A Locarno il teatro entra in... cena (e a tavola c'è pure Leonardo da Vinci)
Locarno, Piazza Grande. Gli ospiti sono salutati da un'armatura dal sapore decisamente medievale. Del tutto simile a quella indossata da due cavalieri, ritratti sotto forma di mosaico a firma Gilardi (Torino) proprio sul pavimento, uno contro l'altro in un duello di spade. Le pareti con soffitti a volta della Caverna degli Dei, in un lungo lavoro di ristrutturazione di quest'inverno, sono state riportate al loro splendore originale del settimo secolo. Manuel Kanalga è particolarmente fiero del risultato. «Mia madre, Ketrin, ha rilevato questo posto, l'hotel America, circa vent'anni fa» spiega il gerente 29.enne, che da sette segue l'attività da molto vicino. «Sono cresciuto qui dentro, diciamo lo sento un po' come se fosse casa mia», aggiunge. L'arredamento è in stile moderno e ai tavoli sono appoggiati dei segnaposto dai nomi che hanno sapore d'altri tempi: Monnalisa, Beatrice d'Este, Rivellino. In sottofondo un flauto suona una melodia decisamente medievale. Tra poco qui si terrà «una magia» per dirla con le parole di uno dei protagonisti, Davide Gagliardi. «Un evento in cui il teatro arricchisce le pietanze», afferma il 46.enne mentre insieme alla collega Luisa Ferroni ripassa alcune porzioni del copione dietro le quinte. «L'idea è catapultare il pubblico in altre epoche». Il titolo della serata è A dinner with da Vinci (Una cena con da Vinci). La serata è in realtà una prova generale fuori dal calendario di spettacoli, proposti in italiano e tedesco. Il volantino riporta una serie di date (27 e 28 ottobre, 16 e 18 dicembre, alternate tra versione italiana e tedesca). «Ma c'è la possibilità di riservare serate al di fuori del programma», sottolinea la guida e promotrice in prima fila, Patricia Carminati. «Per esempio per una cena aziendale», suggerisce la 53.enne.
L'idea è nata in una discussione di gruppo. «Dopo l'intervento di valorizzazione e di ritorno del nostro ambiente allo stile originale, ci stava il coinvolgimento degli attori in serate teatrali, nelle quali l'aspetto culinario si mescolava allo spettacolo», dice ancora Kanalga. «Conosciamo gli attori da anni e una delle tappe del loro tour Food and Wine passa proprio da qui. Abbiamo sempre messo a loro disposizione un camerino dove si possono cambiare tra una scena e l'altra del tour gratuito messo in scena ogni martedì mattina qui a Locarno».
«Il primo palcoscenico l'ho calcato a dodici anni, quindi sarà una trentina d'anni che ho scoperto il mondo del teatro», ammette Gagliardi. Che aggiunge, con enfasi drammatica: «Ma il teatro è dentro, è un mondo che ho voglia di far uscire sempre, anche in contesti diversi da quelli di un palco». E così, ecco dunque una storia che si compone tra una portata e l'altra, con gli ospiti intrattenuti da una serie di spezzoni e dal menu medievale. «La scintilla è stata comunque lei, Patricia Carminati. Guida oltre che presidente dell'Associazione Guide della Svizzera italiana».
«È una realtà che esiste dal 1998, ed è proprio tramite quest'attività che ho conosciuto Davide Gagliardi», spiega Carminati. «Ci siamo conosciuti circa dodici anni fa con l'idea di mettere a punto delle visite guidate in costume nelle città e con vari personaggi, anche contemporanei. Ad esempio, l'anno scorso ci eravamo ispirati alla figura di Livio Vacchini e avevamo messo in scena un tour durante il Locarno Film Festival». Intanto è proprio Davide, nei panni dello chef, a invitare gli ospiti a sedersi. «Signore e signori... a tavola», esclama con un inchino, in coro con la collega Luisa che interpreta l'aiutante ai fornelli Clarice.
Da Clarice a Beatrice d'Este
«Ma io sono solo dietro le quinte», dice sempre Carminati. «D'altronde, ci teniamo a proporre questa iniziativa con il massimo livello di professionalità. A partire dal menu e dall'équipe della Caverna degli Dei, professionisti nella cucina e nel servizio fino ai due attori, Davide e Luisa, professionisti di grande talento ed esperienza. Vogliamo che sia una serata di livello, speciale e unica».
