Il punto

A Locarno aggregazioni sempre al palo: «Ma siamo disposti a parlarne»

Mentre proseguono gli incontri della Sezione enti locali, il panorama attorno al Verbano è sempre immutato - Nicola Pini, sindaco della Città: «L’unione non è da vivere come un obiettivo, ma come uno strumento per fare di più e meglio»
Un territorio diviso solo da una fitta rete invisibile di confini politici; in primo piano, il sindaco di Locarno, Nicola Pini, 40 anni.
Jona Mantovan
10.09.2024 06:00

Come nei primi secondi di una proiezione in un cinema d’altri tempi, è tutto sfocato: il tema delle aggregazioni nei dintorni di Locarno sembra, al momento, perso nella nebbia. O, meglio, sempre fermo al palo: «Collaboriamo, siamo pronti a discuterne, abbiamo le nostre iniziative, vogliamo che la nostra visione sia considerata», dicono i vari sindaci quasi all’unisono. E così, mentre proseguono gli incontri della Sezione enti locali (il servizio di vigilanza sui Comuni del Cantone) con i vari Esecutivi del distretto per capire come potersi muovere, Nicola Pini, sindaco della Città (16.655 abitanti), propone una visione più positiva: «L’aggregazione non va vista come un obiettivo, ma come uno strumento per fare di più e meglio con le stesse risorse».

La Città-polo, tra l'altro, offre già vari servizi, regolati da convenzioni, che vanno a beneficio dei Comuni vicini. Come pompieri, polizia, la fornitura di acqua potabile e, presto, anche la scuola.

Una riflessione e una valutazione sulle varie opportunità vanno fatte, per capire come migliorare
Nicola Pini, sindaco di Locarno, 40 anni

«Perdiamo meno treni»

Il 40.enne, fermo restando che occorrerà conoscere l’esito delle riunioni bilaterali partite all’indomani delle elezioni comunali di aprile, si dice «convinto che almeno una riflessione e una valutazione sulle varie opportunità vadano fatte, per capire se possiamo migliorare i servizi ai cittadini e promuovere lo sviluppo sociale, economico e culturale della regione».

Ma non solo: «Come Città, abbiamo già avviato un processo di governance territoriale e di coinvolgimento di popolazione e quartieri, attraverso le relative associazioni: Locarno è variegata. Dal lago alla montagna, dal centro al Piano, fino alla collina; è una Città che unisce e valorizza le peculiarità dei quartieri, coinvolgendoli nelle decisioni e favorendone la vita comunitaria. Questa varietà è ricchezza. Una ricchezza da sviluppare, migliorando i servizi e aumentando la capacità progettuale, oltre che rafforzando il peso del Locarnese. Insieme si perderanno meno treni. E spero che il desiderio di unire le forze non sia solo di Locarno».

«Collaborare è sufficiente»

Minusio, con i suoi circa 7.500 abitanti, è il sesto più popoloso in Ticino nonché il secondo nel Locarnese. Il sindaco, Renato Mondada: «Sono stati eletti tre nuovi municipali, non penso vorranno essere subito aggregati con un altro comune», esclama con una battuta, precisando come l’incontro con gli enti locali sia avvenuto il 18 giugno. «Ma essere contrari a priori è sbagliato. D’altronde, credo che prima o poi, tra qualche legislatura, il Locarnese sarà aggregato. Per Minusio sarà importante presentarsi all’appuntamento con qualcosa in dote e non solo qualche edificio ormai decadente. In vista abbiamo investimenti importanti che permetteranno di continuare a offrire servizi alla cittadinanza», conclude il 40.enne.

«Siamo pronti a entrare in discussione, a sederci a un tavolo», sottolinea Ivan Catarin, sindaco di Losone (6.700), il quale afferma di non aver ancora avuto un incontro dedicato al tema con la Sezione degli enti locali. «Abbiamo solo un documento di qualche anno fa, la cui visione comprendeva un’area da Tenero a Brissago. Sia come sia, anche in passato avevamo ribadito che siamo aperti a una discussione su un futuro a lungo termine», osserva il 56.enne.

