Sci alpino

Von Allmen e Meillard all'unisono: «È stato stressante, ma l'impresa è storica»

I due sono diventati campioni del mondo assieme nel nuovo formato della combinata a squadre, dove la Svizzera ha realizzato un'incredibile tripletta
© Keystone/Jean-Christophe Bott
Red. Sport
12.02.2025 19:45

Una squadra, tutta intera, in estasi pura. Al termine della combinata a squadre maschile, l’entusiasmo, per i colori rossocrociati, è stato incontenibile. La Svizzera, infatti, ha colonizzato il podio iridato, conquistando in un colpo solo oro, argento e bronzo. Una prova di forza spaventosa, quella degli elvetici, capaci di riscrivere la storia dello sci alpino con una tripletta che resterà impressa negli annali. A imporsi è stata la coppia formata dal discesista Franjo von Allmen e dallo slalomista Loïc Meillard, mentre dietro di loro sono giunti Alexis Monney e Tanguy Nef - staccati di 27 centesimi - seguiti a ruota dal duo Stefan Rogentin-Marc Rochat, giunto con 0’’43 di ritardo dai vincitori.

Festa grande

I nuovi campioni del mondo si sono imposti grazie a due ottime prestazioni: in mattinata, von Allmen - già vincitore in discesa libera - aveva stampato il secondo miglior tempo, alle spalle solo di Monney, poi Meillard - con una pista ormai rovinata e insidiosa - è stato pressoché impeccabile nella sua prova tra i paletti stretti. «Al cancelletto di partenza lo stress era superiore a quello che provo solitamente - ha sostenuto il vallesano ai microfoni di ORF - perché chiaramente si vuole fare bene anche per il proprio compagno di squadra». Meillard, quindi, è finalmente riuscito a conquistare l’alloro più prestigioso che gli era invece sfuggito nelle tre gare in cui andò a medaglia tra Courchevel e Cortina d’Ampezzo. Von Allmen, invece, ha bissato l’oro spettacolare conquistato in discesa libera, imitando la doppietta che in campo femminile è riuscita all’americana Breezy Johnson. «Questa gara non ha fatto molto bene ai miei nervi - ha detto sorridendo il bernese - ma ciò che siamo riusciti a compiere come squadra resterà nei libri di storia».

Come lui, anche Monney - che ha definito «folle» la giornata vissuta - ha chiuso dunque la rassegna iridata con due splendide medaglie, anche grazie alla buona manche disputata da Nef. «Siamo sul tetto del mondo - ha affermato quest’ultimo - non potevo sognare nulla di meglio». Domenica il ginevrino - al pari dei suoi compagni slalomisti - avrà ancora da disputare la prova individuale nella sua disciplina prediletta, ma non per questo rinuncerà a qualche festeggiamento. «Un uomo saggio, di nome Marco Odermatt, mi ha suggerito che due giorni sono sufficienti per recuperare dopo la festa».

Rimonta emozionante

Sul gradino più basso del podio, come detto, sono saliti Rogentin e Rochat. Lui, è stato l’artefice della rimonta grazie al terzo miglior tempo nella prova di slalom, che è poi valso la medaglia. «In questi anni ho inseguito a lungo, andandoci più volte vicino, questo podio. Ho avuto un brutto inizio di stagione, ma qui le stelle si sono allineate. Il sogno che ho avuto, quello di vincere il bronzo, si è rivelato essere premonitore».

L’unico duo rimasto a bocca asciutta, per quanto riguarda i colori elvetici, è stato quello composto da Murisier e Yule. Quest’ultimo - al pari di diversi rivali illustri, come Feller, Noël, Vinatzer e Schwarz - è stato eliminato dopo aver inforcato un palo.

Lara punta a un'ultima medaglia

Domani sarà il turno del gigante in campo femminile e Lara Gut-Behrami, dunque, è giunta in prossimità dell’ultima porta, dopodiché la sua brillante carriera iridata tramonterà. L’insperata e assaporata medaglia d’argento nella combinata a squadre, in coppia con Wendy Holdener, ha sicuramente tolto un po’ di pressione alla ticinese, protagonista di prove sotto le attese in superG e discesa. La 33.enne di Comano, va detto, non è però la favorita del gigante femminile ai Mondiali di Saalbach. In stagione in CdM Lara è salita solo una volta sul podio, seconda a Plan de Corones a fine gennaio. Lo stesso, seppur al terzo posto, è per esempio riuscito a Camille Rast, pure al via tra le porte larghe insieme ad altre due atlete rossocrociate: Holdener e Michelle Gisin.

A queste ultime spetta il ruolo di outsider, mentre la grande favorita è una e una soltanto: Federica Brignone. L’italiana ha conquistato i primi due giganti stagionali, ma non ha chiuso gli altri tre. In assenza della campionessa del mondo in carica Mikaela Shiffrin - che ha deciso di dedicarsi allo slalom - i riflettori sono però inevitabilmente puntati verso di lei. L’Austria, sin qui, ha regalato a Brignone l’argento in superG. E d’argento sono pure le medaglie in gigante vinte a Garmisch nel 2011 e soprattutto in occasione dell’ultimo Mondiale a Courchevel/Méribel. La pressione è tanta. E se ne approfittasse proprio Gut-Behrami?

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