«Aggregazioni, ci vuole tempo ma siamo pronti a discuterne»
Lavertezzo con Locarno? No, Lavertezzo con Gordola. E Losone? Losone con Locarno. È un Tetris, un rebus, quello delle aggregazioni nel Locarnese. Tanto che la nuova «campagna» degli enti locali sta per prendere il via, come ricordato qualche settimana fa in un articolo sul Corriere del Ticino. Dal 21 maggio, infatti, il Dipartimento del territorio cercherà di capire da che parte tira il vento. Gli incontri andranno avanti per un mese. Con l’obiettivo di «risolvere» l’incastro dei vari pezzi. Se l’attenzione negli ultimi tempi era focalizzata su Lavertezzo (con Locarno o Gordola o Cugnasco-Gerra) e su Locarno (con Losone), ecco una prospettiva «ribaltata».
Cosa ne pensa, Gordola, di un’espansione a est? E Losone, di una futura unione con Locarno? Il punto con i due sindaci (rispettivamente, Damiano Vignuta e Ivan Catarin) delle realtà «meno citate» nei discorsi delle persone comuni in tema di aggregazioni. Ma non per questo istituzionalmente meno rilevanti. Anzi.
Collaborazioni
Ivan Catarin, sindaco PLR di Losone, non tergiversa più di quel tanto: «Ci vorranno almeno un paio di legislature, per arrivare al dunque. Dieci anni, forse meno...». Lo scenario vedrebbe il comune oltre il fiume Maggia diventare un quartiere della Città, «ma senza perdere la sua identità, come abbiamo potuto vedere in parecchi esempi».
Il riferimento è a Bellinzona, con i suoi quartieri ancora «forti». Intanto, però, ha preso avvio il cantiere della nuova casa comunale, un po’ come successo ad Ascona, che ha appena votato un credito per un centro civico con sala polivalente. «In futuro, la nostra struttura potrebbe diventare la sede di qualche tipo di istituzione, magari della polizia, ma è ancora troppo presto per parlare dell’evoluzione della situazione». La parola chiave è «collaborazioni». Catarin non nasconde quanto sia necessario partire bene con quelle. «Devono nascere ‘dal basso’, essere mirate, tecniche e amministrative. Com’è successo con la gestione dell’acqua (anche se, al di là della creazione di Locarno Ente Acqua, l’ex azienda dell’acqua potabile di Locarno riforniva già Losone da decenni, ndr.), e prossimamente sono previsti incontri per estendere il concetto, come per esempio sul fronte della raccolta rifiuti, dell’amministrazione, dell’informatica, dell’ufficio tecnico». Tutte ipotesi, beninteso, ribadisce il 56.enne.
Anche per Damiano Vignuta, sindaco di Gordola (pure lui del PLR), quella delle collaborazioni è la via da seguire. «Già prima della discussione sull’aggregazione con Lavertezzo, eravamo all’opera con vari progetti come la polizia intercomunale e la direzione scolastica».
Dall’oltre Maggia al Piano
Il processo, ricorda il 42.enne, è stato poi intralciato dall’emergenza del coronavirus. Anche il cambio della guardia nell’Esecutivo ha fatto poi muovere dei passi in direzione della Città di Locarno, con la consegna di una lettera d’intenti degli allora sindaci Tamara Bettazza e Alain Scherrer, direttamente nelle mani del consigliere di Stato Norman Gobbi, titolare del Dipartimento istituzioni. Ma, dopo una raccolta firme spontanea (304 in totale) da parte dei contrari e, soprattutto, con l’insediamento del nuovo Municipio, il tracciato sembra di nuovo puntare verso un’altra destinazione.
I posti di lavoro
Vignuta rimane aperto a discutere un’aggregazione sia con Lavertezzo, sia in un contesto più ampio, includendo il comune di Cugnasco-Gerra e seguendo così il piano cantonale delle aggregazioni: «Quel che è sempre stato lo scenario di riferimento, per me. Se esiste un progetto che, unendo questi comuni, può creare una comunità più unita e forte, capace di sviluppare progetti migliori, allora ha senso procedere in questa direzione». Una delle tesi messe sul tavolo da parte dei promotori dell’aggregazione con Locarno era stata la capacità di conservare i posti di lavoro. «Lo garantisco, nessun posto di lavoro è a rischio, anzi. La nascita di un comune più grande non solo permetterebbe di garantire un posto lavoro a tutti gli attuali dipendenti, ma anche di strutturare l’organizzazione in maniera tale da avere addirittura più opportunità di crescita interna».
La questione dei posti di lavoro, per il sindaco di Losone Ivan Catarin si presenta in una sfumatura leggermente diversa: «Ci sono cose che si possono mettere in sinergia con Locarno, ma adesso è difficile fare delle previsioni, dal momento che non esiste ancora uno studio. Certo è, tuttavia, che una nuova situazione non andrà a scapito di chi lavora all’interno. Credo che si possa parlare piuttosto di una continuità del servizio e del fatto che questo potrebbe, in fin dei conti, risultare più performante».