad imporsi a Melbourne? Roger Federer, ovviamente: il giorno del suo trionfo nell’edizione del 2018 – al termine di un’estenuante battaglia durata cinque set con il croato Marin Cilic – il renano aveva esattamente 36 anni, 5 mesi e 7 giorni.

C’è comunque un dato che dà fiducia a Roger in vista di Wimbledon: è già lui il giocatore più anziano ad essersi imposto nel Grande Slam londinese. C’è di mezzo ancora Marin Cilic: il giorno della finale del 2017 – vinta facilmente in tre set 6-3 6-1 6-4 – Federer aveva 35 anni, 10 mesi e 26 giorni.

Non solo Rafa a Parigi

Sull’erba – è noto – si fa meno fatica che sulla terra. Soprattutto su quella parigina del Roland Garros, dove il limite dei cinque set trasforma spesso le partite in maratone. Si dice Parigi e si pensa subito a Rafael Nadal, tredici volte vincitore alla Porte d’Auteuil. Eppure, nonostante non sia più un ragazzino, non è il mancino di Manacor il giocatore più anziano ad aver alzato al cielo la Coupe des Mousquetaires. Il primato lo detiene ancora un suo connazionale: Andres Gimeno. Nel 1972, a 34 anni e 10 mesi, l’iberico superò in finale in quattro set il francese Patrick Proisy. Nadal può ambire a battere anche questo primato al Roland Garros: nell’edizione dello scorso anno – andata in scena nel mese di ottobre a causa della pandemia di coronavirus – Rafa ha trionfato a 34 anni, 3 mesi e 25 giorni. Novak Djokovic, se pensa a quella finale vinta dal maiorchino per 6-0 6-2 7-5, ha ancora gli incubi.

Vecchietto terribile

E chissà che Nadal – dopo il suo trionfo in finale contro Daniil Medvedev nel 2019 – non sia il più anziano vincitore degli US Open? Ebbene no. Di mezzo, c’è ancora Ken Rosewall: nel 1970 l’australiano superò all’atto conclusivo il connazionale – ed ex allenatore di Roger Federer – Tony Roche. Aveva 35 anni e 10 mesi.

Imporsi in uno Slam a quasi 40 anni sembra insomma un’impresa impossibile. Anche nel tennis femminile, nell’era Open.

Serena superstar

Nell’era Open, tra le donne, nessuna ha saputo trionfare come Serena Williams, vincitrice di 23 tornei del Grande Slam. Una razzia iniziata nel 1999 (US Open) e che ha visto trionfare per l’ultima volta l’americana in un Major nel 2017 agli Australian Open. Fortissima da giovane, ancora di più da tennista matura.

È lei la tennista più anziana – ci perdonerà la maleducazione... – ad essersi imposta a Wimbledon, al Roland Garros e agli Australian Open. Andiamo con ordine.

Nel 2015 la più giovane delle sorelle Williams trionfa a Parigi battendo in finale la ceca Lucia Safarova: ha esattamente 33 anni e 253 giorni. Nella stagione successiva Serena vince il suo ultimo Wimbledon: ha 34 anni e 187 giorni quando supera in finale e in due set la tedesca Angelique Kerber. E ha la bellezza di 35 anni e 124 giorni quando, nell’edizione 2017 dell’Australian Open, batte in finale con un doppio 6-4 la sorella Venus.

L’exploit di Flavia

Il 2015 è un anno di grazia per il tennis femminile italiano. La finale degli US Open mette in scena la sfida tutta italiana tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci. Si impone in due frazioni la prima: ha 33 anni, 6 mesi il giorno in cui conquista il suo primo e unico Grande Slam in carriera.