Il caso

Tonali e un sistema malato, ma la Svizzera è indenne?

Scandalo scommesse illegali: dopo aver pattuito, il centrocampista italiano è stato sospeso per 10 mesi – «Non ci risultano casi riguardanti giocatori dei nostri campionati» indica l’ASF – Un match di Super League è però stato sospetto
Sandro Tonali, 23 anni, dovrà anche aderire a un piano terapeutico anti ludopatia e partecipare a 16 incontri di sensibilizzazione. ©AP/Scott Heppell
Massimo Solari
27.10.2023 06:00

Venticinque minuti più recupero, nella sfida di Champions League persa contro il Borussia Dortmund. Per un ultimo spezzone di partita prima di dieci mesi di stop. Sandro Tonali, dopo aver patteggiato con la procura federale nell’ambito dello scandalo scommesse, è infine stato squalificato. Salterà il resto della stagione con il Newcastle e - in caso di accesso al torneo - l’Europeo della prossima estate con la nazionale azzurra. Gli altri otto mesi di sospensione previsti dall’organo disciplinare della FIGC sono invece stati trasformati in pene alternative, con l’adesione a un piano terapeutico anti ludopatia e la disponibilità a presenziare a 16 incontri organizzati dalla Federcalcio. Trovata l’intesa, ora non resta che l’okay dalla procura generale dello Sport presso il CONI, a cui seguirà l’estensione internazionale del provvedimento da parte della UEFA. Dopo Nicolò Fagioli, e in attesa di conoscere il destino di Nicolò Zaniolo e degli altri calciatori chiamati in causa da Fabrizio Corona, il calcio italiano prosegue dunque con l’opera di espiazione dei peccati provocati dal fenomeno delle scommesse illegali. Un mondo torbido, quest’ultimo, e di certo non limitato alla penisola e ai suoi tesserati.

L’articolo 13bis

Per scoperchiare il vaso di Pandora, dicevamo, è servita la mina vagante Corona. Una variabile impazzita in un sistema malato. Ma qual è la situazione altrove, in Svizzera in particolare? Se in Italia il Codice di giustizia sportiva della FIGC vieta di puntare su partite di calcio, anche se non riguardano le partite delle proprie squadre, a fare stato nel nostro Paese è l’articolo 13bis del regolamento disciplinare dell’ASF. In ballo vi è il danneggiamento - potenziale o effettivo - dell’integrità di partite e competizioni. In particolare, secondo i dettami della Federazione, viola questa disposizione anche chi «partecipa direttamente o indirettamente a scommesse o attività simili collegate alle competizioni sportive dell’ASF, delle sezioni e delle associazioni regionali ovvero chi persegue direttamente o indirettamente interessi finanziari per mezzo di tali attività». Ecco, appunto. È successo negli ultimi anni? Da noi contattata, l’ASF tende a escluderlo: «Non siamo a conoscenza di casi elvetici e, nel dettaglio, di giocatori che hanno scommesso sul risultato di partite in cui erano coinvolti in prima persona». Qualora dovesse accadere, comunque, «l’organo disciplinare della ASF procederebbe ad adottare misure provvisorie. Dopodiché, il caso verrebbe esaminato nello specifico. A determinare eventuali sanzioni in prima istanza sarebbe quindi la Commissione di controllo e di disciplina dell’ASF».

Manipolazioni ed etica

Entrata in funzione a inizio 2022, la Fondazione Swiss Sport Integrity s’impegna a esaminare e se necessario contrastare pure le condotte etiche scorrette. Fra le quali, osserviamo, potrebbe rientrare la pratica delle scommesse illegali. «Nel corso del primo esercizio annuale, tuttavia, non abbiamo ricevuto segnalazioni puntuali riguardanti la manipolazione di competizioni correlate a scommesse nello sport svizzero» ci spiega il portavoce Jonas Personeni. Per poi precisare: «Nella misura in cui non costituiscono una violazione etica o un abuso, la manipolazione delle competizioni sportive o le scommesse sportive non autorizzate non soggiacciono all’applicazione dei nostri statuti in materia». Allargando il discorso, ad ogni modo, Swiss Sport Integrity riconosce una problematica: «Le denunce riguardanti le prestazioni degli arbitri. Questo, sì, è stato un soggetto di preoccupazione».

