Arriva la cicogna

Continua il ciclo di conferenze pubbliche organizzate dal Corriere del Ticino e dalla Clinica Sant'Anna che mette sotto i riflettori l'importanza della collaborazione tra specialità mediche.
? Giovedì 2 ottobre 2014, ore 18.30Auditorio, Università della Svizzera Italiana, Via Giuseppe Buffi 13, Lugano
"ARRIVA LA CICOGNA"Gestire la gravidanza con un approccio multidisciplinare
RELATORIDr. med. Jeffrey Pedrazzoli, Specialista FMH in Ginecologia e Ostetricia; Chirurgo in ginecologia, uroginecologia, senologia, fertilità e ostetricia; Sessuologo clinicoDr.ssa med. Petra Donati-Genet, Specialista FMH in Pediatria, Neonatologia e Medicina IntensivaMaria Brovelli, Capo Reparto Ostetricia Clinica Sant'AnnaModeratore: Sergio Sciancalepore, Redazione Corriere del Ticino
A seguire domande del pubblico, discussione e aperitivo. Entrata libera
GLI APPROFONDIMENTILatte materno: molto più che solo nutrimento
Il latte materno non solo è essenziale per nutrire il neonato, ma gli fornisce cellule e sostanze per avviare e sviluppare funzioni essenziali per la sua salute, come le difese immunitarie.È il primo alimento dei mammiferi, ma definirlo solo come un cibo sarebbe decisamente riduttivo. Infatti, il latte materno può essere definito un vero "alimento funzionale", ovvero l'abbinamento di un nutrimento per sviluppare, far crescere il neonato nel primo periodo della sua vita, con una quantità di sostanze che non servono tanto per la crescita corporea quanto per avviare o stimolare funzioni dell'organismo. Queste sostanze o componenti "bio-attive" comprendono cellule, sostanze anti-infiammatorie e anti-infettive, fattori di crescita, prebiotici da non confondere con i probiotici che sono batteri utili all'organismo come i batteri del genere Bifidus e Lactobacillus. C'è anche un aspetto paradossale: il latte materno dovrebbe essere ben conosciuto per quanto riguarda le sostanze che contiene, invece c'è ancora molto da scoprire. Numerosi studi e sperimentazioni sono in corso e si ritiene che l'approfondita conoscenza della composizione e delle funzioni del latte materno potrebbe servire a sviluppare farmaci o preparati con componenti del latte materno utili per neonati in condizioni di salute precaria o affetti da determinate malattie neonatali.
Il primo latte prodotto dalla donna al termine della gestazione è il colostro, un tipo di latte con caratteristiche del tutto particolari rispetto al latte prodotto in seguito. È ricco di sostanze immunologicamente attive (immunoglobulineA, globuli bianchi) e fattori di crescita come il Fattore di crescita epidermico: è quindi da ritenere che questo tipo di latte, più che una funzione nutritiva, abbia la funzione di rafforzare da subito le difese immunitarie del neonato. Pochi giorni dopo il parto, il latte materno subisce dei cambiamenti che costituiscono una sorta di "transizione", di passaggio verso un tipo di latte con più nutrienti.
Quattro-sei settimane dopo il parto, il latte materno inizia ad avere una composizione stabile che manterrà praticamente invariata durante il periodo dell'allattamento.I componenti del latte materno derivano da tre fonti principali: i componenti prodotti dalle cellule ghiandolari della mammella; sostanze provenienti dall'alimentazione della mamma (per es. vitamine); sostanze che sono "immagazzinate" negli organi e tessuti materni.Una parte di proteine, tre di grassi e sette di zuccheri. Questa è la composizione media di un decilitro di latte umano, composizione che può subire delle variazioni in rapporto con lo stato di nutrizione della mamma, anche se variazioni significative si osservano solo nelle situazioni in cui la dieta materna sia fortemente carente o squilibrata. L'energia fornita è pari a 65-75 chilocalorie per decilitro di latte: se una donna produce latte in quantità superiore al normale, il contenuto di grassi e proteine tende a diminuire mentre aumenta quello di zuccheri.Il tipo di zucchero più importante contenuto nel latte materno è il lattosio. Un altro tipo di zucchero presente in piccola quantità sono gli oligosaccaridi (l'uno per cento in un decilitro) che svolgono tuttavia una funzione fondamentale (vedi oltre).Il latte materno fornisce una quantità notevole di vitamine del tipo A, B1, B2, B6,B12. La vitamina K (fondamentale per la coagulazione del sangue) è presente in quantità modeste, come pure quella D: quest'ultima scarseggia soprattutto se la mamma si espone poco al sole: in caso di necessità, il pediatra può disporre un apporto supplementare di queste vitamine al neonato.I composti bio-attivi contenuti nel latte materno non hanno un ruolo nella nutrizione vera e propria, nel senso che non sono utilizzati dal neonato per la crescita corporea, ma hanno una fondamentale importanza per avviare o sviluppare certe funzioni e quindi promuovere la salute del bambino. Lo studio di questi composti bio-attivi è in pieno sviluppo non solo per comprendere meglio la loro funzione ma anche per poterli utilizzare (per esempio producendoli in forma sintetica, senza doverli estrarre dal latte umano) come veri e propri farmaci da somministrare a neonati con particolari carenze o malattie. Citiamo solo alcuni di questi composti bio-attivi:- Epidermal growth factor (EGF)Svolge una importante funzione nello sviluppo e nella riparazione della mucosa che riveste la parte interna dell'intestino, fondamentale per l'assorbimento dei nutrienti contenuti negli alimenti;- Fattore di crescita neuronaleStimola lo sviluppo del sistema nervoso annesso all'intestino che permette a questo organo i movimenti spontanei (peristalsi) che favoriscono la digestione e l'assimilazione;- Fattori di crescita dei vasi sanguigniIn particolare, questi fattori promuovono lo sviluppo dell'endotelio, il rivestimento interno dei vasi sanguigni;- Eritropoietina (Epo)Stimola la produzione dei globuli rossi, quindi ha una funzione anti-anemica.
