«Arriva Zalando: il Ticino sembra la Cina della Svizzera, anzi peggio»

Ieri la decisione, da parte di Zalando, di spostare il suo centro per la gestione dei resi a Sant'Antonino dove opererà la società americana GXO Logistics e, contemporaneamente, di rescindere il contratto con la francese Ceva Logistics, colosso internazionale del settore con attività anche in Svizzera, che licenzierà 350 dipendenti nella sua unità di Neuendorf, nel canton Soletta. Oggi, invece, Giuseppe Sergi ha presentato al Consiglio di Stato un'interpellanza (cofirmatario Matteo Pronzini) dal titolo piuttosto indicativo: «Zalando sbarca in Ticino: un’altra Gucci?».
«Una ditta, nota da tempo, per pessime e precarie condizioni di lavoro, sbarca in Ticino, liquidando 350 posti di lavoro in un altro Cantone. Vi è da interrogarsi sull’attrattività economica del nostro Cantone. E con urgenza». È la riflessione con cui si apre l'interpellanza presentata da Sergi.
Riguardo alla mossa del gigante del commercio online, Sergi e Pronzini hanno le idee chiare. «Quali siano gli obiettivi è chiaro: ridurre i tempi di lavorazione e quindi i costi. E a facilitare il raggiungimento di questo obiettivo saranno sicuramente anche i livelli salariali e la possibilità di accedere all’ampio bacino di manodopera frontaliera».
Critiche vengono espresse nell'interpellanza anche riguardo alla mossa di Zalando di rescindere il contratto con Ceva Logistics cancellando così 350 posti di lavoro nel canton Soletta. «Un’azione che mostra disprezzo totale nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici, spregiudicatezza e una totale impunità, e non da ora. [...] La legislazione sul lavoro (o presunta tale) non dà alcun appiglio per contestare simili modi di procedere e le esternazioni sindacali lasciano, purtroppo, il tempo che trovano in mancanza di una reale capacità di azione e mobilitazione sul terreno per contrastare simili azioni banditesche».
Sergi e Pronzini criticano dunque la situazione imprenditoriale in cui si trova il nostro cantone. «Il Ticino fa figura, ancora una volta, di Cina della Svizzera (forse oggi sarebbe più corretto dire Vietnam, visto che anche in Cina, grazie a scioperi e proteste operaie, i salari sono aumentati), promuovendo di fatto il dumping salariale. Questo non solo per il livello di partenza (i livelli salariali non erano elevati nemmeno nel canton Soletta); ma lì era stata possibile un’azione sindacale che aveva permesso di mettere in moto un meccanismo di miglioramento delle condizioni salariali (introduzione di una tredicesima mensilità, aumenti salariali per personale fisso e temporaneo, nonché un aumento progressivo delle vacanze a cinque settimane). Ma questa via, evidentemente, appariva gravida di conseguenze sui costi ed ecco allora l’offerta del Ticino, dove con il salario minimo legale attorno ai 20 CHF orari, e senza prospettive di ulteriori costi, ci si può arrangiare alla grande. Contrariamente ai discorsi che si fanno nei simposi due volte all’anno (sulle meravigliose start-up, sulle aziende “innovatrici”, etc. etc.) la realtà è che in Ticino sono proprio le condizioni salariali legali– l’estremo basso livello del salario minimo – ad attirare sempre di più aziende di questo tipo. Altro che condizioni quadro favorevoli all’innovazione, etc. etc. La vicenda Kering (Gucci) – e più in generale la triste fine della fashion valley ticinese – non sembra aver insegnato nulla».
Sergi e Pronzini pongono quindi quattro domande al Consiglio di Stato:
- Quali sono stati gli interventi, se ve ne sono stati, dei servizi dell’amministrazione cantonale nel processo di insediamento della GXO Logistics?
- Non ritiene che l’attuale livello del salario minimo legale, in un contesto di esacerbata concorrenza come quella oggi vissuta sul mercato del lavoro, sia oggettivamente un fattore negativo di attrazione per aziende poco innovative, poco attrattive per chi deve vivere con il proprio salario sul nostro territorio?
- L’azienda che lavorava per Zalando nel Canton Soletta impiegava 212 dipendenti fissi e 138 lavoratrici interinali. Questa forte presenza di lavoratori precari non è certo sana dal punto di vista occupazionale. Si intende intervenire – e come – per evitare che crescano anche a Sant'Antonino queste enormi sacche di precarietà?
- Come intende procedere per evitare che si ripetano vicende come quelle della Kering (Gucci)?