Hockey

Vodesi a lezione da Tom Cruise

Questa sera, alla Swiss Life Arena, il Losanna proverà a cogliere un altro successo per riequilibrare la serie, una missione (quasi) impossibile - Qui, nei playoff, lo Zurigo ha vinto la bellezza di 15 partite di fila - Quando arrivano i giochi per il titolo, i Lions aumentano a dismisura il proprio livello di gioco
© Keystone/Til Buergy
Alex Isenburg
22.04.2025 06:00

Un passo in avanti, piccolo ma importante, il Losanna lo ha compiuto. Sabato sera, infatti, i vodesi hanno conquistato gara-3 sconfiggendo 4-2 lo Zurigo e accorciando così le distanze nei confronti della compagine guidata da Marco Bayer; caduta sotto i colpi di uno scatenato Théo Rochette. Tre gol e un assist, per lui, che già nel corso dei quarti di finale aveva incamerato una tripletta al cospetto del Langnau. Un successo importante, dicevamo, per la squadra di Geoff Ward, che però è tuttora costretta a inseguire e che, soprattutto, è ancora chiamata a rispondere al break subito a inizio serie alla Vaudoise Arena. «Non abbiamo ancora raggiunto alcunché – ha riconosciuto con onestà l’head coach dell’Ontario dopo l’ultima vittoria casalinga – dovremo restare concentrati e gestire con bravura le emozioni». Quello 0-3, patito seccamente in gara-1, d’altronde ha inguaiato, e non poco, il Losanna, facendogli perdere il vantaggio casalingo. Per poterlo riacquisire, va da sé, si è resa necessaria una vittoria in trasferta. Facile a dirsi, decisamente meno a farsi.

Da qui non si passa

Imporsi alla Swiss Life Arena durante i playoff è diventata una missione impossibile, degna delle gesta più mirabolanti di Ethan Hunt. Dal suo addio all’Hallenstadion, lo Zurigo ha forgiato una sorta di fortino inespugnabile, capace di resistere agli assalti di ogni avversario. Giusto per intenderci, nella nuova pista – in cui hanno debuttato due stagioni or sono, nell’ottobre del 2022, festeggiando un successo sul Friburgo – i Lions hanno disputato 20 partite di post-season, trionfando in ben 18 circostanze. In occasione delle prime tre sfide – nei quarti di finale vinti contro il Davos - il pubblico di casa aveva sempre potuto gioire. Poi, la squadra guidata, allora, da Marc Crawford, aveva subìto la legge imposta da Annti Törmänen. E dal suo Bienne - che in quella stagione si arrampicò sino a gara-7 di un finale poi persa al cospetto del Ginevra – capace di espugnare la Swiss Life Arena in entrambe le circostanze in cui ne calcò il ghiaccio: finì 0-4 in gara-2 e 3-5 nella quarta e ultima sfida. Una serie senza storia, che pose fine alla prima stagione, non particolarmente esaltante per lo Zurigo, nella nuova casa.

Da quel momento in poi, tuttavia, la storia è cambiata radicalmente. Il ruolino di marcia, da lì, è divenuto impressionante e la striscia di successi, attualmente in corso, recita addirittura 15 affermazioni consecutive. E a sperimentare sulla propria pelle l’implacabilità dei Lions tra le mura amiche, l’anno successivo, fu lo stesso Bienne. Nei quarti di finale lo Zurigo non lasciò scampo ai seeländer, vendicando il severo 4-0 patito nella serie della stagione 2022-23 con la stessa medicina impartitagli dai bernesi. Poi, in ordine, a passare sotto lo schiacciasassi degli ZSC sono stati: lo Zugo (battuto per due volte 5-2); il Losanna (sconfitto quattro volte su quattro nella finale dello scorso anno); il Kloten (messo k.o. per tre volte nel derby disputatosi nei quarti di finale di quest’anno); il Davos (mai neanche vicino a imporsi una volta nelle sue tre sfide in trasferta); e infine ancora il Losanna (nella recente gara-2 decisa da Fröden). Insomma, non ce n’è stato davvero per nessuno.