«Insieme, ma solo alcuni»

Giorgio Gilardi, sindaco di Ascona (5.400) da aprile «nuova entrata» nella compagine dei municipali, rileva quanto «sia possibile collaborare bene. Si può andare d’accordo senza bisogno di fusioni e a noi basta così». Il 66.enne commenta come «argomenti così importanti saranno affrontati nel corso della legislatura, appena avviata». Un’opinione simile anche sul lato opposto della Città, a Muralto (2.500). «Nella nostra agenda non è una priorità», conferma il sindaco, Stefano Gilardi. «Ma se ci fossero Comuni dalla vocazione simile alla nostra, con il desiderio di unire le forze, siamo disposti a parlarne», rileva il 72.enne.

Avanzando lungo la strada ecco Lavertezzo (1.200 ex «Lavertezzo Piano», mentre la parte in quota è oggi frazione del comune Verzasca), sotto gli occhi di tutti perché, a ridosso delle elezioni, la sua unione con Locarno sembrava cosa fatta. Ma una raccolta firme e, soprattutto, l’elezione di una lista dall’orientamento opposto hanno spento le ambizioni. «Personalmente, punto a all’unione con Gordola», sostiene il sindaco, Andrea Berri. L’incontro con gli Enti locali si è svolto da tempo. «Abbiamo parlato di vari temi e hanno preso atto dell’intenzione di fermare l’aggregazione per ridiscuterne. Certo, prima di dire ‘No’ a Locarno, vogliamo ascoltare Gordola e capire come andare avanti», aggiunge il 53.enne. In pentola potrebbe bollire un’unione con gli altri Comuni del Piano.

Intese tra le colline

Una visione condivisa da Gordola (4.800): «Abbiamo sempre ritenuto naturale e logica l’aggregazione dei Comuni del Piano. Uno scenario che unisce enti i quali in un certo senso condividono già un unico territorio» precisa il sindaco, Damiano Vignuta. Il quale assicura come, in caso di unione con Lavertezzo, gli attuali posti di lavoro non saranno toccati. Ma come si chiamerà, questo nuovo comune? Il 43.enne non si sbilancia: «È l’ultimo dei problemi, ma so che non sarebbe giusto definire Lavertezzo una ‘frazione’ o un ‘quartiere’ di Gordola».

Tornando verso la Città, ecco Tenero (3.200 e il cui nome completo è «Tenero-Contra»). Il sindaco, Graziano Crugnola, conferma che l’incontro con gli enti locali dedicato al tema si è svolto a inizio giugno. «Il tema più urgente è quello di Mergoscia (198 abitanti, ndr), al momento gestito da una persona esterna. Come Municipio, abbiamo detto di essere disposti a parlarne per capire come risolvere il problema di questa realtà ormai priva di una struttura politica». Il 57.enne non vede altre discussioni all’orizzonte: «È un po’ presto, sono cambiati i componenti dei vari esecutivi. Si parla di collaborazioni su vari fronti e di sviluppare sinergie».

Collaborazione sì, ma...

Intanto, a Brissago (1.600) si avvia una collaborazione con Ronco Sopra Ascona (538): «Ma non significa che si andrà in una direzione di aggregazione», si affretta a evidenziare la sindaca, Veronica Marcacci Rossi. «La collaborazione, appena avviata, è in ambito amministrativo e funziona. D’altronde, siamo sempre stati aperti a una collaborazione con tutti i comuni del Locarnese», conclude la 46.enne.

Le fa eco la «collega» di Orselina (700), Samantha Garbani Nerini: «Siamo disponibili a un dialogo. La nostra idea è che ci sia una visione per la collina fino a Mergoscia. La 50.enne conferma di aver incontrato il Cantone già il 22 maggio. «Abbiamo espresso la nostra idea e siamo andati oltre, presentando un piano di sviluppo per tutto il comprensorio».

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