Musk lascia Twitter? Nessun colpo di Tesla
Elon Musk lascerà la guida di Twitter? Proprietario e CEO della piattaforma social, Musk potrebbe presto abbandonare il ruolo di amministratore delegato. Nelle scorse ore, ne avevamo subito parlato, il miliardario ha lanciato un altro dei suoi sondaggi: «Dovrei dimettermi dalla carica di capo di Twitter? Mi atterrò ai risultati di questo sondaggio». Finora, oltre 15 milioni di account hanno risposto alla domanda. Il 57,3% di essi, a sole quattro ore dalla chiusura delle urne, ha votato "sì". Un risultato che, a prima vista, potrebbe lasciare scontento il patron di Tesla. Ma è davvero così?
I concorrenti e MrBeast
Fra chi, probabilmente, ha votato a favore dell'addio di Musk potrebbe esserci il più grande YouTuber al mondo: Jimmy Donaldson, in arte MrBeast. «Dovrei dimettermi?». «Se continui a fare cose del genere, sì», ha risposto il 24.enne. A cosa si riferisce? Il giovane statunitense, che Forbes stima essere «il primo YouTuber miliardario», gode di oltre 114 milioni di iscrizioni ai propri account. E non ha per nulla apprezzato il cambio di politica voluto da Musk poche ore prima del fatidico sondaggio. Ieri, Twitter aveva infatti annunciato che non avrebbe più permesso «la promozione gratuita di alcune piattaforme social». Insomma, Elon Musk voleva impedire che, tramite l'account Twitter, gli utenti pubblicizzassero (con tweet o nella bio) i link per essere facilmente raggiungibili anche sui social concorrenti come Facebook, Instagram, Mastodon, Truth Social, Tribel, Post e Nostr. O sugli aggregatori di link come linktr.ee, lnk.bio. «Se le violazioni della regola rimangono un atto isolato o una prima infrazione, possiamo intraprendere una serie di azioni che vanno dall'eliminazione di uno o più tweet al blocco temporaneo degli account», aveva dichiarato Twitter. Per poi specificare: «Qualsiasi recidiva comporterà la sospensione permanente».
La nuova strategia aveva attirato le pesanti critiche non solo dei creatori di contenuti online come MrBeast (che per ovvie ragioni cercano di reindirizzare gli utenti alla propria piattaforma preferita), ma anche di tutta la community. Jack Dorsey, il cofondatore di Twitter si era lasciato andare a un laconico «perché?». Mentre l'imprenditore Paul Graham, solitamente sostenitore di Musk, aveva scritto: «Questa è l'ultima goccia», annunciando il proprio passaggio a Mastodon.
Ma tutto questo ha avuto vita breve. Bersagliato dagli strali degli utenti, Musk si è visto costretto a tornare sui propri passi. Da Doha, dove assisteva alla finale dei Mondiali qatarioti, il miliardario ha annunciato l'inversione di rotta: invece di prendere di mira i singoli tweet, la nuova politica si limiterà a «sospendere gli account solo quando il loro scopo "primario" è la promozione dei concorrenti».
Ma che cosa è successo?
E qui arriviamo al sondaggio. A mezzanotte e diciassette, ora svizzera, Musk si è scusato: «D'ora in poi, ci sarà un voto per ogni grande cambiamento delle politiche. Mi scuso. Non succederà più».
Un tweet al quale un'utente aveva risposto, tre minuti dopo: «Crea un sondaggio per chiedere se la gente vuole che tu ti dimetta».
Detto, fatto. Lo stesso minuto, A mezzanotte e venti, Elon Musk ha dato al popolo la possibilità di scegliere. Una decisione impulsiva, quella di mettere il proprio destino nelle mani degli utenti, dettata dall'adrenalina del big match Argentina-Francia? Sì, no, forse.
È vero, la decisione di lanciare il "poll" sembra essersi sviluppata in modo casuale. Ma, per quanto apparentemente poco ragionate, raramente le mosse del magnate non lo conducono esattamente dove vuole. E, diciamocelo, Musk non vuole stare alla testa di Twitter. Dopo l'entusiasmo iniziale, che lo aveva spinto a modificare la propria bio sul social aggiungendo il titolo di "Chief Twit" (ora rimosso), Elon Musk ha sempre manifestato una certa insofferenza nella gestione della piattaforma. Nel mese di novembre, nel corso di un processo legato a Tesla, il miliardario aveva dichiarato di non voler ricoprire il ruolo di CEO in alcuna azienda. Men che meno Twitter: «Mi aspetto di ridurre il mio tempo a Twitter e di trovare qualcun altro che gestisca Twitter nel tempo».
Un'insofferenza evidenziata anche questa notte. A venti minuti dal lancio del sondaggio, il podcaster, ricercatore dell'MIT ed esperto d'intelligenza artificiale Lex Fridman ha proposto: «Un suggerimento divertente a @elonmusk: lasciami gestire Twitter per un po'». Un'idea al quale Musk ha risposto: «Il dolore deve piacerti molto. C'è solo una fregatura: devi investire i risparmi di una vita in Twitter, che da maggio corre dritto verso la bancarotta. Vuoi ancora il lavoro?».
Insomma, mentre il sondaggio sembra sempre più diretto verso il "sì", Musk potrebbe prendere la palla al balzo e far passare come una casualità, un semplice "rispettare la volontà popolare", la decisione di lasciare a qualcun altro (lui dice di non avere nessuno in mente, sarà davvero così?) la direzione del social. Una mossa, questa, che potrebbe invece essere ragionata e pianificata: lo dimostrano le sue affermazioni.