Formula 1

Verstappen fa il fenomeno, la sua è una lezione di guida

A Suzuka, il pilota della Red Bull è impeccabile - La McLaren non fa lottare i suoi piloti e la gara diventa noiosissima - Male la Ferrari - Ottimo Antonelli
L'olandese alza il trofeo al cielo. ©FRANCK ROBICHON
Pino Allievi
Pino Allievi
06.04.2025 21:00

Enzo Ferrari era un grande sostenitore del rapporto di mezzadria: «Quando un pilota vince, metà del merito va alla macchina». Poi col tempo si è corretto riconoscendo come fenomeni del livello di Nuvolari, Moss e Villeneuve fossero stati capaci di alterare il rapporto a loro favore. Ai suoi tre idoli, Ferrari oggi avrebbe certamente aggiunto il nome di Max Verstappen, che in Giappone, sulla pista difficilissima di Suzuka, ha dato una lezione di guida a tutti, conquistando un successo che va all’uomo, più che alla onesta Red Bull che guida in questo momento.

Un successo studiato

Il tracciato di Suzuka è una specie di Università della guida: c’è un’alternanza di serpentine micidiali, di curve veloci e velocissime (compresa «130 R» che si deve fare a 295 km/h senza sollevare il piede dal gas!) che creano una chiara e spietata graduatoria dei valori in campo. Ed è emerso il migliore. Ma anche il più rapido a capire che, con l’asfalto rifatto in un lungo tratto, non ci sarebbe stato il solito degrado delle gomme, per cui sarebbe stato necessario scattare davanti a tutti. Lo ha fatto azzannando con i denti la pole position. E poi, avviandosi alla perfezione, gli è stato facile controllare i rivali e conquistare il successo. Le McLaren gli si sono accodate in ordine alle spalle, con Lando Norris davanti a Oscar Piastri. Ora è noto come Norris abbia una sorta di timore reverenziale nei confronti di Verstappen, che più volte lo ha messo fuori pista senza complimenti. Per cui l’inglese non ha mai attaccato Max, temendo una brutta fine o quanto meno una figuraccia. Avrebbe voluto provarci Piastri, che ha meno zanzare nel cervello e più concretezza, ma la McLaren non gli ha dato il via libera per superare il compagno. Per cui tutto è rimasto ingessato dall’inizio alla fine e la gara è stata noiosissima, senza sorpassi, senza colpi di scena.

Adesso Verstappen ha un solo punto di distacco da Norris nella classifica iridata. E spera nel colpaccio, anche se nelle prossime gare il degrado delle gomme tornerà a farsi sentire e la McLaren riprenderà il vantaggio che ha da lungo tempo. Però la stessa McLaren dovrà prima o poi «liberare» Piastri, visto che Norris oramai è troppo condizionato da Verstappen e lo teme fuori misura.

Una reazione che non basta

Agevolata dall’inesistente consumo di gomme, la Ferrari ha disputato a Suzuka la miglior gara dell’anno: Leclerc si è piazzato quarto a 16 secondi da Verstappen, Hamilton settimo a 29’’1. Distacchi sul giro contenuti, due tattiche diverse per i piloti (Charles è scattato con le Pirelli Medie, Hamilton con le Hard) che non hanno creato differenze, la Mercedes per la prima volta alle spalle. Basta? No, assolutamente. Dalla Ferrari ci si attendono vittorie, le buone prestazioni non bastano più, sono palliativi. Gli stessi responsabili del team avevano detto che sarebbe stata una annata eccezionale, con l’obbiettivo di due titoli mondiali. Invece ritroviamo le rosse di nuovo a inseguire, con distacchi imbarazzanti e problemi di «bilanciamento» che Leclerc e Hamilton faticano a sopportare. Ad ogni gara la promessa che presto andrà meglio, però qualcosa non funziona e sarebbe bene che il presidente John Elkann, come ha appena fatto con la Juventus, ci mettesse mano.

Ma c’è un’altra parte dell’Italia che invece va a gonfie vele. È l’Italia giovane, promettente, sorridente di Kimi Andrea Antonelli, 18 anni e 7 mesi, leader in Giappone per 10 giri (mai c’era stato uno più giovane al comando di un gran premio) e poi sesto alla fine dopo aver distaccato nientemeno che Lewis Hamilton, il quale con gomme più tenere era invece sicuro di superarlo. Antonelli è l’erede di Hamilton in Mercedes: la scelta non poteva essere più felice. Oggi ha disputato la sua terza gara di campionato e ha corso come un veterano. Diamogli tempo e aspettiamo, non ci deluderà. Magari già domenica in Bahrein, cui seguirà - a Pasqua - il GP dell’Arabia Saudita: la F1 non si regala vacanze…

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