«Anche in Ticino vedremmo un negozio senza commessi»

Nel mondo della grande distribuzione c'è fermento. Dopo le casse fai-da-te, ormai presenti in tutti i supermercati, la nuova tendenza sembra essere quella dei negozi fai-da-te. Sensori e videocamere, ma di commessi neanche l'ombra. Certo, gli scaffali qualcuno dovrà pur riempirli. Ma nulla impedirà di lasciare accessibili questi punti vendita del futuro a tutte le ore e in tutti i giorni dell'anno. L'ultima dichiarazione d'intenti arriva dalla Migros (fra l'altro primo datore di lavoro in Svizzera, con oltre 100.000 impiegati nelle varie unità in un ventaglio di oltre 40 professioni, ndr), che ha annunciato di voler inaugurare una filiale secondo il nuovo concetto a Bürglen, nel canton Turgovia (aggiornamento del 13 ottobre: il negozio ‘Teo’ di Bürglen ha aperto oggi, ndr).
Ma c'è anche un altro nuovo formato, così come lo chiamano gli addetti ai lavori, con la stessa filosofia e in fase di prova da un paio d'anni nel canton Berna: si chiama Voi Cube e le sue dimensioni ricordano appunto quelle di un container per trasporti navali. «Abbiamo quattro negozi del genere, sempre senza commessi. Ma Teo è qualcosa di diverso», spiega Daniele Bassetti, membro di direzione di Migros Ticino e responsabile del dipartimento Marketing e sponsoring, in collegamento dal suo ufficio a Sant'Antonino. «Guardiamo tutte queste sperimentazioni con grande interesse e non escludiamo che in futuro, in Ticino, si possa un giorno avviare una prova del genere».
Bassetti fa riferimento al nome dei nuovi spazi, che richiama quello della catena tedesca bio Tegut, da una decina d'anni controllata dalla stessa Migros. «È un adattamento per la realtà svizzera delle superfici di vendita automatizzate già attive in Germania. Sono negozi piuttosto grandi, parliamo di un'ottantina di metri quadrati con un assortimento di 800 prodotti».
«Come un frigorifero sotto casa»
«Dobbiamo vederlo come un frigorifero che potremo avere sotto casa», osserva Enzo Lucibello, presidente della DISTI – Distributori ticinesi, associazione che, dal 1984, raggruppa le maggiori insegne della grande distribuzione e i centri commerciali. «Non è un distributore automatico. Questa nuova corrente mantiene la vasta scelta nell'assortimento di prodotti offerti e l'immersione nell'ambiente fisico del negozio», afferma.


«La società cambia, le abitudini cambiano. La pandemia e il lavoro da casa hanno accelerato una serie di processi tecnologici che hanno permesso una sorta di salto culturale, perché la tecnologia per questo tipo di innovazioni esisteva già da tempo. Mancava però l'assimilazione da parte della società», racconta l'esperto, che in passato è stato alla testa di MediaMarkt fin dagli esordi nella Svizzera italiana.
A favore dell'ecologia
Lucibello vede l'idea anche come una mossa a favore dell'ambiente, in particolare se confrontata con un'altra realtà aperta 24 su 24, vale a dire il commercio su internet.
«Questi spazi, beh, è come se diventassero cucine aperte a tutti. Gli utenti avranno meno scuse per ordinare tramite la rete e di conseguenza ci sarà meno traffico di fattorini sulle strade. Penso a tutti quei furgoncini per le consegne in giro per le strade. Chissà quante volte, poi, sarà capitato di far percorrere chilometri e chilometri soltanto per una piccola consegna. Ecco, in questo caso si fanno due passi, a qualsiasi ora, e il prodotto te lo porti a casa subito».


Per i piccoli centri
Bassetti spiega la scelta da cui partirà il nuovo pilota: Bürglen, nel canton Turgovia. Quasi quattromila abitanti vicino al Lago di Costanza. «È una piccola località, sprovvista di un nostro punto vendita. Con questa categoria di negozi, vogliamo verificare quanto può essere interessante questa variabile per i luoghi più discosti che non hanno un potenziale sufficiente per insediare un supermercato nel senso tradizionale del termine».


Ecco allora che il formato Teo potrebbe diventare un'alternativa per garantire, secondo Bassetti, «quella capillarità che ci distingue». Secondo il responsabile, il nuovo negozio potrebbe essere aperto nell'arco di qualche settimana o, al massimo, qualche mese (ma ha poi aperto come indicato all'inizio del testo già il 13 ottobre, ndr). «Anche se si tratta di un progetto gestito dalla sezione della cooperativa della Svizzera orientale e non da noi di Migros Ticino».
Il futuro e il lavoro
«Questi nuovi negozi sono solo un complemento alle superfici di vendita classiche», precisa Lucibello. «Non sostituiscono i negozi tradizionali con il servizio alla clientela. Le grandi realtà sono anche dei centri di aggregazione, come una volta lo erano le piazze di paese. Ma è indubbio che stanno cambiando i tempi del lavoro, sempre per i motivi che dicevo prima».
Secondo l'esperto, nella società si fanno strada modalità di impiego diverse che il mondo del commercio cerca di assecondare. «Ci sono persone che lavorano fino al canonico orario di chiusura tradizionale. Ecco che con questa offerta fanno in tempo ad acquistare qualcosa per cena. Chi inizia molto presto, potrebbe finalmente fare in tempo ad acquistare qualcosa prima di iniziare».


Sempre pensando ai posti di lavoro, Lucibello rassicura. Anche perché, appunto, qualcuno che si impegni a rifornire queste filiali ci vorrà comunque: «Certo, ma oltre ad avere chi riempie gli scaffali, nei negozi del futuro saranno necessari impiegati con un alto valore aggiunto. Per questo oggi è importante mettere a punto delle formazioni orientate alla tecnologia, perché la tecnologia prenderà sempre più posto nella nostra società».
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