Abdesalem Lassoued, cosa sappiamo dell'attentatore di Bruxelles ucciso dalla polizia
Abdesalem Lassoued. È questo il nome che viene attribuito all'autore dell'attentato di Bruxelles di ieri sera, costato la vita a due cittadini svedesi, di cui uno domiciliato in Svizzera, come confermato dal DFAE. È inoltre rimasta ferita una terza persona, un tassista, che non è più in pericolo di morte. Il nome di Abdesalem Lassoued era circolato già ieri sera quando l'uomo ha rivendicato l'attacco in alcuni video postati sui social network, dicendosi di ispirarsi allo Stato islamico (ISIS): «Ho vendicato i musulmani. Sono un Mujahid dello Stato Islamico, che vi piaccia o no. Viviamo per la nostra religione e moriamo per questa stessa religione».
«Due vite sono state stroncate, falciate dalla crudeltà più estrema», ha dichiarato il primo ministro belga Alexander De Croo in conferenza stampa. Che ha aggiunto: L'uomo «è di origine tunisina e soggiornava illegalmente in Belgio». Stando alla ricostruzione dei media belgi, ieri pomeriggio il presunto attentatore aveva pubblicato su Facebook un post in riferimento all'omicidio del bambino musulmano di sei anni accoltellato vicino a Chicago.
Nella conferenza stampa, la sottosegretaria di Stato del Belgio per l'asilo e la migrazione, Nicole de Moor, ha spiegato che l'uomo, 45 anni, «aveva presentato una domanda di asilo nel Paese nel novembre 2019. Ha ricevuto una decisione negativa nell'ottobre 2020 e poco dopo è scomparso dai radar». «È stato ufficialmente cancellato dall'anagrafe nazionale del Comune il 12 febbraio 2021 e quindi non è stato possibile rintracciarlo per organizzare il suo rimpatrio. Non ha mai soggiornato in un centro di accoglienza federale. L'ordine di lasciare il Paese, emesso nel marzo 2021, non è mai stato eseguito».
Da parte sua il ministro della giustizia belga, Vincent Van Quickenborne, ha spiegato che il presunto attentatore, all'inizio di quest'anno, era stato denunciato dall'occupante di un centro d'asilo a Campine (non lontano da Anversa) per minacce via social. Il denunciante aveva inoltre detto alla polizia che Abdesalem Lassoued era stato già condannato per terrorismo in Tunisia. Era finito sul radar delle autorità quando, nel 2016, un servizio di polizia straniero lo aveva classificato come radicalizzato e aveva riferito di voler partire per una zona di conflitto jihadista. Le autorità federali avevano indagato sul passato dell'uomo in Tunisia, scoprendo che la condanna era legata a reati comuni e non al terrorismo. Questo dato, ha sottolineato Van Quickenborne, aveva fatto in modo che il caso non fosse trattato come «minaccia concreta o imminente». La polizia giudiziaria di Anversa aveva fissato una riunione «sul caso», prevista proprio per la giornata odierna.
Nella notte, unità speciali hanno effettuato una perquisizione sulla Huart Hamoirlaan, a Schaarbeek, presso la presunta residenza del sospettato. Ma non hanno trovato nessuno. Per motivi di sicurezza, l'intero edificio, con una ventina di appartamenti, era stato perquisito dalla polizia. Poi, questa mattina la notizia: il sospettato è stato neutralizzato in uno scontro a fuoco con la polizia in un bar di Schaerbeek. La procura federale del Belgio ha confermato che è morto e che l'arma utilizzata per l'attentato è stata recuperata.
Non figura nell'elenco dei terroristi
Come detto, il sospettato non figurava nell'elenco dell'OCAD – individui potenzialmente pericolosi monitorati dai servizi di sicurezza – poiché non era noto per reati terroristici. E non vi erano indizi concreti di radicalizzazione. Era stato inserito nel database della polizia per reati comuni, non per terrorismo. Annelies Verlinden, ministro dell'Interno, ha confermato a Radio 1 che la polizia giudiziaria federale di Anversa aveva programmato per oggi un incontro straordinario sul dossier dell'uomo. «Se sia una coincidenza o meno, resta da appurare, ma non era possibile prevedere quanto accaduto ieri sera». L'incontro previsto oggi era preventivo, considerato che «non era presente alcuna minaccia concreta». La persona era nota alla polizia per azioni sospette, traffico di esseri umani e soggiorno illegale.
Collegamenti con le manifestazione contro il Corano in Svezia?
L'attacco era «imprevisto», ha dichiarato Annelies Verlinden. Alla domanda se l'attacco ai cittadini svedesi possa essere collegato alle manifestazioni in Svezia contro il Corano, il ministro dell'Interno a Radio 1 ha risposto: «Le informazioni che abbiamo in questo momento sembrano indicare che l'attacco è collegato a obiettivi svedesi. Potrebbe anche avere legami con la Svezia. Sono in contatto con il ministro dell'Interno svedese. Tutto questo ci dà qualche idea di un possibile movente, ma è troppo presto per dirlo».
Intanto, a Bruxelles il livello di allerta è stato portato a 4, il più elevato, sinonimo di minaccia terroristica «grave e imminente». «Le misure di sicurezza restano attualmente in vigore: maggiore vigilanza e rafforzamento della presenza visibile della polizia», scrive su X il Centro di crisi nazionale del Belgio. Le misure saranno rivalutate nel pomeriggio.