Nazionale

Un'importante lezione che aiuterà a crescere

La trasferta a Londra, al netto del primo k.o. dell'era Yakin, è stata tutto sommato positiva per la Svizzera
Nicola Martinetti
28.03.2022 06:00

Sugli spalti dell’Alveare - The Hive, lo stadio del club di quinta divisione inglese Barnet FC - Pierluigi Tami osserva attento. Le sue «api», quantomeno quelle che sabato sera non hanno iniziato dal primo minuto l’amichevole di prestigio contro l’Inghilterra, eseguono gli ordini di Murat Yakin sul campo principale. La mente, a poche ora dal k.o. incassato contro i vicecampioni d’Europa, torna inevitabilmente a quanto accaduto nei novanta minuti di Wembley. «Mi è spiaciuto davvero tanto non essere riusciti a cogliere un risultato positivo - afferma al proposito il direttore delle nazionali elvetiche - perché sarebbe stato importante, ci avrebbe permesso di accumulare ulteriore fiducia. Quella già presente, ad ogni buon conto, non deve venire scalfita dalla sconfitta contro gli inglesi. Anzi, in qualche modo deve uscirne rafforzata. La prestazione della squadra, infatti, è stata incoraggiante. Siamo stati molto attivi, giocando con personalità e prendendo in mano l’iniziativa. Questo, in ottica futura, mi lascia ben sperare».

L’ultimo tratto verso la vetta

Seppur sconfitta, al termine dell’incontro la selezione rossocrociata ha incassato fior di elogi da parte dell’entourage inglese. In primis dal ct Gareth Southgate, particolarmente impressionato dal primo tempo degli elvetici. «Credo che ora anche le grandi nazionali ci riconoscono i buoni risultati ottenuti negli ultimi anni, e la continuità con cui essi sono stati conseguiti. Questo evidentemente fa crescere la stima nei nostri confronti» rileva Tami. Già. Però alla fine, da Wembley, Xhaka e compagni sono usciti a mani vuote. E il perché è molto chiaro allo stesso 60.enne ticinese. «In sede di analisi, tutti si sono concentrati sui due errori individuali commessi rispettivamente da Frei e Zuber. A me, però, preme sottolineare un altro aspetto. Nel primo tempo, prima e dopo il gol di Embolo, ci siamo creati diverse occasioni importanti. Avremmo potuto mettere una seria ipoteca sul match segnando una seconda rete, e invece non siamo stati in grado di chiuderlo. È qui che, al netto degli errori, possiamo e dobbiamo migliorare ancora. Di fatto non siamo lontani dal riuscire a chiudere il gap che ci separa dalle «big» del calcio internazionale. Ma quel poco che ancora manca, in realtà resta tanto. È un po’ come l’ultimo tratto di una scalata, prima di raggiungere la vetta: è sempre il più difficile».

Fortunatamente per gli elvetici, prima dei Mondiali in Qatar, vi sarà l’occasione di fare nuovamente pratica contro avversari di caratura elevata. In Nations League, infatti, i rossocrociati se la vedranno contro Spagna, Portogallo e Repubblica Ceca. «Ci stiamo abituando a giocare regolarmente incontri di un certo spessore, e questo è qualcosa di nuovo per la nostra realtà - prosegue «Pier» -. Un primo assaggio lo avevamo avuto nel 2020, quando nella medesima situazione non eravamo riusciti a vincere neanche una partita. E ora avremo l’occasione di riprovarci. È sicuramente un processo importante per la squadra. Se impareremo a controllare determinate dinamiche, in futuro riusciremo a uscire vincitori da partite come quella di sabato».

Negli ultimi anni, partendo dall’U15, abbiamo discusso con tutti i nostri tecnici di un’idea di gioco comune. In questo modo i nostri talenti capiscono fin dalla giovane età che tipo di calcio siamo intenzionati a proporre

Ambiziosi su più livelli

Un altro processo, quello iniziato anni fa dall’Associazione Svizzera di Football (ASF) con l’intento di elevare il livello di tutte le sue rappresentative, sta invece dimostrando di saper generare frutti concreti con una frequenza sempre più crescente. Rispetto al passato, infatti, la rosa della prima squadra dispone ora di maggiore profondità. Dettata, in primis, dai giovani talenti provenienti dall’U21 di Mauro Lustrinelli. «È un discorso molto ampio - rileva Tami -. Negli ultimi anni, partendo dall’U15, abbiamo discusso con tutti i nostri tecnici di un’idea di gioco comune. In questo modo i nostri talenti capiscono fin dalla giovane età che tipo di calcio siamo intenzionati a proporre. La nazionale maggiore, in questo senso, non è che la locomotiva. Per questo la sfida contro l’Inghilterra mi ha comunque soddisfatto. Perché ho visto una Svizzera in grado di portare in campo gli elementi che stanno alla base della nostra filosofia, dando l’esempio al resto della piramide. L’U21 di Mauro Lustrinelli, dal canto suo, segue molto fedelmente la via tracciata, raccogliendo risultati importanti. Uno dei prossimi passi da compiere per vedere la nazionale maggiore vincere contro le migliori selezioni al mondo, a parer mio, dovrà ora essere quello di riuscire a imporsi nei big match anche a livello giovanile. Vedremo ad esempio domani gli «svizzerini» di Lustrinelli, contro una grande squadra come l’Olanda, come se la caveranno».

Un’altra serata speciale

Xhaka e compagni dal canto loro, sempre domani, saranno invece impegnati al Letzigrund contro il Kosovo. Un’amichevole innegabilmente speciale, in particolare per coloro le cui radici affondano nel Paese balcanico. «Vedo una squadra serena - spiega Tami -. A Londra abbiamo fatto il pieno di emozioni e all’orizzonte ci aspetta un’altra bella serata. Penso in particolare proprio per i vari Xhaka, Shaqiri e Zeqiri, che avvertiranno senza dubbio dei sentimenti speciali». Doppi, in questo caso, per il capitano della «Nati», che a Zurigo taglierà il traguardo delle cento partite in maglia rossocrociata. «Sono fiero e felice per lui, è un momento molto importante. Come lo era stato, del resto, anche per Shaqiri qualche mese fa. La strada per arrivare qui è lunga e tortuosa, ma sin da quando li ho allenati nell’U21, anni fa, sapevo che disponevano delle qualità per percorrerla tutta. Il fatto che ci siano riusciti dovrebbe fugare ogni possibile dubbio sull’identificazione che questi giocatori avvertono nei confronti della nostra squadra» chiosa il direttore delle nazionali elvetiche.

Sono fiero e felice per Xhaka, che taglierà il traguardo delle 100 partite con noi: è un momento molto importante. Come lo era stato, del resto, anche per Shaqiri qualche mese fa