Ambrì Piotta

Tommaso De Luca, prima la paura, poi il recupero a tempo record

Un mese dopo la frattura alle vertebre, il giovane attaccante è tornato ad allenarsi a pieno regime: «All’inizio mi sono spaventato, ma non ho lasciato spazio alla negatività»
Fernando Lavezzo
19.01.2024 06:00

È passato poco più di un mese da quello sfortunato 17 dicembre. Mondiali Under 20 di Division I a Bled, in Slovenia: a due minuti e mezzo dalla fine del match, l’Italia di Tommaso De Luca è sotto per 3 a 4 contro la Polonia. L’attaccante dell’Ambrì Piotta non vuole darsi per vinto. Parte dalla zona neutra e cerca di farsi largo tra le maglie avversarie. Poi, coinvolto in un duello all’angolo, viene sbilanciato e sbatte violentemente contro la balaustra. Resta disteso sul ghiaccio per qualche secondo, si inginocchia, si rialza. La partita, intanto, continua. Tommy cerca di rientrare in panchina sulle sue gambe, ma il dolore alla schiena è troppo forte. Si accascia di nuovo. Gli arbitri, finalmente, fermano il gioco. Qualche minuto dopo, De Luca lascia il ghiaccio in barella, chiudendo nel peggiore dei modi un torneo che lo ha visto protagonista con un gol e nove assist in cinque partite.

Fisioterapisti stupiti

Il giorno seguente, l’HCAP comunica l’entità dell’infortunio: «Frattura di tre processi traversi delle vertebre lombari». Bastano quelle due parole nella stessa frase, «frattura» e «vertebre», per spaventarsi. Ma dopo tutto, la diagnosi è tranquillizzante: 6-8 settimane di stop. Se non fosse che Tommy ha la testa dura. Dopo un solo mese di assenza, infatti, il fresco 19.enne è tornato a disposizione di Luca Cereda. Ieri si è allenato a pieno regime, con la maglia grigia riservata ai giocatori in sovrannumero o al tredicesimo attaccante. Sempre meglio di quella rossa, indossata da chi deve evitare tutti i contatti pericolosi. «Anche i fisioterapisti sono rimasti sorpresi da questa rapida ripresa», ci racconta De Luca. «Ho lavorato molto sin dalla prima settimana, favorendo il recupero a livello osseo e muscolare. Anche mentalmente, ritengo di aver avuto il giusto approccio. Non ho lasciato spazio alla negatività o alla delusione. L’ho superata bene».

Poteva andare peggio

Tommaso non dimentica gli istanti che hanno seguito il suo trasporto in ospedale. «Non lo nascondo: quando il medico mi ha parlato di una frattura alla vertebra, mi sono spaventato. Fa paura sentirsi dire certe cose. Da un lato ero abbastanza tranquillo, perché in pista, subito dopo la brutta botta, ho potuto muovere le gambe e tutto il resto. Dall’altro lato, ho pensato a quello che sarebbe potuto succedere. In un certo senso, mi è andata bene. Rompersi la schiena è una faccenda delicata, mi sono riposato il più possibile e adesso mi sento più forte di prima».

D’ora in poi, per Tommaso, la sfida sarà soprattutto mentale. «All’inizio avrò un po’ di timore nei contrasti, ma sono convinto che, dopo un paio di check andati a buon fine, mi libererò da qualsiasi dubbio. Il mio obiettivo è ritrovare il più presto possibile il ritmo che avevo prima dell’infortunio. Non credo che lo staff tecnico intenda farmi giocare già nella doppia sfida con il Bienne, ma mai dire mai. In ogni caso, spero di tornare in pista al più tardi settimana prossima».

Momento magico

L’infortunio subìto con la Nazionale azzurra ha interrotto il momento magico di De Luca, che nel suo primo anno in National League stava viaggiando spedito verso una candidatura a «rookie of the year», ovvero al premio di miglior debuttante del campionato. Per lui 5 gol e 7 assist in 26 partite: «Sinceramente, credo di poter ritrovare presto il filo del discorso. Mi considero un ragazzo molto forte mentalmente e non mi lascio mai abbattere dagli episodi sfortunati. In questo mese di assenza ho lavorato sul fisico e sulla testa. Farò di tutto per essere un giocatore ancora migliore di prima e, perché no, per provare a vincere davvero il premio destinato al miglior esordiente. Ad inizio stagione ho fatto un po’ fatica ad assorbire il salto dagli juniores al professionismo, ma una volta preso il ritmo, credo di aver dimostrato di poter giocare in questa lega. Ho grande fiducia in me stesso».

Un italiano vero

Prima di andare a giocare i Mondiali U20 di Division I con l’Italia, Tommaso De Luca era in cima alla lista dei desideri di Marcel Jenni, allenatore della Nazionale U20 rossocrociata. Alcuni intoppi burocratici nell’ottenimento del passaporto svizzero, hanno però indirizzato Tommy verso la maglia azzurra: «Ci sono state tante chiacchiere, ma personalmente non gli ho dato troppa importanza. Per me non sarebbe stato un problema giocare per la Svizzera, ma sono ben felice di poter rappresentare l’Italia, che considero il mio Paese. Infortunio a parte, il Mondiale in Slovenia è stato molto piacevole e divertente».

Tra i sogni di De Luca ci sono evidentemente le Olimpiadi invernali del 2026, in programma a Milano e Cortina. «Sarebbe fantastico prendere parte ai Giochi davanti al pubblico di casa. Ovviamente la concorrenza in azzurro non è paragonabile a quella svizzera, quindi è normale farci un pensierino. È un mio obiettivo, sì, ma è ancora troppo presto. Meglio prendere un anno alla volta e continuare a progredire con la maglia dell’Ambrì Piotta».

Nelle ultime settimane, il classe 2004 ha osservato i suoi compagni dalla tribuna: «Come tutte le squadre, anche l’Ambrì ha avuto i suoi alti e bassi. Nei momenti meno brillanti, il gruppo si è comunque confermato forte e unito. La vittoria di sabato scorso contro il Kloten ha fatto bene al morale, ora vogliamo riprendere un bel ritmo a livello di prestazioni e di risultati. Già a cominciare dalla doppia sfida del weekend con il Bienne».

Lo staff si rallegra

Eric Landry, vice di Luca Cereda, si rallegra per il veloce recupero di Tommaso De Luca, ma anche di Diego Kostner: «Il loro impiego nel fine settimana dipenderà da varie circostanze, ma siamo felici di non vederli più indossare la maglia rossa. Con le loro caratteristiche, sono due elementi importanti per tutto il gruppo».

L’assistente allenatore québécois inquadra così il «back to back» con i seeländer: «In Canada, a causa delle lunghe trasferte, non è raro affrontare lo stesso avversario per due giorni di fila. Qui è un’eccezione, ma le dinamiche sono interessanti. Mi aspetto degli aggiustamenti tra una gara e l’altra, da parte di entrambe le formazioni, un po’ come capita in una serie di playoff. Dopo la vittoria sul Kloten abbiamo avuto una settimana per prepararci al meglio, lavorando in un’atmosfera molto positiva. Dopo qualche sconfitta, sono tornati i sorrisi. Allo stesso tempo, sappiamo di dover migliorare sotto vari aspetti. E in questo senso i ragazzi sono stati davvero ricettivi».

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