Solo due volte all’overtime

Già questi dati, in realtà, basterebbero per comprendere quanto di incredibile lo Zurigo sia riuscito a compiere alla Swiss Life Arena, soprattutto a partire dai playoff della stagione 2023-24. In questo arco temporale, però, emergono ulteriori statistiche a dir poco notevoli; che testimoniano ulteriormente la forza della squadra presieduta da Walter Frey, quando questa è chiamata a disimpegnarsi di fronte al proprio pubblico. Delle 15 vittorie di fila, 13 sono giunte entro al 60’. A resistere, oltre i tempi regolamentari, sono stati il Bienne – punito al secondo overtime dal gol liberatorio di Zehnder – e lo stesso Losanna, proprio nell’ultima sfida giocata a Zurigo e decisa dal già citato Fröden, al 62’01’’.

Insomma, di duelli ad armi pari se ne sono visti assai pochi e il dominio poc’anzi esplicitato, inevitabilmente, si è riflesso anche nel numero di gol segnati. Tanto che lo Zurigo ha siglato ben 56 marcature, subendone appena 19. Il tutto, quindi, comporta un brillante +37 di differenza reti, che in sostanza suggerisce una media di circa 2,5 gol di scarto a partita. Non basta? Eccovi, allora, il dato probabilmente più eclatante di tutti: nei 48 periodi – compresi quelli accorsi durante i tempi supplementari, dunque non tutti da 20’ – giocatisi nelle suddette 15 partite, lo Zurigo ha avuto la peggio soltanto 6 volte. In casa, perciò, i campioni svizzeri in carica perdono la pochezza di 1 terzo di gara su 8. Pauroso.

L’asticella si è alzata

La paura, di certo, non potrà pervadere nello stato d’animo delLosanna, perfettamente consapevole di ciò a cui sta andando incontro. Certo è che, dinnanzi a numeri cotanto eloquenti, qualche dubbio potrebbe sorgere. D’altra parte, se il Lions nei playoff non perdono alla Swiss Life Arena dal lontano 5 aprile 2023, un motivo ci sarà. E quel motivo è che lo Zurigo è la squadra meglio strutturata in Svizzera. Si badi bene, ciò non significa che non ci sia spazio per inserirsi per le altre squadre. Il primo posto in regular season conquistato proprio dai vodesi ne è un esempio lampante. È altresì emblematico, tuttavia, per dimostrare la differenza di approccio tra la truppa di Ward e quella con Bayer sulla panchina. La forza dello Zurigo viene misurata con accuratezza, viene espressa nel suo massimo splendore solo nel momento del bisogno. Come si suol dire, quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare.

Sono tre, a tal proposito, i principi fondamentali che supportano questa tesi applicata al caso dello ZSC. Il primo, è che nelle 26 partite della stagione regolare alla Swiss Life Arena il bilancio è stato ben diverso rispetto a quello del post-season. Le sette sconfitte interne - la passata stagione ce ne fu anche una in più - sono costate il quinto posto per rendimento casalingo. Nulla a che vedere con le 15 vittorie di fila nei playoff. Secondariamente, a impressionare è il cambio di marcia in superiorità numerica: il 17,39% di media è incrementato considerevolmente, assestandosi a 30,77% di riuscita con l’uomo in più sul ghiaccio. Infine, rappresentative sono le cifre relative ai due uomini offensivi di maggior prestigio dello Zurigo. La produzione, in termini di gol e assist, di Sven Andrighetto e Denis Malgin è schizzata vertiginosamente verso l’alto. Il primo è passato da 0,87 punti a partita in regular season a 1,57 nei giochi per il titolo; il secondo lo ha imitato crescendo da 0,92 a 1,36.

Insomma, lo Zurigo sin qui ha dimostrato che quando vuole vincere, semplicemente, vince. Il livello viene alzato a piacimento, solo se e quando è necessario. Questa sera, quindi, Geoff Ward dovrà indossare i panni di Tom Cruise.