Una gita con Rebeka
Prima impressione di Riga: «Bella». Seconda impressione di Riga: «Bella. Piccolina, ma bella». Terza impressione di Riga: «Ragazzi, occhio alle caviglie. Qui, tra strade in pavé e marciapiedi irregolari, finiamo tutti in stampelle». Però bella. Aveva ragione quel signore italiano incontrato giovedì a Malpensa. Un habitué della capitale lettone. «Vedrete, in questo periodo dell’anno la città dà il meglio di sé. Un mese fa era ancora tutto ghiacciato. Ora è esplosa la primavera. Vi godrete la vacanza». Siamo qui per lavorare, ma questo non ci impedisce di improvvisarci turisti per qualche ora al giorno. E Riga, in questo primo assaggio di Mondiale, è stata generosa. Sole che scotta già dal mattino, cielo azzurro, aiuole in fiore. Ieri, domenica, la capitale lettone si è svegliata lentamente. Un po’ alla volta. Prima quelli senza tende oscuranti in camera (eccomi!), poi quelli a passeggio con i cani, poi le comitive di visitatori, quindi i tifosi di hockey a caccia della prima birretta della giornata. Negozi chiusi, bar aperti. Aspettando il pranzo e addentando un croissant («Kruasans», stando alla scritta nella vetrinetta) ci siamo concessi una romantica gita con Rebeka. Rebeka è il nome di una delle barchette del «Canal Boat Tour». Dapprima si percorre il canale che attraversa i due splendidi parchi del centro (Bastejkalns e Kronvalda Park), situati al confine con la città vecchia. Poi la breve crociera sfocia nel fiume Daugava, con vista su torri e campanili che delineano la suggestiva skyline di questo gioiellino baltico. Una città molto nordica e molto poco sovietica. Sull’altra sponda del fiume si trova l’hotel in cui alloggia la nazionale svizzera. Panorami splendidi anche da quelle stanze, a giudicare dalle foto pubblicate dai giocatori rossocrociati su Instagram. Prima di tornare in pista per la partita, ci siamo concessi un assaggio di cucina lettone, testando uno dei loro 50 originalissimi modi di cucinare le patate. Al forno.