MotoGP

Tre rivali e una sola corona, la sfida riparte dall’Austria

Martín, Bagnaia e Bastianini, è questa la momentanea top tre di uno dei Mondiali più affascinanti di sempre - La contesa tornerà in scena oggi sul Red Bull Ring
Il podio di Silverstone di due settimane rispecchia la top tre del Mondiale. © reuters/gigi soldano
Maddalena Buila
16.08.2024 06:00

Uno scettro e tre pretendenti. O se preferite, un Mondiale e tre piloti a contenderselo. La stagione della MotoGP continua a incantare. Sì, quello che stiamo vivendo quest’anno è davvero uno tra i più intriganti e affascinanti campionati di sempre. Moltissimi i piloti che sono andati a podio. Pochissimi, al contrario, i punti in classifica che separano i protagonisti. A dividere la top tre sono appena 49 lunghezze. E là davanti chi c’è? Ci sono loro. Sempre loro. Ancora loro. Gli stessi attori che hanno occupato il podio in tre delle ultime quattro tappe del Mondiale. Jorge Martín, Francesco Bagnaia e Enea Bastianini. Eccolo il tiro delle meraviglie. Già, come suggerivamo poc’anzi, proprio lo stesso terzetto salito sul podio due settimane fa, a Silverstone.

Un luogo di battaglie

Ma l’Inghilterra è ormai musica del passato. Il Mondiale corre, sfreccia veloce. Ed è già tempo per la prossima tappa. Questo weekend, i fari si accendono sulla pittoresca regione della Stiria, dove sorge il Red Bull Ring. Circuito, quello austriaco, che coniuga velocità e tecnica, offrendo un palcoscenico ideale per le battaglie in pista. La location perfetta per una contesa che è tutto fuorché decisa tra i tre moschettieri in lotta per la corona di campione 2024. Un tracciato che piace ai piloti e parecchio. Con i suoi 4,3 km di lunghezza e le sue dieci curve, è noto per i lunghi rettilinei che si alternano a stretti tornanti, rendendo cruciale il giusto bilanciamento tra potenza e agilità. Gli importanti dislivelli della pista, inoltre, aggiungono ulteriori difficoltà. Il meteo, per domenica, dice pioggia. Tanta pioggia e temporali. E allora la mente torna ai Gran Premi disputati sotto l’acqua a catinelle, quando le condizioni diventano proibitive e la giusta strategia fa la differenza.

Costanza e dati alla mano

A questo giro, da tenere d’occhio, sarà appunto il terzetto di punta. Jorge ha dalla sua la costanza. Lo dimostrano i sette podi in dieci gare. Il pilota della Prima Pramac Ducati è cresciuto, eccome. Lo dicono i dati. Oggi vanta ben 68 punti in più di quanti ne aveva un anno fa. A strizzare l’occhio a Martín, in vista della conquista del Mondiale, è inoltre una statistica. Dal 1993, anno in cui è entrato in vigore l’attuale punteggio, sono stati solo tre i casi in cui il leader di metà stagione non ha vinto il Mondiale. A sfatare il tabù furono Mick Doohan nel 1998 ai danni di Max Biaggi, Jorge Lorenzo nel 2015 quando recuperò Valentino Rossi e Francesco Bagnaia contro Fabio Quartararò, due anni fa.

Potenza e feeling domenicale

Tre punti separano lo spagnolo dal suo più agguerrito rivale. Il due volte campione del mondo, nonché leader in carica, Francesco Bagnaia. «Pecco» è incappato in qualche sbavatura di troppo a questo giro. È vero. L’ultima delle quali risale ad appena un paio di settimane fa, quando ha offerto a Martín su un piatto d’argento la Sprint di Silverstone. Con la gara del sabato Bagnaia ha sempre fatto un po’ più fatica. Mentre nelle corse lunghe della domenica ha collezionato un solo ritiro. Ma che i chilometri siano di meno o di più, se il piemontese è in forma non c’è trippa per gatti. E alla concorrenza resta la polvere.

La sorpresa e le gomme usate

E poi c’è Enea Bastianini. Una sorpresa fino a un certo punto, data la supremazia della sua Ducati GP24, la stessa di Martín e Bagnaia, su Aprilia e KTM. Ma anche il 26.enne di Rimini non scherza. «Quando è veloce fin dal venerdì, diventa un rivale pericoloso. I suoi 46 punti di distacco? Un niente. Ogni fine settimane ce ne sono 37 a disposizione». Una descrizione perfetta, quella datagli da Bagnaia. Se si aggiunge anche la sua estrema efficacia a gomme usate, ecco il mix perfetto per un pilota pronto a buttarsi nella lotta per il titolo. E il Red Bull Ring, dicevano, è la location perfetta per un’altra battaglia serrata e senza esclusione di colpi.

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