Le denunce riguardanti le prestazioni degli arbitri, nel 2022, sono state un soggetto di preoccupazione
Jonas Personeni, Swiss Sport Integrity

Occhio al basket

La piattaforma specializzata Sportradar, d’altronde, evidenzia proprio questo pericolo. «Atleti, giocatori e direttori di gara che si avvicinano al crepuscolo delle rispettive carriere saranno vieppiù tentati dalla possibilità di truccare una o più partite. E ciò dal momento che la principale fonte di reddito, derivante dalla propria attività, sta per esaurirsi. Le fattispecie in questione includono sia manipolazioni individuali, sia l’accordo con terzi in qualità di facilitatori». Sportradar è una società svizzera che si occupa di trasformare milioni di dati sportivi in contenuti numerici. E in questo modo contribuisce alla lotta contro la manipolazione delle competizioni, fungendo da prestatore di servizi per l’industria delle scommesse legali, le federazioni sportive internazionali e le autorità di controllo che operano nel settore. Il resoconto per il 2022, al proposito, fornisce un’interessante panoramica sul fenomeno della corruzione e dei match truccati. «Per la prima volta dal 2005, il numero di gare sospette ha sorpassato quota 1.000. Nel 2022 abbiamo registrato 1.212 casi, in 12 discipline differenti e in 92 Paesi». Erano state 905 l’anno prima. Il calcio, in questo quadro, fa la parte del leone. Gli incontri sospetti della scorsa stagione sono stati 775, ma è stato il basket - con 220 gare critiche - a conoscere un’esplosione di casi (+250% rispetto al 2021). «La maggior parte delle gare - tiene in ogni caso a sottolineare Sportradar - è risparmiata dalle scommesse illegali. Considerati tutti gli sport, le manipolazioni sospette interessano 1 match ogni 476», per un 99,5% di eventi «puliti». Tornando al calcio, nel 52% dei casi le potenziali sfide truccate non riguardano i primi due livelli delle competizioni. Nel mirino finiscono soprattutto i campionati inferiori, quelli giovanili o regionali, decisamente meno sotto i riflettori. Già, ma come si tenta di falsare una partita? A spiccare, con il 48,7% di possibili manipolazioni, è la combinazione di risultati, tramite l’handicap asiatico (che avvantaggia o penalizza in partenza una squadra) e il cosiddetto «Over» (che assicura un numero minimo di reti).

Nessuna condanna

Il cuore delle scommesse illegali rimane l’Europa. Dei 1.212 casi sospetti ravvisati nel 2022, 630 interessavano il Vecchio Continente. Svizzera compresa. Qui opera l’autorità intercantonale di sorveglianza sui giochi in denaro (Gespa), che lo scorso 4 maggio - a Berna - ha presentato una retrospettiva dedicata proprio alla manipolazione delle competizioni sportive. La legge dispone infatti che l’organismo in questione venga informato in caso di dubbi riguardanti eventi che hanno luogo in Svizzera o per i quali delle scommesse sono proposte su suolo elvetico. Ebbene, su questo fronte - rispetto al 2021 - le segnalazioni sono diminuite, passando da 157 a 67. Oltre alla citata Sportradar (in 19 occasioni), a richiedere l’intervento della Gespa sono state tra l’altro anche FIFA (16), UEFA (2) e le lotterie autorizzate Swisslos (1) e Loterie Romande (1). Anche a livello nazionale, il calcio si conferma la disciplina più a rischio, con 50 segnalazioni pari all’88% del totale. A generare sospetti sono state le puntate su campionati e tornei sparsi in ogni continente, dalla Champions League asiatica, passando per la terza lega polacca e quella sudcoreana. Il dato più significativo, però, interessa una partita sospetta disputata in Super League. Il tutto senza apparenti conseguenze sul piano della giustizia sportiva e/o penale. A complemento di quanto indicava l’ASF, la Gespa rileva che «alcuna condanna è stata pronunciata in Svizzera per manipolazione attiva o passiva di competizioni sportive nel 2022».

Correlati
Caso scommesse: Corona coinvolge pure Zaniolo e Tonali
Oggi le forze dell'ordine si sono presentate a Coverciano, dove hanno tenuto dei colloqui con i due calciatori - Entrambi hanno poi lasciato il ritiro della Nazionale su richiesta della Federazione: «Non sono nella condizione di affrontare gli impegni dei prossimi giorni»