Hockey

Tomas Mitell: «Vogliamo mostrare ai tifosi che ci teniamo»

Alla Cornèr Arena si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del nuovo staff tecnico del Lugano
©SAMUEL GOLAY
Alex Isenburg
25.04.2025 14:56

Niente più «Gruppo Sport». L’entità dell’Hockey Club Lugano - inizialmente misteriosa e successivamente assai discussa - è stata sciolta. Lo ha precisato - nell’ambito della conferenza stampa di presentazione del nuovo staff tecnico - nientepopodimeno che la presidente Vicky Mantegazza. «Questa è un’opportunità anche per spiegare la struttura dirigenziale del club - ha chiarito nella pancia della Cornèr Arena - il modello organizzativo ora è più snello e diretto». La piena indipendenza che Janick Steinmann si auspicava, allora, sembra essere rispettata. «Il General Manager può agire in autonomia per ciò che concerne la scelta, la guida e la gestione del settore sport, composto da giocatori e staff tecnico». Tutto chiaro. La scelta di puntare su Tomas Mitell - in qualità di head coach - e Stefan Hedlund - quale associate coach - proviene, insomma, unicamente da Steinmann.

«Due allenatori di spessore»

E proprio il direttore sportivo, poi, ha preso la parola, motivando così il duplice innesto svedese: «L’aspetto più importante, per me, era che il nuovo staff rispettasse la filosofia e la cultura che intendo apportare qui a Lugano. Questo significa avere la medesima unità d’intenti, per ciò che riguarda il lavoro quotidiano e lo sviluppo dell’intera organizzazione. Mi aspetto - indipendentemente dall’età dei giocatori - che ognuno migliori sotto la loro guida tecnica».

Il curriculum di Mitell - che ha guidato il Färjestad al titolo nella stagione 2021/22 - e Hedlund - da diversi anni protagonista in Svizzera - è di tutto rispetto. Una guida di un certo valore, per Steinmann, era indispensabile per garantire delle solide basi. «Sono molto contento di poter contare su due allenatori di questo spessore. Ora, abbiamo gli strumenti giusti per far sì che la prossima diventi una buona stagione. Il lavoro, dinnanzi a noi, resta notevole, ma sono molto ottimista in vista del futuro».

«Tanta libertà di azione»

A convincere il GM bianconero, sembra essere stata soprattutto la tipologia di gioco che Mitell ha proposto in SHL. «Trovo che sia un allenatore eccezionale. Vanta una grande conoscenza del nostro sport e la tipologia di gioco che impartiva alla sua compagine era particolarmente interessante. Pur essendoci una buona struttura difensiva, il suo, infatti, non era un hockey tipicamente svedese». Le squadre guidate da Mitell, in pratica, hanno il chiaro intento di puntare in maniera diretta sulla porta, con molta velocità. «Credo che possa funzionare a meraviglia anche nel nostro campionato - ha affermato Steinmann - ho piena fiducia in lui. È bravo a leggere le partite e questo gli permetterà di adattare il sistema in base alle caratteristiche di gioco presenti in Svizzera. Perciò, avrà comunque parecchia libertà di azione».

Il tecnico 44.enne, dal canto suo, era in cerca di una nuova sfida e si è convinto ad accettare l’incarico in seguito alle discussioni intraprese con Steinmann, prima, e con i vertici societari, poi. «Condividiamo la medesima visione di hockey - ha detto Mitell - puntiamo a essere una squadra veloce in transizione, che pattina molto. Il recupero del disco non dev’essere esclusivamente volto al non concedere reti, bensì anche a favorire una rapida ripartenza». Voler segnare tanti gol, tuttavia, non significa, trascurare il lato difensivo. «Dovremo essere un gruppo vero e giocare da squadra, vogliamo dimostrare ai tifosi che ci teniamo».

Un volto noto

Riuscirà Mitell a far rendere il suo approccio offensivo anche nel nostro campionato? «Almeno una parte di quel sistema potrà tornare utile - ci ha risposto il nuovo head coach del Lugano - ma adatteremo il tutto in base alle caratteristiche dei giocatori. Vogliamo che si trovino a proprio agio». Un piano, comunque, ce l’ha già in mente. «Sì, quello che è certo è che saremo aggressivi e non aspetteremo i nostri avversari».

Dopo un anno così complicato, insediarsi sulla panchina bianconera non pare per nulla evidente. I diversi cambiamenti - che hanno coinvolto la maggior parte dello staff, oltre all’arrivo recente di un nuovo ds - potrebbe andare in suo favore. «Ci sarà un’aria fresca all’interno dello spogliatoio e tutti dovranno mettersi alla prova e mostrare il meglio di sé». Tutti, compreso Carl Dahlström, l’unico della rosa che Mitell ha già allenato. «Lo impiegavo nella prima coppia di difesa, ritengo sia un giocatore solido e che ci potrà dare una mano. Prima di firmare il contratto - prosegue - ho naturalmente fatto le mie ricerche e so, per esempio, che diversi miei connazionali erano disperati quando dovevano affrontare Thürkauf. Il nostro capitano ha una grande reputazione, sono contento che potrò averlo dalla mia parte».

L’uomo d’esperienza

Dalla sua parte ci sarà, peraltro, anche Stefan Hedlund. Un tassello che Steinmann ritiene particolarmente prezioso. «È l’uomo adatto e il suo sarà un ruolo di primo piano. Grazie alle sue precedenti esperienze, ha maturato un’ottima conoscenza degli avversari e la sua conoscenza della National League può rivelarsi un supporto fondamentale per Mitell». Per tre stagioni head coach del Rapperswil, Hedlund ha preferito Lugano a Ginevra. «Con il Servette ero legato fino al prossimo anno - ci ha spiegato il nuovo associate coach - ma ho potuto esercitare una clausola di uscita che era presente nel mio contratto». Che cosa lo ha spinto verso questa avventura? «Qui è diverso, c’è una forte passione da parte dei tifosi e vedo un grande potenziale nel club. Lavorando nel modo giusto sono convinto che si possa ritrovare il successo e la cultura vincente che ha reso celebre i bianconeri. È bello poter rappresentare una piccola parte di un nuovo inizio per questa piazza».

Lui, si occuperà prevalentemente dell’assetto difensivo e del box-play. Il fatto di non essere più head coach, tuttavia, non gli dispiace. «Non è assolutamente un problema - ci confida con franchezza - e poter lavorare al fianco di Mitell - che ha vissuto anche un'esperienza in Nordamerica - mi intriga molto. Ha una prospettiva diversa del gioco, potrò imparare molto da lui».

In questo articolo: