Triumph Speed Triple1200 RR: Superbike in salsa inglese
La nuova Triumph Speed Triple 1200 RR è una delle più interessanti novità apparse sul mercato negli ultimi mesi, una moto a tratti sorprendente e sicuramente un oggetto che si pone un (bel) po’ al di fuori delle categorie presenti sul mercato. D’altronde non sorprende che sia proprio Triumph a proporre una moto così particolare e fuori dagli schemi come questa, vista la consolidata abitudine di proporre mezzi eclettici ed estremamente validi sotto tutti gli aspetti.
In questo caso ci troviamo di fronte sostanzialmente alla trasformazione della Speed Triple 1200 RS, una delle migliori hypernaked oggi sul mercato, con il suo 3 cilindri 1160 cc da 180 cv e 125 Nm di coppia, il monobraccio posteriore, le sospensioni Öhlins e l’impianto frenante Brembo in una sportiva a tutti gli effetti, con cupolino e semimanubri. Ciliegina sulla torta: la fondamentale aggiunta delle sospensioni Öhlins semiattive che rendono la guida già eccellente della RS un’esperienza davvero da provare.
Se a questo aggiungiamo il design da semicarenata neo-rétro davvero azzeccato e pieno di fascino abbiamo una moto che dal punto di vista tecnico e prestazionale è davvero paragonabile alle migliori superbike e da quello estetico si staglia nettamente al di fuori dei canoni comuni. O, perlomeno, quelli ai quali siamo abituati quando pensiamo ad una supersportiva a cilindrata piena (e oltre).
Come va
La prima impressione saliti in sella è che la moto sia alta e decisamente sportiva: si sta seduti in alto, con le pedane belle arretrate e i semimanubri spioventi (forse fin troppo per la guida quotidiana). Tutto è pensato per la guida all’attacco e la strabordante atleticità del propulsore è il giusto complemento alla sportività dell’insieme. Fin da subito il tre cilindri inglese ti fa capire di che pasta è fatto, riprendendo fin dai 2500 -3000 giri senza esitazioni (sotto a questi regimi non si dovrebbe stare, altrimenti si sente che fa un po’ fatica) fino agli oltre 11000, con una diponibilità di coppia da far dimenticare il cambio, tanto la ripresa è molto simile in 5° come in 3°. E non manca certo la potenza a tutti i regimi, la cui erogazione è accompagnata da una voce davvero aggressiva, soprattutto con il profondo ruggito che arriva dall’aspirazione. Favoloso. Ma "la potenza è nulla senza controllo”, come si suol dire, e quindi ecco che la combinazione telaio- sospensioni-freni si dimostra davvero eccezionale per ingresso e percorrenza di curva dove la moto resta bella piantata e le sospensioni semiattive lavorano egregiamente dando una sensazione di controllo e sicurezza davvero elevatissima. Freni? Non c’è problema: le Brembo permettono di frenare tantissimo anche con solo un dito e rimangono perfettamente modulabili.
Conclusioni
Bella, potente e con una ciclistica impeccabile. Si può volere qualcosa di più? Beh, Triumph non lesina neanche sulla componentistica tech, con connettività bluetooth, cruise control, schermo TFT a colori, riding mode, TC, Launch Control e chi più ne ha più ne metta. Quindi, se proprio dovessimo trovare il pelo nell’uovo e fare un paio di critiche, potremmo dire che non è proprio comodissima per girare nel traffico e nel commuting quotidiano (ma neanche terribile: si tratta comunque di una sportiva moderna) e il cambio sembra a tratti un pelo gommoso ed è talvolta faticoso trovare la folle da fermi. Ma sono proprio osservazioni minime, anche perché tutto il resto è talmente valido che è davvero difficile fare delle critiche. Ottimo lavoro, Triumph!
Dati tecnici