Il latte materno svolge un ruolo fondamentale nella protezione del neonato dalle infiammazioni e dalle infezioni: in tal senso, l'allattamento al seno è davvero il miglior alleato per la salute del neonato che ha un sistema immunitario ancora tutto da costruire. La quantità di immunoglobuline, di cellule del sistema immunitario e di altre sostanze che la mamma dona al neonato che allatta è davvero impressionante e gli studi su questa fondamentale funzione del latte materno sono in pieno sviluppo.Il latte materno contiene le fondamentali cellule del sistema immunitario. Solo per fare un esempio, si stima che nei primi tempi dell'allattamento il neonato introduce ogni giorno nel proprio corpo qualcosa come dieci miliardi di globuli bianchi della mamma: in più, il neonato riceve altre cellule (i macrofagi), citochine e chemochine fondamentali per stimolare la risposta immunitaria e antinfiammatoria e altre sostanze costituenti un vero e proprio "armamentario" per la difesa del bebè.
Come già detto, il latte materno (in particolare, quello umano) contiene una certa quantità di zuccheri detti oligosaccaridi, diversi come struttura dallo zucchero prevalente nel latte materno, il lattosio. Per lungo tempo, il motivo della presenza degli oligosaccaridi nel latte umano è stato un bel mistero. Il lattosio, infatti, serve a nutrire il neonato perché il suo intestino contiene gli enzimi adatti a digerirlo e assimilarlo: degli oligosaccaridi, invece, il neonato non sa che farne per il semplice motivo che non può digerirli. Se ci pensiamo è un controsenso: perché la mamma deve spendere energia per fabbricare degli zuccheri come gli oligosaccaridi se poi il suo bambino non li digerisce? In realtà, gli oligosaccaridi servono per nutrire dei batteri, un tipo particolare di bifidobatterio che è presente nell'intestino del neonato. Come, alla mamma tocca pure nutrire dei batteri? E questi batteri come mai si trovano nell'intestino del neonato? Un tempo si pensava che un neonato nascesse con l'intestino "sterile", cioè privo di batteri: in realtà, alla nascita, l'intestino del neonato contiene batteri, in particolare l'80 percento di tutti i batteri presenti sono bifidobatteri tipici dell'intestino del neonato e lì ci staranno in così gran quantità fino all'inizio dello svezzamento, quando diminuiranno drasticamente. Nell'intestino del neonato ci sono arrivati grazie alla mamma, al momento del parto e continua a dargliene col suo latte. A che scopo la mamma fornisce questi batteri al suo bambino e li nutre con degli zuccheri (gli oligosaccardi) che lui non può digerire? Il mistero ora è stato svelato: i bifidobatteri svolgono un ruolo fondamentale come probiotici (batteri, appunto, come sarà più avanti per i lactobacilli) per proteggere il neonato da altri batteri pericolosi, causa di infezioni intestinali, e contribuire a sviluppare le difese immunitarie. È un po' come se la mamma "assumesse e pagasse" - nutrendoli con gli oligosaccaridi - i bifidobatteri come collaboratori per aiutarla a far crescere sano il suo bambino!Bifidobatteri e oligosaccardi (presenti anche nel latte vaccino, ma in quantità molto minore) sono all'attenzione della ricerca medica per vedere come utilizzarli come integratori alimentari per neonati non allattati al seno e in situazioni di salute critiche.
Sergio Sciancalepore