Scuola o lavoro? Con la SUPSI entrambi

Intervista a Franco Gervasoni, direttore della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana
Arianna IacobelloeTeodora Pejovic
02.04.2014 11:00

Ogni anno molti studenti si trovano di fronte a un dilemma: continuare gli studi o intraprendere una carriera professionale? Esiste però un ottimo compromesso fra le due opzioni, ovvero la SUPSI (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana). Essa consente di iniziare (o continuare) un'attività professionale e in parallelo di perfezionare e approfondire le conoscenze teoriche. Qualità, attenzione alle reali possibilità di impiego e apertura internazionale. Spiegato il successo della SUPSI.Per far luce su questa tematica, giovedì 16 gennaio, il Professor Franco Gervasoni (direttore della SUPSI) si è gentilmente messo a nostra disposizione per rispondere ad alcune domande così da aiutarci ad avere una visione più chiara di questo orizzonte.Cosa spinge uno studente a iscriversi presso una scuola come la SUPSI e quali possibili vantaggi o svantaggi potrebbe riscontrare? "Continuare gli studi è molto importante, perché acquisire competenze, nozioni, metodi, capacità di riflessione e di risolvere i problemi aumenta con la pratica professionale e con un inquadramento scolastico e teorico. Questi fattori sono fondamentali per costruire una base di competenze conoscitive e per sostenere la carriera di tutta una vita. La possibilità di intraprendere uno studio professionalizzante è infatti un carattere molto attrattivo di questa scuola".Ciò che però guida uno studente nelle sue scelte future è soprattutto il suo indirizzo professionale. La SUPSI offre infatti varie possibilità di formazione, classificate secondo delle aree di interesse. Dopo una piccola indagine abbiamo scoperto che numerosi studenti si direzionano verso le professioni socio-sanitarie, soprattutto fisioterapia ed ergoterapia. "Discipline per le quali il numero di richieste è ben dieci volte superiore a quello degli ammessi che, solo dopo aver superato un esame di ammissione, riescono a seguire la formazione prescelta. Il motivo di un così limitato numero di posti a disposizione deriva da molteplici fattori. Il primo è  il forte orientamento alla  pratica;  un numero elevato di studenti non permetterebbe infatti  di garantire a tutti gli studenti un posto di stage, obbligatorio durante gli studi in questi ambiti. Un secondo fattore che determina il numero di ammessi è la coerenza con le possibilità di impiego e dalle statistiche risulta infatti che il tasso di studenti che trova un lavoro sia in Svizzera che all'estero una volta terminata la SUPSI è ben dell' 84%".Trovare un impiego, soprattutto negli ultimi tempi, è diventato assai faticoso e gli studenti della SUPSI ne sono consapevoli, per questo motivo abbiamo chiesto se gli studenti ambiscono maggiormente a un Bachelor (la formazione di base, che certifica le competenze acquisite) oppure a proseguire ulteriormente gli studi con un Master (una specializzazione nella materia scelta). Ebbene essi optano per il Bachelor, proprio perché esso fornisce tutte le competenze necessarie per lavorare.Visti i dibattiti degli ultimi mesi, una volta terminata la SUPSI ci sono possibilità di impiego anche fuori dalla Svizzera? In altre parole: la scuola favorisce scambi o contatti con l'estero? "Sì, ci sono varie possibilità che noi incentiviamo perché siamo dell'idea che uno dei rischi più grandi  per gli studenti locali è di non aver la possibilità di vivere esperienze fuori dai confini cantonali e quindi di avere diplomati universitari che non hanno un'apertura sufficiente verso l'esterno. Per far fronte a questo problema e favorire nella massima misura possibile tutto quello che è apertura internazionale, la SUPSI propone stage all'estero e partecipa al programma Erasmus, proponendo percorsi formativi all'estero. Chiaramente per coloro che svolgono un'attività professionale in parallelo (di studio o di lavoro) risulta più difficile prendere parte a questa esperienza.  Numerosi sono gli studenti che scelgono di trascorrere dei semestri all'estero, soprattutto per coloro che studiano economia aziendale: "classi intere si sono spostate in Germania o in Inghilterra ma, per fare questo è indispensabile partire con il giusto atteggiamento e non limitarsi a socializzare solamente con il proprio gruppo-classe. Sono  opportunità che la scuola stimola, sta agli studenti coglierle".Se si decidesse di coglierle e di intraprendere una formazione all'estero nessun problema! "L'accesso agli studi è un passaggio riconosciuto a livello internazionale, mentre l'accesso alla professione dipende dallo Stato.  È importante non confondere la possibilità di andare a lavorare con la possibilità di studiare, perché ci sono tanti condizionamenti giuridici che in ogni stato possono cambiare".Arrivati al termine dell'intervista abbiamo potuto constatare che la SUPSI, come tutte le università, richiede sacrifici e impegno , ma che offre anche molteplici possibilità, sia durante il periodo di formazione che dopo. Grazie a questo incontro usciamo con un'opinione rinforzata sul fatto che si tratti di un ottimo istituto, che potrà costituire una scelta valida in vista del nostro futuro dopo l'ottenimento della maturità.