Lo spezzone con Clarice e il suo chef va avanti tra giochi di parole e la presentazione di un galateo a firma Leonardo da Vinci: «Non appoggiare i piedi sul tavolo. Ma Leonardo ha scritto questo?», si chiedono increduli i due interpreti. I responsabili di sala portano i piatti sulle tavole. Involtino di pancetta ripieno di datteri o verza nella variante vegetariana.
Cambio di costumi, cambio di personaggi. Adesso c'è Leonardo da Vinci che confabula con Beatrice d'Este: «Come farò a difendere la vostra Locarno? Basterà collegare questo Rivellino, che costruirò, alla fitta rete di cunicoli già esistenti che scorrono sotto la città, proprio come il fiume. Ma più sotto. Fino a Minusio, alla Ca' di Ferro». E agli ospiti arrivano altre portate. Fagiano o parmigiana, maltagliati con ceci e pancetta...
Gallerie segrete
«Si ispira a questo cunicolo, appunto — spiega Carminati —. Quelle che oggi sono state trasformate in cantine, a Locarno, in origine erano proprio questi percorsi segreti, di cui anche la Caverna degli Dei, forse, ne era parte. Da qui si andava al Castello Visconteo e probabilmente anche Leonardo da Vinci faceva questo percorso».
Le fa eco Davide Gagliardi: «Nelle nostre scene portiamo al pubblico in modo leggero e divertente una serie di piccole curiosità legate alla storia e al territorio. Come quella del famoso Rivellino, progettato da Leonardo da Vinci. Cosa ci fa questa costruzione sotto il Castello di Locarno, o quel che ne rimane? Perché Leonardo l'ha realizzata in quel punto? Chi gli ha commissionato questo progetto? E poi ancora: come non parlare della Gioconda, la Monna Lisa. Chi è, in realtà? Lo scopriremo perché il cuoco di questo albergo, di questo ristorante speciale, ha un segreto legato a quest'opera sublime di un artista geniale».
Costumi e dettagli
I vari costumi sono stati realizzati dall'atelier ASÜRo di Deborah Erin Parini. «L'ho conosciuta qualche anno fa in occasione di uno spettacolo teatrale, collabora anche con il Teatro Paravento», spiega sempre Gagliardi. «E dico che è bravissima, perché questi non sono solo costumi di scena, sono una pelle che vestiamo noi attori. Io e Luisa, indossandoli, diventiamo già personaggi. Potremmo stare muti, ma siamo quelli».
L'attore indica uno dei bottoni della giacca da cuoco, suo costume di scena: «Ha dedicato tempo e passione, curando ogni minimo dettaglio. Per esempio, anche questi i bottoncini sono neri. E non è un caso. Si scoprirà perché a cena». Ma è il momento di entrare in scena.
Il pubblico è ricettivo. Sorrisi, un'atmosfera conviviale, qualche risata e molti apprezzamenti per la cucina e i piatti proposti. Manuel Kanalga si guarda in giro soddisfatto. «Questa prova ci serve per capire che effetto fa. Gli ospiti di questa sera scriveranno un breve riscontro e ci daranno una valutazione. Come sarà la cena? È troppo lunga? Troppo corta? Faremo degli aggiustamenti sulla base dei moduli che distribuiremo a fine serata».
Alle battute finali
Un progetto che ha richiesto vari mesi di lavoro prima di arrivare a questa prova generale. «Quasi due anni con diversi incontri. C'è tanto lavoro di coordinamento. Soprattutto per gli attori, per scrivere il copione», illustra Patricia Carminati. «È un'esperienza nuova, per me», dice ancora il gerente, Kanalga. «Sono molto entusiasta di scoprire che effetto avrà avuto questa serata sul pubblico».
La cucina e il copione sono alle battute finali e un lungo applauso saluta tutte le persone che hanno contribuito allo spettacolo. Cuoco (quello vero, questa volta, Christian) compreso. I collaboratori e gli attori si inchinano al loro pubblico. Una nuova esperienza per tutti: cena e teatro insieme. Si potrebbe parlare di «Cenatro», allora?