Affitti, il tasso ipotecario di riferimento sale all'1,75%

Il tasso ipotecario di riferimento nei contratti di locazione sale all’1,75 %, in crescita di 0,25 punti percentuali. Lo comunica l'Ufficio federale delle abitazioni. In tutta la Svizzera gli affitti vengono stabiliti in base a questo valore.
Il tasso ipotecario di riferimento è basato sul tasso d'interesse medio, ponderato in base al volume dei crediti ipotecari svizzeri. Il tasso d'interesse medio calcolato al 30 settembre 2023, giorno di riferimento, è passato dall'1,59% all'1,69% rispetto al trimestre precedente. Con l'arrotondamento commerciale a un quarto di percento, il tasso d'interesse di riferimento determinante per stabilire gli affitti si attesta ora all'1,75% e si applica a partire dal 2 dicembre 2023. Si manterrà a questo livello finché il tasso medio non scenderà sotto l'1,63% o non supererà l'1,87%.
Cosa significa
Rispetto al trimestre precedente, il tasso d'interesse di riferimento è aumentato di 0,25 punti percentuali. In linea di principio, i proprietari hanno quindi il diritto di aumentare l'affitto del 3% ai sensi del diritto della locazione, ma solo se l'affitto attuale si basa sul precedente tasso d'interesse di riferimento dell'1,5%, in vigore dal 2 giugno 2023. Se l'affitto si basa su un tasso di riferimento dell'1,25%, l'aumento può essere ancora più consistente.
Se invece l'affitto si basa ancora su un tasso dell'1,75%, non è consentito aumentarlo in base al tasso d'interesse di riferimento; se si basa su un tasso anteriore, pari o superiore al 2,00%, in genere gli inquilini hanno ancora diritto a una riduzione. Nella maggior parte dei casi, il contratto di locazione o l'ultimo avviso di adeguamento dell'affitto forniscono informazioni sull'entità del tasso d'interesse di riferimento su cui si basa l'affitto attuale.
La reazione dell'ASI
Verificare subito e se caso contestare: è la raccomandazione diffusa oggi dall'Associazione svizzera degli inquilini (ASI) in reazione all'annuncio dell'aumento del tasso ipotecario di riferimento dall'1,5 all'1,75% fatto stamane dall'Ufficio federale delle abitazioni (UFAB).
«Il sistema attuale - sottolinea il presidente dell'ASI Carlo Sommaruga, citato in una nota - ha fallito. Le soluzioni annunciate dal Consiglio federale la scorsa settimana arrivano troppo tardi e non avranno alcun impatto sugli aumenti di pigione che saranno notificati a partire dal primo dicembre: questo nuovo aumento del tasso di riferimento riguarderà centinaia di migliaia di inquilini».
Per l'ASI si tratta di «una pessima notizia per gli inquilini che già stanno subendo l'aumento generale dei prezzi e l'esplosione delle spese di riscaldamento». L'associazione mette in guardia gli inquilini: «molti proprietari di casa approfitteranno di questo aumento per aumentare le pigioni. Questi non sempre rispettano la legge e approfittano troppo spesso di redditi abusivi. Bisogna agire subito!».
Il vicepresidente Adriano Venuti invita a verificare e contestare se necessario: «è importante che gli inquilini si oppongano a questi aumenti abusivi: hanno pochissimo tempo per farlo, e devono contestare l'aumento entro 30 giorni dalla ricezione della nuova pigione». Se questo termine è superato, la nuova pigione sarà considerata accettata e servirà come base per futuri suoi adeguamenti, che sono inevitabili.
Stamane, comunicando l'aumento, l'Ufficio federale delle abitazioni (UFAB) ha precisato che in linea di principio i proprietari hanno il diritto di aumentare l'affitto del 3% ai sensi del diritto della locazione, ma solo se l'affitto attuale si basa sul precedente tasso dell'1,50%. Se il canone si basa su un tasso dell'1,25%, la progressione può essere ancora più consistente, spiega l'UFAB. Nel caso invece che l'affitto si basi ancora su un tasso anteriore, pari o superiore al 2,00%, in genere gli inquilini hanno ancora diritto a una riduzione.
«Fatale per molti pensionati»
Il secondo aumento in un anno sul fronte degli affitti rischia di essere fatale per molti pensionati. A lanciare l'allarme è Pro Senectute, in una nota diffusa in seguito all'annuncio del nuovo incremento del tasso di ipotecario di riferimento dall'1,5 all'1,75% fatto stamane dall'Ufficio federale delle abitazioni (UFAB).
«Il secondo aumento del tasso di interesse ipotecario di riferimento in un anno spinge nella miseria le persone che vivono con il minimo vitale», indica Pro Senectute, ricordando che oggi in Svizzera un pensionato su sei vive già al limite della soglia di povertà.
I circa 220.000 beneficiari di prestazioni complementari all'AVS saranno duramente colpiti. L'organizzazione denuncia inoltre il fatto che i sussidi per l'affitto previsti da questo regime non siano più al passo con l'aumento delle spese.