Golf

«Un Ticino Championship che promette moltissimo»

Gianluca Patuzzo parla dell’alta qualità dei giocatori in gara da venerdì a domenica al Patriziale di Ascona: «Quest’anno seguirò i nostri migliori giovani in particolare all’English Boys e ai Campionati internazionali d’Italia»
Gianluca Patuzzo, capitano dei professionisti svizzeri, è anche coach del quadro regionale sud-est. ©CdT/Chiara Zocchetti
Raffaele Soldati
19.04.2022 20:17

Che la Svizzera possa contare su un buon movimento amatoriale è fuor di dubbio. Basta poco per verificarlo. Suggeriamo una capatina al Patriziale di Ascona dove, da venerdì a domenica, si terrà il Ticino Championship. «È, questo, il classico appuntamento di inizio stagione inserito nel calendario nazionale ed organizzato dal club locarnese. È una gara che promette moltissimo ed è un’occasione per ammirare un golf di alta qualità. Oltretutto con un tocco internazionale» dice Gianluca Patuzzo.

Ad aggiudicarsi il Ticino Championship nel 1994 era stato proprio lui, allora numero uno dell’ordine di merito nazionale. Nello stesso anno il golfista ticinese partecipò anche ai Mondiali amateur. E, in quell’occasione, tra gli altri, giocò anche un giovanissimo Tiger Woods, il fenomeno americano che siamo tornati ad ammirare nel recente Masters di Augusta. Altri tempi, altre storie. Patuzzo, che dalla fine della scorsa stagione insegna ad Ascona, opera su più fronti. È capitano dei professionisti elvetici (SPGA) e coach del quadro regionale sud-est, che raggruppa le promesse ticinesi e grigionesi. Nell’autunno scorso, con altri allenatori, aveva svolto uno stage oltre frontiera a Bogogno, in Piemonte. «L’attività di preparazione per il 2022 è in pratica iniziata già nello scorso mese di dicembre - dice - . Ogni tre o quattro settimane abbiamo organizzato degli stage, incontri sportivi attraverso i quali cerchiamo di elevare il livello di gioco dei nostri giovani».

Parliamo delle promesse, quelle che partecipano al Junior Tour, che è iniziato negli ultimi giorni di marzo sul campo del GC Lugano. Come è strutturato questo circuito giovanile? «I ragazzi e le ragazze più promettenti - prosegue Patuzzo - affrontano una dozzina di gare all’anno su vari percorsi della Svizzera. La serie di questi appuntamenti, iniziata a Magliaso, si concluderà a fine ottobre con una competizione match-play. Per quanto mi riguarda, seguirò da vicino i nostri giovani e avrò anche l’opportunità di seguirne alcuni in occasione di due appuntamenti internazionali, l’English Boys e i Campionati internazionali d’Italia».

Giovani e prospettive

Siamo in una fascia di età in cui i nostri giovani iniziano a riflettere sulla possibilità di avvicinarsi al mondo dei professionisti. Con quali prospettive? «È difficile dare indicazioni precise ed è ancora più difficile fare previsioni a medio e lungo termine. Qualcuno comunque si prepara scrupolosamente anche pensando al fatto che il golf possa in futuro diventare una professione», sottolinea il professionista luganese di Ascona.

Dai tre circoli ticinesi (Lugano, Ascona e Gerre di Losone, ndr) in passato sono emersi diversi golfisti di qualità. Alcuni hanno abbracciato la via del professionismo, chi aspirando a diventare playing-pro, chi optando per l’insegnamento. «Per diventare playing-pro - afferma ancora Patuzzo - ci vogliono determinante caratteristiche, tecniche e mentali. Non tutti quelli che fanno parte dei quadri hanno la garanzia di avere un futuro sul piano delle competizioni. Il compito di noi allenatori è quello di rendere i nostri migliori golfisti più consapevoli delle loro possibilità. E, in primo luogo, cerchiamo di offrire loro una buona formazione».

La concorrenza cresce

Le vie del circuito sono sempre più in salita? «È vero - risponde Patuzzo - . La concorrenza cresce di anno in anno. Soprattutto in campo maschile. Questo è certamente un aspetto di cui bisogna tenere conto. In questi anni alcuni elvetici hanno affrontato competizioni sul Pro Golf Tour e sull’Alps Tour, i circuiti del terzo livello continentale. Alcuni, tra i 4 e i 6 giocatori, si sono cimentati e continuano a farlo sul Challenge Tour. Il passaggio dal secondo livello allo European Tour è particolarmente difficile. D’altra parte, lo testimonia il fatto che da ormai diverse stagioni non abbiamo neanche un rappresentante rossocrociato ai livelli più alti del golf continentale».

Donne sul circuito

In questo senso, le prospettive sono un po’ migliori in campo femminile? «Senza dubbio - conclude Patuzzo - . Due elvetiche, Albane Valenzuela e Morgan Métraux si sono guadagnate la carta per affrontare i tornei della LPGA americana. Altre due Kim Métraux (sorella di Morgane, ndr) e la ticinese Anaïs Maggetti, giocano invece sul circuito europeo».