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Arriva una stretta sull’asilo e prende corpo una task force

Il Consiglio nazionale chiede di impedire il ricongiungimento familiare per le persone ammesse provvisoriamente – Giorgio Fonio: «Oggi le persone vivono nell’incertezza» – La pressione dell’UDC ha convinto i parlamentari del PLR e del Centro
© KEYSTONE/Anthony Anex
Luca Faranda
24.09.2024 21:00

L’ammissione provvisoria in Svizzera è accordata quando una persona non ha diritto all’asilo, ma il suo rimpatrio o allontanamento «non è possibile, non è legale o non è ragionevolmente esigibile». Si tratta in particolare di persone fuggite dalla violenza, spesso rifugiate secondo il diritto internazionale, ma non secondo il diritto svizzero: una situazione che riguarda spesso gli afghani (particolarmente presenti in Ticino) oppure i siriani. Sono i cosiddetti «Permessi F» e - spesso - queste persone non rimangono in Svizzera per poco tempo.

In molti casi, queste persone «sono ammesse provvisoriamente per molti anni (spesso anche per decenni, ndr) e ciò genera incertezza sia per i richiedenti stessi, sia per i Cantoni. In Ticino sono oltre un migliaio di casi», spiega il consigliere nazionale Giorgio Fonio (Centro), secondo cui il problema è che le persone ammesse provvisoriamente, non hanno alcuna certezza per il futuro.

Difficoltà di integrazione

«Dall’oggi al domani può cambiarti la vita e questo non è sostenibile», afferma il ticinese. La Segreteria di Stato della migrazione (SEM), infatti, «verifica periodicamente se le condizioni per l’ammissione provvisoria sono ancora soddisfatte». In caso contrario, la persona deve lasciare il Paese. Fonio, tramite una mozione inoltrata in questi giorni, chiede che questa verifica avvenga ogni anno. E dunque con una scadenza precisa.

«È una proposta di buon senso, che penso possa trovare una maggioranza. Anche perché la situazione attuale genera incertezza sulle persone ammesse provvisoriamente, che sono private di tutta una serie di diritti». Ciò conduce anche a una maggiore difficoltà di integrazione e – spesso – a ricorrere all’assistenza. E questo limbo può durare parecchi anni, sottolinea Fonio, ricordando che dopo sette anni cessano i sussidi della Confederazione e l’onere per l’erogazione delle prestazioni assistenziali ricade totalmente sui Cantoni, gravando dunque sulle finanze.

«Se i presupposti per la permanenza in Svizzera non sono più dati, la persona deve lasciare il Paese. Non è accettabile posticipare le decisioni fino al momento in cui un ritorno al Paese d’origine non risulti più fattibile. Questa situazione crea incertezza, mancanza di integrazione e appesantisce ulteriormente il sistema d’asilo svizzero», scrive Fonio nella sua mozione.

Lungo dibattito

Per anni, l’ammissione provvisoria -e le sue sfaccettature - ha occupato i banchi del Parlamento e anche in questi giorni il tema è tornato d’attualità. Il Nazionale ha infatti approvato una mozione dell’UDC per impedire il ricongiungimento familiare alle persone ammesse provvisoriamente.

Il «ministro» dell’Asilo Beat Jans - che ha provato invano a opporsi - ha ricordato in aula che il ricongiungimento familiare è un principio riconosciuto dal Tribunale federale. A suo avviso, chiunque dovesse ricorrere ai tribunali avrà buone possibilità di vedersi riconosciuto il diritto al ricongiungimento familiare che la mozione intende abolire.

Nell’ambito di una sessione straordinaria sul tema dell’asilo - nel quale i consiglieri nazionali democentristi hanno subissato di domande Beat Jans - la mozione democentrista ha ottenuto i favori del PLR, ma anche il sostegno decisivo del Centro (è stata approvata per 105 voti a 74 e 9 astenuti). Il dossier passa ora agli Stati, che proprio questa mattina saranno chiamati a esprimersi sul tema. Una sessione straordinaria è infatti all’ordine del giorno anche tra i «senatori».

Maggioranza borghese

Il Nazionale ha anche approvato una seconda mozione UDC, con cui s’intende introdurre lo scambio sistematico di dati tra le autorità - Cantoni, Comuni e le assicurazioni sociali - in modo da rendere accessibili l’un l’altro le informazioni sugli immigrati irregolari. La maggioranza borghese ha infine detto sì pure a una mozione di Jacqueline de Quattro (PLR/VD) che chiede al Governo di istituire una task force «Asilo», che sarà responsabile della gestione e della prevenzione delle crisi nel settore. Dovrebbe riunire rappresentanti delle autorità federali, dei Cantoni, dei Comuni, delle organizzazioni non governative e di esperti indipendenti.