A Lema niente ballottaggio, ma dubbi sul seggio vacante

Domanda a bruciapelo sulle elezioni comunali: una lista, che ha ottenuto più eletti che candidati, può proporre come membro supplementare il primo subentrante della lista avversaria conferendole di fatto la maggioranza assoluta all’interno dell’Esecutivo? La risposta è sì, può farlo, ma il ragionamento non è così logico e immediato visto che alcuni, dopo le elezioni per il nuovo Comune di Lema tenutesi domenica scorsa, si sono posti questo interrogativo. Ci spieghiamo meglio. Dalle urne, il 6 aprile, è nato un Esecutivo composto da tre seggi a testa per Forum Lema (tra cui quello di Andrea Pozzi, che diventerà ufficialmente sindaco dopo che Intesa Per Lema ha deciso di non andare al ballottaggio, ma ci torneremo più tardi) e Intesa Per Lema, mentre una poltrona se l’è aggiudicata l’UDC/Lega.
Il "problema" è che Forum Lema proponeva solo due candidati. Un seggio è quindi rimasto vacante. In questi casi, quindi, la lista ha il dovere di cercare un terzo candidato. Cosa che ha fatto, proponendo la prima subentrante di Intesa Per Lema e di fatto conferendo alla lista la maggioranza nell’Esecutivo. Una mossa, questa, che è stata interpretata da alcuni come una modifica della volontà popolare. Abbiamo quindi chiesto al consulente giuridico del Consiglio di Stato se questa operazione fosse effettivamente conforme alla legge. E la risposta, come detto in entrata, è sì.
Nessun vincolo nessun inganno
«Dal punto di vista del diritto elettorale la mossa non presenta problemi, nel senso che abbiamo di fronte una lista civica che ha ottenuto più eletti che candidati proposti e la legge, in questa situazione, conferisce alla lista il diritto di designare il terzo candidato. Non c’è un vincolo che impone a un candidato di essere legato alla lista di partenza, basta che sia un cittadino avente diritto di voto e che adempia ai requisiti necessari», ci spiega Francesco Catenazzi. Detto terre-à-terre, è possibile "pescare" candidati da altre liste. In questo caso specifico, la prima subentrante di Intesa Per Lema era già candidata, quindi «adempie di principio ai requisiti. Poi, se c’è dietro una discussione di opportunità politica questo è un altro paio di maniche». Catenazzi, in aggiunta, spiega anche un aspetto che per certi versi appare logico, ma non immediato. «In passato, c’erano confini molto più netti tra partiti, al giorno d’oggi sono invece labili dal momento che si fa anche molta fatica a completare una lista. Per intenderci, in questo caso non stiamo parlando del partito socialista che pesca in casa Lega», chiosa Catenazzi.
«Decisione congiunta»
Ora, torniamo al ballottaggio. L’idea era balenata a Intesa Per Lema dopo la votazione, che aveva deciso di prendersi qualche giorno per riflettere vista la parità di seggi ottenuti con Forum Lema e malgrado la sensibile differenza di voti personali a favore di Andrea Pozzi. Idea che alla fine è stata accantonata. «È stata una decisione congiunta di tutti e tre i candidati eletti in Municipio», precisa Paolo Romani. Sulla questione seggio vacante nell’Esecutivo, una domanda sorge spontanea: la decisione di rinunciare al ballottaggio è frutto di un accordo per ottenere il terzo seggio di Forum Lema? «Non è una mossa e non è un accordo – rileva Romani –, quella successa a Forum è una situazione particolare e la decisione su chi scegliere spetta solo a loro. Noi, come Intesa Per Lema, ci siamo sempre dichiarati una lista completamente civica: è vero, all’interno del nostro gruppo c’erano alcune persone più orientate politicamente, ma buona parte erano dichiaratamente indipendenti, come la prima subentrante proposta da Forum».