A novembre sarà scontro tra Biden e Trump
Joe Biden e Donald Trump si sono assicurati matematicamente la nomination alla Casa Bianca vincendo le rispettive primarie presidenziali in Georgia e in Mississippi. Entrambi sono infatti riusciti ad assicurarsi i delegati necessari per aggiudicarsi le nomine presidenziali dei loro partiti secondo quanto riferito dall’Associated Press. In novembre andrà così in scena una nuova battaglia tra l’attuale inquilino della Casa Bianca e l’ex inquilino. Sarà la prima volta da quasi settant’anni a questa parte che andrà in scena una rivincita per la carica di presidente degli Stati Uniti. Ricordiamo comunque che, prima delle convention dei rispettivi partiti che si terranno in estate, né Biden né Trump sono ancora formalmente designati quali pretendenti alla Casa Bianca.
A otto mesi di distanza dalle elezioni generali, la campagna elettorale di entrambi i candidati promette di essere infuocata, nonché una delle più lunghe nella storia moderna degli Stati Uniti. Sia Biden che Trump, in effetti, sembrano aver già archiviato il capitolo primarie e guardare al futuro.
Nonostante i problemi legali, la corsa di Trump alla presidenza si è finora rivelata, almeno sul piano politico, priva di grandi ostacoli: l’unica sfidate reale è infatti stata Nikki Haley, che però si è ritirata dalla corsa la scorsa settimana.
Biden, che non ha dovuto affrontare avversari di spessore, ha incentrato il proprio discorso sui risultati da lui ottenuti e sul pericolo che rappresenta Donald Trump per gli USA. In dichiarazioni riportate dal New York Times, infatti, l’attuale inquilino della Casa Bianca si è detto onorato che gli elettori democratici abbiano ancora una volta riposto fiducia in lui per guidare il Partito e il Paese in un periodo storico in cui la minaccia rappresentata da Trump è più grande che mai.
Non si è comportato diversamente Donald Trump: anche nei suoi discorsi il focus principale è sempre stato sul rivale del partito opposto piuttosto che sugli sfidanti repubblicani, Haley in testa. Per il tycoon la priorità è sempre stata archiviare il prima possibile il capitolo primarie in modo tale da poter concentrare tutte le energie sulle elezioni generali di novembre. «Ci tengo a ringraziare tutti, ma, cosa più importante, ora dobbiamo metterci al lavoro per sconfiggere Joe Biden» ha detto l’ex inquilino della Casa Bianca in un video postato sui social dagli addetti alla sua campagna. Egli ha quindi definito il proprio avversario «il peggior presidente nella storia degli Stati Uniti».
Il fatto che per Trump le primarie si siano rivelate prive di veri ostacoli dimostra come abbia ancora una forte presa sul partito e, soprattutto, sulla base conservatrice di quest’ultimo. Ma il rapido cammino del tycoon verso la nomination riflette anche uno sforzo dietro le quinte da parte sua e del suo team politico per piegare le regole delle primarie e dei delegati a suo favore. Le regole che gli Stati utilizzano per assegnare i delegati a determinati candidati sono decise dai funzionari dei partiti statali, e Trump e i suoi consiglieri hanno costruito relazioni con questi funzionari per facilitare il suo percorso.
Il New York Times evidenzia però come il cammino netto alle primarie dei due pretendenti alla Casa Bianca potrebbe nascondere delle debolezze all'interno delle loro coalizioni che potrebbero metterli in difficoltà a novembre, soprattutto se si considera che le elezioni del 2020 sono state decise da margini ristretti in una manciata di Stati. Contro Joe Biden potrebbero poi giocare le sue posizioni su Israele e il conflitto in corso a Gaza.
Sulla testa di Donald Trump pende invece sempre la spada di Damocle dei guai giudiziari. Il suo caso penale a Manhattan, riguardante pagamenti in denaro alla pornostar Stormy Daniels, sarà sottoposto a processo il 25 marzo e dovrebbe durare sei settimane. I legali del tycoon sostengono che tale tempistica interferisca con la corsa del proprio assistito alla Casa Bianca. Tuttavia, per ora, non sono riusciti a far valere le proprie ragioni.